Touchpoint Days Strategy: tecnologie e new media a servizio del contenuto

Oggi alle 16 la terza giornata e a seguire la premiazione dei Touchpoint Awards\\Strategy

La direzione della comunicazione, la trasformazione del racconto di brand, editoriali e commerciali, agenzie e comunicatori saranno al centro della seconda puntata dei Touchpoint Days Strategy, il contenitore di approfondimento della testata Touchpoint sui temi di attualità più caldi. Cinque gli ospiti della seconda sessione, condotta dall’Editore Giampaolo Rossi e dalla giornalista di Touchpoint Valeria Zonca.

Andrea Santagata, Direttore Generale di Mondadori Media, ha parlato della trasformazione che stanno vivendo i brand editoriali, anche quelli non nativi digitali, con la crescita dei social network. Diego Biasi, Founder & CEO di BPRESS, ha raccontato di come si comunica l’innovazione e quale futuro sta arrivando. Spazio ai Digital Events e a come il mondo degli eventi ha dovuto reagire per adattarsi alla pandemia con il contributo di Michele Franzese, Direttore Commerciale di Scai Comunicazione. 

Un’analisi della creatività di oggi, con una visione sul domani, è stato il tema al centro della conversazione con Paolo Pascolo, CEO de Imille. Infine, Gianfelice Facchetti, attore, drammaturgo e scrittore con un cognome “importante”, ha fornito il suo punto di vista sullo storytelling. Ognuno di loro, a fine intervista, ha dovuto schierarsi tra “Azione” e “Reazione”, motivando la propria scelta. 

I Touchpoint Days si potranno seguire a partire dalle ore 16.00 in streaming su OltreLaMedia.tv e sulla pagina Facebook di Touchpoint. Dopo lo spazio dell’approfondimento, a partire dalle 18.30 si svolgerà la cerimonia di premiazione dei Touchpoint Awards\\Strategy, il premio di Oltre La Media Group dedicato al brand positioning e alle migliori strategie di comunicazione.

L’appuntamento è organizzato con la collaborazione di New York Festivals, IAA Italy Chapter, Fabbrica di Lampadine, Ital Communications (Press office e media relations), Saporio e Rete Wigwam.

 

Andrea Santagata, Direttore Generale di Mondadori Media

Andrea Santagata

REAZIONE

Oggi i nostri brand editoriali sono a tutti gli effetti multimediali e sono degli influencer che si rivolgono a community di appassionati che si sposano perfettamente con i social network, dove abbiamo raggiunto 44 milioni di fan complessivi. Nel digitale di oggi la reazione è ciò che fa scattare la scintilla, perché in un mondo che evolve così velocemente e che offre così tanta innovazione è difficile creare l’azione, si reagisce a questo cambiamento. L’importante è però che la reazione sia estremamente rapida ed efficace in modo da passare all’azione. Tutti abbiamo dovuto reagire all’arrivo di TikTok ma Mondadori Media l’ha fatto un anno e mezzo fa, perché questo social ci ha insegnato anche che bisogna andare dove vanno le persone: da una reazione è nata una azione che è stata quella di sposare il nuovo linguaggio dei video brevi, innescare una relazione con oltre 300 creators e cambiare il nostro palinsesto.

 

Diego Biasi, Founder & CEO di BPRESS

Diego Biasi

AZIONE

Nati nel 1990, siamo una “start up” di successo, sopravvissuta a 4 crisi, ma dalle crisi si esce più forti se si è guarda oltre, lavorando sulle competenze che hai acquisito. In questi 30 anni abbiamo raccontato il futuro di tante aziende disruptive. Il mestiere che abbiamo messo al servizio dei brand è la passione di raccontare l’innovazione descrivendo mondi che ancora non esistono. L’oggi ci sta mostrando una generazione giovane con idee chiarissime e con energie per contribuire al cambiamento, un target digitale caratterizzato da un’infedeltà massima nei confronti dei brand e che quindi va gestito con intelligenza da parte della comunicazione: questo è il paradigma di quello che ci aspetta in futuro. I comunicatori devono fare il primo passo, individuare un bisogno inesplorato e su quello costruire il fascino della comunicazione, quindi scelgo l’azione.

 

Michele Franzese, Direttore Commerciale di Scai Comunicazione

Michele Franzese

PAREGGIO

Nell’ultimo anno e mezzo, il mondo degli eventi si è trasformato per adattarsi al nuovo contesto: da pionieri abbiamo fatto tanti esperimenti, a volte lanciandoci nel vuoto, e raccontiamo la nostra esperienza nel libro di prossima uscita “Human Digital Events”, che si sofferma anche sugli errori commessi. Il format risultato più coinvolgente per il pubblico è quello del programma televisivo: contenuti e speaker di qualità creano engagement. serve qualità di contenuti e degli speaker. Questo è un archetipo a cui siamo abituati, mentre a tutto il resto dobbiamo ancora abituarci. I clienti chiedono una organizzazione che sappia ben dosare tecnologia, gamification, networking, esperienza live e di archiviazione. Il mio mantra è l’azione: prima mi lancio e poi capisco se c’è il paracadute, ma se si apre mi consente di esplorare territori oltre il limite. Anche reagire a certe situazioni è fondamentale, quindi l’ideale è nell’equilibrio.

 

Paolo Pascolo, CEO de Imille

Paolo Pascolo

PAREGGIO

Con la pandemia, le aziende hanno dovuto digitalizzare i loro processi per restare sul mercato e noi ne abbiamo “approfittato”: eravamo già digital native e abbiamo cercato di strutturare ancora di più in quel verso una serie di prodotti e servizi. È diventato sempre più importante connettere consumatori e marche attraverso un dialogo biunivoco ma è altrettanto vero che, come avveniva in passato, si continuano a misurare i KPI e le vendite. Oggi nella comunicazione si possono fare degli errori perché si tende a inseguire un trend in maniera troppo veloce, come lavorare con gli influencer ed essere su TikTok. Non è che l’azione sia il bene e la reazione il male, non esiste una ricetta, ci si comporta “a seconda di”: c’è chi pensa che se si agisce si è sempre avanti agli altri, ma a volte si è costretti a reagire per un’esigenza più tattica. La Apple, considerata una delle aziende più innovative al mondo, ha sempre fatto reazione, migliorando prodotti già esistenti.

 

Gianfelice Facchetti, attore, drammaturgo e scrittore

Gianfelice Facchetti

PAREGGIO

Qualsiasi cosa io abbia fatto nel mio percorso professionale non sarebbe accaduta se non avessi studiato recitazione e lavorato nei primi anni solo in quel campo: è da lì che ho trovato poi la parola da scrivere, da mettere in scena come drammaturgo o da rappresentare come regia. Oggi più che mai, in tempi così incerti, è meglio riuscire a fare più cose, scoprendo nuove strade e nuovi canali in cui provare a mettere la propria creatività per costruire una narrazione originale. Fino a 2 anni fa ci si poteva permettere di proporre qualsiasi storia, anche forzandola. Oggi si deve ascoltare di più lo spettatore che ha bisogno di racconti di bellezza, di coraggio e con una visione sul futuro. Un insegnante con il quale mi sono formato in teatro diceva: “I don’t act, I react” e io mi identifico nella reazione, cioè in quella capacità di rispondere e di trovare nuove vie alle sollecitazioni affinché le nostre vite e le nostre professioni riescano a rimettersi in equilibrio.

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