I nuovi costi di Google Ads nel 2025: un’analisi settoriale aggiornata di Pistacchio Web

Nel 2025, investire in pubblicità su Google significa affrontare un ambiente competitivo che cambia spesso. I costi dipendono da vari fattori e possono variare molto a seconda del settore.

Un’indagine recente realizzata da Pistacchio Web ha fornito un’analisi approfondita della situazione attuale con spunti e riflessioni degni di nota. L’agenzia ha raccolto e analizzato dati relativi a più di 1.300 parole chiave in tredici ambiti economici differenti in modo da poter avere una panoramica dettagliata.

Lo scopo era di valutare i costi medi per clic delle campagne Google Ads e offrire uno strumento prezioso per le aziende che desiderano pianificare in modo più consapevole la propria strategia pubblicitaria per l’anno corrente.

L’analisi, condotta principalmente con lo strumento ufficiale di pianificazione delle parole chiave di Google, ha permesso di confrontare i valori minimi e massimi stimati del CPC (Costo per Click), per avere un confronto concreto tra settori altamente competitivi e ambiti dove la concorrenza resta ancora limitata.

I risultati emersi mostrano differenze marcate, che dipendono dalla tipologia di mercato, dal tipo di prodotto o servizio offerto e dal comportamento degli inserzionisti.

Settori con i costi pubblicitari più elevati

Tra i settori analizzati, quello della finanza e delle assicurazioni risulta il più oneroso in termini di CPC. Con un valore medio di 5,04€ per click, le aziende attive in questo comparto devono sostenere investimenti considerevoli per ottenere visibilità. Questo dato non sorprende, considerando che in questo ambito anche una singola conversione può generare un ritorno economico molto elevato. Il costo riflette quindi non soltanto la concorrenza, ma anche il valore potenziale di ciascun cliente acquisito.

Oltre alla finanza, anche il comparto legale e quello tecnologico si distinguono per CPC superiori alla media. La forte presenza di agenzie e studi professionali che si contendono keyword ad alta intensità di traffico rende questi settori particolarmente competitivi. In questi casi, una strategia pubblicitaria efficace deve essere affiancata da una profonda ottimizzazione della pagina di destinazione, in modo da migliorare il punteggio di qualità e abbassare i costi per click attraverso una maggiore pertinenza degli annunci.

Settori con i CPC più bassi

All’estremo opposto si colloca il settore dei viaggi, dove il costo medio per click rilevato è pari a 0,24€. Si tratta del valore più basso registrato in tutto lo studio. Questo dato potrebbe sorprendere, ma riflette una tendenza precisa: in molti casi, gli operatori del turismo utilizzano strategie multicanale, appoggiandosi a piattaforme esterne o affidandosi al remarketing per raggiungere l’utente in fase avanzata del funnel. Il click diretto, pur restando importante, assume un ruolo diverso rispetto ad altri ambiti, e questo si riflette nei costi.

Anche i settori moda, casa e arredo si mantengono su valori più contenuti, con una media che oscilla tra i 0,50€ e gli 0,80€ per click. La presenza di un’elevata stagionalità, unita a un approccio promozionale spesso legato al visual storytelling, rende l’investimento meno focalizzato sul singolo annuncio testuale. In questi casi, infatti, il traffico organico, le collaborazioni social e l’attività sui marketplace rivestono un ruolo complementare.

L’influenza della concorrenza e delle keyword

Oltre al settore, il report evidenzia quanto sia importante il livello di concorrenza relativo alle singole parole chiave. Le keyword generiche e ad alta intenzione commerciale presentano valori mediamente più alti, mentre quelle più specifiche, legate a ricerche di nicchia o con un intento informativo, risultano spesso più economiche. Il livello di concorrenza è stato classificato come alto, medio o basso in base alla quantità di inserzionisti attivi per ciascuna parola chiave.

È emerso chiaramente come nei settori ad alta concorrenza il divario tra il CPC minimo e massimo sia molto ampio. Questo aspetto evidenzia l’importanza della qualità degli annunci e della pertinenza della landing page nel determinare il costo effettivo della campagna. Un inserzionista con un punteggio di qualità elevato può ottenere visibilità nella parte alta dei risultati a un costo inferiore rispetto a un concorrente con annunci meno efficaci.

Aumento dei costi operativi in Italia

Un fattore esterno che incide direttamente sul budget delle aziende riguarda l’introduzione, da luglio 2024, di un nuovo supplemento del 2,5% sul costo degli annunci pubblicitari, imposto da Google per adeguarsi alle normative fiscali locali. Questo sovrapprezzo, definito “costo operativo”, si applica all’importo totale investito in pubblicità ed è visibile direttamente nel pannello di fatturazione. Di fatto, questo significa che anche con una campagna ben ottimizzata, la spesa totale subirà un incremento indipendente dalla strategia scelta.

Per le imprese italiane, essere consapevoli di questo costo extra è fondamentale nella pianificazione del budget, specialmente per chi gestisce molte campagne contemporaneamente o opera con margini di profitto limitati.

Indicazioni sui budget consigliati per tipologia di attività

Il report di Pistacchio Web fornisce anche alcune linee guida sui budget mensili consigliati in base al tipo di attività. Per una piccola impresa locale, ad esempio, il budget mensile ideale oscilla tra i 300€ e i 500€, a fronte di una selezione molto mirata di keyword e di un targeting geografico ben definito. È il caso di attività come ristoranti, centri estetici o studi professionali che operano in ambito locale e che necessitano di visibilità entro un raggio territoriale limitato.

Per campagne nazionali, i budget consigliati si alzano sensibilmente fino ad arrivare ad un range compreso tra i 2.000€ e i 5.000€ al mese. Questa fascia di investimento è indicata per settori con una competizione più accesa, come assicurazioni, salute, corsi di formazione e consulenza.

Infine, per le aziende che puntano a campagne internazionali o altamente competitive, il budget può salire anche oltre i 10.000€ mensili, soprattutto se si lavora su keyword ad alta concorrenza o con funnel complessi.

L’importanza di una strategia personalizzata

Il report sottolinea l’importanza di evitare approcci standardizzati nella gestione delle campagne Google Ads. Ogni settore ha caratteristiche uniche, e anche all’interno dello stesso mercato possono esistere differenze significative tra aziende con modelli di business diversi. Per questo motivo, la definizione del budget pubblicitario non dovrebbe mai avvenire in modo arbitrario, ma partire sempre da un’analisi concreta delle keyword, della concorrenza e del comportamento degli utenti.

Affidarsi unicamente ai dati medi può risultare fuorviante. Le keyword analizzate nel report coprono uno spettro molto ampio, ma rappresentano comunque solo una parte delle possibilità offerte dalla piattaforma. Il consiglio rivolto alle aziende è quello di condurre test periodici, valutare costantemente le performance delle campagne e adattare il budget alle reali performance misurate nel tempo.

Per conoscere tutti i dettagli potete consultare direttamente il report di Google ADS redatto dalla Pistacchio Web.

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