Touchpoint Days Strategy: alla ricerca di un equilibrio tra ragione e sentimento

Ieri è andata in onda la terza e ultima puntata del format di Oltrelamedia.tv

Si è conclusa ieri pomeriggio la maratona dedicata ai Touchpoint Days Strategy, con il titolo “Ragione vs Sentimento”.

Dagli studi di Fabbrica di Lampadine o da remoto, hanno portato il loro contributo Luca Lucini, Regista, Elisa Bernasconi, Country Manager Italy di Paprika Software, Davide Tran, CEO & Founder di AdKaora. Phil Sasson e Jacopo Gandin, Ambassador di Sant’Ambroeus FC e Mariano Gallo in arte Priscilla, Attore e Drag Queen. IL PUNTO DI… è stato condotto da Paolo Braguzzi, Co-Founder di The Good Business Academy.

Andrea Crocioni, Valeria Zonca e Giampaolo Rossi

A condurre la tre giorni Andrea Crocioni e Valeria Zonca, Direttore e giornalista di Touchpoint, testata dedicata all’innovazione e alla creatività per l’impresa, e l’editore Giampaolo Rossi che ha aperto tutti gli appuntamenti con le sue “pillole” di analisi. 

Qual è oggi lo spazio per le emozioni in un mondo in cui le scelte di business sono spesso governate dai dati? Nella maggior parte degli interventi gli ospiti si sono schierati per un equilibrio tra le due componenti dell’essere umano, la razionalità e l’emozione: solo una amalgama è infatti capace di trasformarsi in una forza per costruire relazioni con il team di lavoro, messaggi di comunicazione e risultati vincenti.

Al termine della terza puntata si sono accesi i riflettori sulla serata di premiazione dei Touchpoint Awards Strategy.

Guarda la puntata

 

Luca Lucini, Regista

PAREGGIO

Luca Lucini

Non c’è una ricetta che garantisca il successo di un film: è qualcosa di magico che succede nell’interazione tra la storia, la convinzione del regista e il suo rapporto con gli attori, il cast, i produttori. Ciò che si racconta comanda indipendentemente dal mezzo: la serie Tv in 6 puntate, il film, il cortometraggio o lo spot. Nell’adv, se la comunicazione è coerente con il prodotto che stai raccontando alla fine qualcosa di sincero viene fuori. Ho usato ironia ed emotività negli spot: la campagna TIM con le ragazze in barca vela è stato l’inizio della creazione di personaggi che portavi avanti con un linguaggio più cinematografico. Paghiamo un po’ di esterofilia nel guardare cosa fanno gli altri invece di affidarci alla nostra sensibilità e al nostro modo di raccontare. Nel nostro settore la regione senza il sentimento non va da nessuna parte però purtroppo neanche il sentimento senza la ragione: la nostra è un’arte un po’ impura che ha bisogno di tanto business dietro, è sempre un delicato equilibrio.

 

Elisa Bernasconi, Country Manager Italy di Paprika Software

PAREGGIO

Elisa Bernasconi

L’idea è di dare ossigeno allo spazio creativo. Riuscire ad avere un valido ed efficace assetto razionale per canalizzare i processi rende molto più agevole il respiro creativo di un’agenzia. Questo per ovvie ragioni: il tempo che viene risparmiato perché non ci sono quegli elementi fastidiosi che disturbano la creatività come possono essere le problematiche procedurali. Queste sono cose che creano poi un dissesto che mi rende anche lo slancio creativo estremamente osteggiato dalla realtà che invece dovrebbe fare in modo di agevolarlo e supportarlo. Riuscire a essere razionali dietro le quinte rende poi il magico spettacolo della creatività più efficace e anche più frizzante.

 

Davide Tran, CEO & Founder di AdKaora

RAGIONE

Davide Tran

Il ruolo che assegniamo alla creatività è molto grande. Questo nonostante il fatto che la nostra sia una società che si basa sui numeri. Spesso, ci facciamo guidare dai numeri per capire la bontà o meno di un’idea. Poi lasciamo però spazio alle intuizioni dei singoli team e delle persone. La creatività è essenziale in questo momento, in un contesto in cui siamo bombardati, soprattutto digitalmente. C’è una linea molto sottile fra il diventare invadenti verso l’utente, con una UX non vincente, ed essere interessati e attrarre l’attenzione. I brand si stanno muovendo sempre di più in un’ottica in cui il formato pubblicitario deve essere originale, creativo al punto giusto.

 

Phil Sasson, Ambassador di Sant’Ambroeus FC 

SENTIMENTO

Phil Sasson

Nasce nel 2018 da fusione di 2 squadre esistenti di calcio popolare – i Corelli Boys e i Black Panthers – che gravitavano attorno ai centri di accoglienza: l’idea dell’associazione è quella di veicolare tramite il calcio messaggi come l’integrazione. Infatti, si tratta dell’unica squadra formata quasi unicamente da richiedenti asilo a essere tesserata FGCI e a fare un campionato. Abbiamo tre squadre: una in seconda categoria e altre due, una maschile una femminile, che disputano il campionato CSI. Lo scorso anno abbiamo vinto il campionato di terza categoria con il sentimento, quest’anno in seconda categoria puntiamo alla salvezza e ho capito che si vince più con la ragione. Personalmente scelgo sempre il sentimento.

 

Jacopo Gandin, Ambassador di Sant’Ambroeus FC

SENTIMENTO

Jacopo Gandin

Crediamo che chiunque abiti la città sia da considerare milanese. I social ci hanno aiutato nel primo periodo per reclutare giocatori e allenatori, oggi ci teniamo a produrre sempre contenuti di qualità con bei video accattivanti: l’idea è quella di crescere presso chi non ci conosce. Il pallone è uno spaccato della vita e non nasconde disuguaglianze e ingiustizie, fuori dal campo c’è un mondo che ha un’influenza anche sul campo. Fa paura l’indifferenza delle istituzioni perché questo può contribuire a creare un clima di indifferenza diffuso, ma in generale in Italia la solidarietà è forte. Solo di ragione non si può vivere, mentre il sentimento è la parte che fa andare avanti tutto comprese le attività solidali e di volontariato.

 

Mariano Gallo in arte Priscilla, Attore e Drag Queen

SENTIMENTO

Mariano Gallo

Portare un programma come Drag Race in Tv è una grossa responsabilità: attraverso lo spettacolo riusciamo a raccontare spaccati di vita importante e a sensibilizzare il pubblico, cercando di far capire quella che è non è una macchietta ma una professione vera e anche complicata per la preparazione di ogni singola performance. All’estero è un pubblico eterogeneo che assiste agli spettacoli, invece l’arte drag in Italia è sempre stata concepita come underground, qualcosa da esibire in determinati locali, quasi da nascondere. Abbiamo sulle spalle una storia di lotta, sofferenza e discriminazione: per me la Drag Queen quando sale sul palco deve approfittare di avere un pubblico di fronte per lanciare un messaggio di inclusività senza limitarsi alla performance, deve avere una cultura dell’arte queer ma anche una coscienza da attivista.

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