Revere lancia Brand Luminaire in Italia: come monitorare i brand nell’era generativa
Con oltre un italiano online su otto che già utilizza ChatGPT nel proprio percorso di acquisto, i motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale generativa stanno diventando i nuovi custodi della narrazione di marca e di prodotto.
Per aiutare le aziende sia B2C che B2B a trasformare questo passaggio dalla ricerca alle risposte in un vantaggio competitivo, Revere annuncia l’arrivo in Italia di Brand Luminaire, la piattaforma SaaS di brand e product intelligence pensata per l’era dell’AI generativa.

Brand Luminaire consente ai team marketing, comunicazione, vendite e customer experience di misurare e monitorare come il brand e i prodotti vengono presentati nelle risposte di ChatGPT, Gemini, Perplexity e altri motori generativi. Potendo così verificare se le informazioni riportate siano allineate alla comunicazione di marca e di prodotto, siano effettivamente utili e rilevanti oppure datate, inesatte o palesemente “allucinate”.
Problemi, questi ultimi, che potrebbero avere un impatto negativo sulle vendite e sulla reputazione. Attraverso il Revere Brand Index (RBI), un indicatore proprietario di visibilità e sentiment, la piattaforma offre una visione oggettiva e comparabile nel tempo della presenza del marchio. Brand Luminaire identifica i fattori che influenzano il sentiment e le performance del brand, evidenziando attributi positivi e negativi e il posizionamento sui criteri di acquisto rilevanti per ciascuna categoria di prodotto.
Fornisce analisi competitive e raccomandazioni operative, aiutando i marketer a orientare strategie e investimenti sui contenuti che contano davvero. Infine, la piattaforma mostra quali sono le fonti da cui gli LLM attingono per costruire le risposte, così da pianificare interventi mirati e aumentare la probabilità di essere raccomandati dalle intelligenze artificiali.
«I dati dell’Osservatorio Search in Italy mostrano che già oggi il 13% degli italiani online utilizza regolarmente ChatGPT nel percorso che porta a un acquisto. Questo significa che il primo racconto di un brand avviene sempre più spesso nelle risposte generate dai motori di ricerca basati sull’intelligenza artificiale, non nei canali aziendali – dichiara Marco Loguercio, direttore dell’Osservatorio Search in Italy e utilizzatore della piattaforma -. Ma spesso le informazioni fornite dall’AI possono essere datate, imprecise o addirittura inventate. Per questo diventa essenziale monitorare con rigore cosa gli LLM dicono di un brand o di un prodotto: quando viene citato, come viene descritto, con chi viene confrontato e da quali fonti siano attinte le informazioni utilizzate per queste risposte. Ormai è una vera questione di business».
Mike Ensing, CEO di Revere, aggiunge: «il modo in cui i consumatori e i professionisti scoprono e valutano i marchi è completamente cambiato. Il percorso di acquisto si sta spostando verso gli LLM come canale dominante e ora gli LLM sono uno dei maggiori fattori che influenzano le decisioni di acquisto. I marketer devono comprendere e gestire il modo in cui i loro marchi vengono presentati dagli LLM e presto dagli agenti AI, altrimenti si troveranno in una posizione di svantaggio competitivo». F.C.