Assirm Forum 2022: in Italia crisi di valori e incertezza, ma il 52% ha fiducia

Presentati ieri in anteprima i dati della ricerca “Gli Italiani nei periodi di turbolenza”, che sarà presentata alla IX edizione dell’evento, il 12 e 13 ottobre a Milano

A una settimana alla IX edizione dell’Assirm Marketing Research Forum, la manifestazione organizzata da Assirm, associazione che riunisce 59 aziende italiane (in rappresentanza dell’85% del mercato) impegnate in Ricerche di Mercato, Sondaggi di opinione e Ricerca Sociale. L’evento si terrà il 12 e il 13 ottobre presso l’Enterprise Hotel a Milano e potrà essere seguito anche in modalità digitale.

«Si tratta di un comparto con un volume di affari pari a 500 milioni di euro – ha sottolineato il Presidente Matteo Lucchi -. Nel primo semestre 2022 la crescita è stata del +5,2% sui primi sei mesi dello scorso anno, con due settori trainanti: il Pharma e il Largo consumo. In questo momento complesso, il Forum, che coinvolge circa 1.000 operatori, è un’occasione di confronto importante sui trend del settore».

Due i temi principali che saranno affrontati nella due giorni: le strategie di mercato da adottare durante periodi di incertezza e crisi economica come quello in corso e le strategie di ingaggio del consumatore, dalla comunicazione al mondo retail ed e-commerce. Ieri, durante la conferenza stampa di lancio, sono stati annunciati i primi risultati della ricerca “Gli Italiani nei periodi di turbolenza”, che fotografa il sentiment della popolazione italiana in questo difficile periodo storico.

I risultati dello studio svolto nel settembre scorso evidenziano che il 99% dell’opinione pubblica ha una percezione dell’attuale instabilità; ciononostante il 52% degli intervistati risulta essere fiducioso nel futuro a condizione che ognuno faccia la propria parte, contro un 29% che crede che la situazione sia ormai fuori controllo e un 19% che si mostra disinteressato. I principali ambiti di incertezza sono lavoro per il 90%, economia (89%), sanità (79%), ambiente (78%), politica (64%) ma anche cultura e istruzione, calo demografico e sistema valoriale. 

Sul tema lavoro c’è una chiarezza di pensiero in termini di cause e conseguenze; per la maggior parte degli intervistati la crisi è individuata in tre fattori: speculazione economica, precarietà del sistema pensionistico (che impedisce ai giovani di accedere al mondo del lavoro) e debito pubblico incontrollato; tra le conseguenze maggiormente indicate dagli italiani ci sono la crescente situazione di precarietà, l’inflazione e l’aumento dei prezzi, l’impoverimento e la disparità sociale. Sul tema ambiente, il 78% degli italiani ritiene che la crisi climatica non sia solo una realtà ma è anche causa e conseguenza di conflitti mondiali e del peggioramento delle emergenze ambientali e umanitarie. Cultura e istruzione, sono motivo di preoccupazione per il 53% dei soggetti coinvolti nell’indagine. 

Le principali criticità riguardano il sistema scolastico-formativo e una diffusa perdita di fiducia nella scienza e in chi la rappresenta.

Per il 28% della popolazione italiana il calo demografico è un ulteriore elemento di incertezza: tra i motivi della generale diminuzione delle nascite, gli italiani evidenziano da un lato l’incremento delle relazioni virtuali – che mettono in contatto un crescente numero di individui senza, però, un reale contatto fisico -, dall’altro la fuga dei cervelli insieme alla crescente evoluzione tecnologica, in grado di sostituire gli esseri umani.

L’insieme di questi fattori determinerebbe una società culturalmente statica e un impoverimento generale, frutto di relazioni umane a intermittenza e sempre più discontinue.

Il campione di 3.959 italiani (soggetti compresi tra i 18 anni e gli over54) a proposito del sistema valoriale ha evidenziato che secondo il 32% degli italiani tale sistema sta attraversando un periodo di incertezza le cui cause sembra siano dovute a una perdita delle capacità critiche e alla mancanza di contatto umano, sempre più spesso sostituito dalla tecnologia a cui si aggiunge l’influenza degli interessi economici delle grandi “lobby”, che causano disuguaglianza sociale e conseguentemente perdita di potere d’acquisto.

In questo momento storico, il settore delle ricerche diventa fondamentale per poter stabilire un piano d’azione che possa beneficiare sia alle imprese sia alle famiglie.

Maggiori dettagli sul programma del Forum e registrazione su www.assirmforum.it.

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