Parole D’Amore – I piccoli comuni, la grande forza dell’Italia

Quando ho scoperto il visual di Poste Italiane sulla conferenza di Roma dedicata ai piccoli comuni, ho pensato a un mio amico che abita a Barletta e che lavora nel settore del marketing. SEO, SEM, remarketing, display, e-commerce. Brand id, visual communication. 

(“Ma come ca**o parli” gli dicono spesso i suoi coetanei che producono olio e tarallini). Io che ho avuto la fortuna di lavorare a contatto con l’eccellenza milanese del mktg, e quindi della nazione, mi stupisco sempre del fatto che sia più preparato della maggior parte dei suoi colleghi cittadini. 

Spesso lo sento che mi dice “Ah, domani vado a Canicattì a seguire un corso di aggiornamento sul SEM” oppure “No, domani non ci sono, che vado a un workshop sulle nuove tecnologie di pagamento digitali” o infine “Leggevo proprio ieri su un sito in inglese che le nuove tendenze…”. 

Ovviamente, nella sua zona, la preparazione che porta con sé trova pochi sbocchi. 

“Ciccio, metti una modella f**gna sul giornale e facciamo visibilità” propongono molti suoi colleghi ai clienti della zona. 

Eppure lui, imperterrito, continua ad andare avanti per la sua strada, fatta di aggiornamenti, studio, allenamento, impegno.

Il mio amico, che per amore della privacy chiamerò Giovanni, con il suo lavoro ci racconta un po’ la bellezza dell’Italia dei piccoli comuni, quella che le Poste hanno deciso di preservare e valorizzare. I piccoli centri urbani, e le persone che li compongono, sono una grande ricchezza della nostra nazione, perché se non è facile riuscire in una grande città, a volte farlo in un paese è quasi impossibile. 

Così chi ci tiene, chi non si dà per vinto, ci mette tutto il cuore, l’impegno, la passione. 

La grande forza dei piccoli comuni è dare valore alle poche cose che si hanno; è valorizzare strumenti semplici, che spesso in città si danno per scontati. È la forza del poco. Me ne rendo conto leggendo il pdf di presentazione delle Poste, in cui si sottolinea il numero degli ATM (i bancomat) installati dal 2018. 

Un cittadino direbbe, ma il bancomat è la base! 

Eppure spesso, in Italia, per prelevare, si devono percorrere magari dieci chilometri per raggiungere lo sportello più vicino. 

Scrivo da quando avevo cinque anni.
Forse cinque e mezzo.
Fino adesso ho scritto un sacco di libri, headline,
pptx, lettere, interviste, recensioni.
E questo articolo.
Una rubrica con i contenuti che amo
e un titolo overpromise imposto
dal direttore

Lavorare in un piccolo comune, se fai una professione del futuro, spesso è una sfida, e il mio amico me lo confida spesso; perché stando lontano dai grandi scenari fai sempre fatica a capire cosa stia davvero succedendo, quali siano le nuove tendenze e i trend di settore.

Ma in questa fatica, in questa semplicità, nella genuinità di migliaia di comuni che sognano in grande sono custodite storie, progetti, sogni, discorsi al bar della piazza, riviste fatte arrivare dall’estero, telefonate, notti a lavorare, spedizioni, buste in puriball, coraggio. 

L’Italia dei piccoli comuni, quella a cui appartiene il mio amico, è una splendida cartolina della voglia di fare che fa battere il cuore del nostro Paese, quella voglia di fare che non si arrende, che lavora in direzione dell’eccellenza, che ci tiene.

Una cartolina da spedire in punta di piedi, imbucandola con la semplicità di una volta, prima di tornare a lavorare, progettare, realizzare, crescere. 

Ma solo dopo essere passati dal bar per un’ombretta veloce.

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