Tecnologia, sostenibilità e diversity per il futuro di una società inquieta

La mattina della seconda giornata de Linkontro NielsenIQ 2022 si è aperta con una conversazione sui fattori critici dell’economia italiana tra Tito Boeri, Professore di Economia dell’Università Bocconi e Andrea Cabrini, Editor-in-Chief Class CNBC, che ha messo in particolare in evidenza la centralità delle famiglie per guardare al futuro: «Il rischio che abbiamo è che si creino in modo diffuso tra famiglie e imprese delle aspettative di inflazioni a lungo periodo – ha affermato Boeri -. Abbiamo bisogno di avere una maggiore attenzione nei confronti dei giovani e delle famiglie. C’è già un problema di manodopera che manca e un Paese in calo demografico è un Paese destinato ad avere forti carenze di personale in futuro».

«L’incertezza di ieri è diventata oggi paura dell’incertezza futura – ha proseguito Giorgio De Rita (nella foto a sinistra), Segretario Generale del Censis –. C’è una dimensione di diffidenza che è diventata parte strutturale della nostra società. Il nostro reddito pro-capite negli ultimi 30 anni è diminuito del 3%, unico paese in cui è successo: la scarsità caratterizzerà il nostro futuro, quella grande epoca di trasformazione data dalla globalizzazione si sta richiudendo su sé stessa e producendo un’economia a raggio corto. Ma questa è un’opportunità straordinaria per un Paese come il nostro che ha risorse, servizi e competitività. Il nostro Paese ha bisogno di una visione di futuro che non sia una rimodulazione fantasiosa del passato».

Massimo Canducci, Faculty Global di Singularity University ha proseguito i lavori parlando di come le tecnologie del futuro cambieranno (in meglio) le nostre vite. «Quello che ci deve interessare è che impatto hanno le tecnologie sulle nostre vite oggi e che impatto avranno in futuro. Non basta però pensare alla sostenibilità ambientale ma occorre pensare anche a quella sociale».

Con Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare di Nomisma e Paolo De Castro del Parlamento Europeo si è affrontata la “geopolitca dell’alimentare”: tensioni sugli approvvigionamenti, dipendenza energetica e impatti sui percorsi di sostenibilità. In particolare, i relatori hanno evidenziato come la trasformazione ecologica si debba adattare alla situazione attuale. E per parlare di clima e sostenibilità è intervenuto Luca Mercalli, Climatologo, che ha illustrato i dati e la situazione attuale, sottolineando la necessità di agire immediatamente per rallentare il cambiamento climatico. Efficienza energetica ed energie rinnovabili, mobilità elettrica e meno trasporti, telelavoro ovunque possibile, minor consumo di carne, rispetto dei beni non rinnovabili sono i punti su cui dovremmo concentrarci, secondo Mercalli.

Sullo stesso tema si sono poi confrontati Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont e Vincenzo Perrone, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale dell’Università Bocconi.

Infine, uno sguardo alla sostenibilità sociale con Francesca Vecchioni (nella foto a destra), Presidente di Diversity che si è soffermata in particolare sul tema della differenza di gemere all’interno delle aziende, sottolineando l’importanza di avere team non omogenei per stimolare l’innovazione, anche se questo non basta: «La diversità va valorizzata, occorre creare davvero un ambiente inclusivo. La diversità e l’inclusione non sono il fine ultimo ma sono il mezzo, la leva per ottenere tutti gli scopi». Infine, Vecchioni ha riportato dei dati: le donne rappresentano il 63% dei lavoratori del settore del Largo Consumo, ma «solo il 28% di questa platea e addirittura solo il 16% dei relatori su questo palco. Questo è rappresentativo della situazione italiana, anzi credo sia un po’ meglio. Chi ha la leadership deve essere consapevole di essere portatore di un privilegio».

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