Conto alla rovescia per GECO Expo: la fiera virtuale “aperta al mondo”

A pochi giorni dall’apertura della manifestazione Daniele Capogna, Co-Founder di Smart Eventi, realtà organizzatrice della manifestazione, ci racconta le novità della seconda edizione

Il conto alla rovescia è cominciato. Il 1° marzo si apre la seconda edizione di GECO Expo. Quali sono le principali novità di quest’anno?

Daniele Capogna

Ormai ci siamo, abbiamo fatto tesoro di diversi consigli raccolti tramite questionari di soddisfazione dei partecipanti, buyer ed espositori e abbiamo un sacco di novità.

Da un punto di vista tecnico sono state sviluppate le funzioni di emoticon degli avatar, abbiamo reso la piattaforma più inclusiva abbracciando la community LGBT+ e ampliato l’outfit della dressing room. È stato aggiunto un giorno di fiera, dedicando così i primi due con ingresso riservato all’area expo solo ad operatori di settore, mentre il terzo e quarto giorno l’area expo sarà aperta a tutti. Al contrario, il ricco programma di contenuti è raggiungibile sempre, per l’intera durata della fiera, sia da visitatori che buyer ed espositori. Inoltre, mentre l’anno scorso il programma di tavole rotonde era usufruibile solo tramite l’ambiente 3D, quest’anno si potrà accedere direttamente anche da sito web, così da permettere una più immediata fruizione a chi fosse interessato ad approfondire i temi trattati. Noi, tuttavia, consigliamo a tutti di provare comunque l’esperienza 3D di GECO Expo, per forza di cose maggiormente coinvolgente. 

A proposito di contenuti, quest’anno abbiamo aggiunto due tematiche, Eco food ed Economia circolare, per approfondire e chiudere il cerchio attorno al Green New Deal.

 

Qual è il vostro pubblico di riferimento e quali sono le vostre attese?

Ci piacerebbe che il mondo intero fosse il nostro pubblico di riferimento, perché la sostenibilità riguarda tutti, ma ancora ascolto troppo spesso discorsi in cui le persone dicono che non è un problema che li riguarda “perché tanto la loro vita l’hanno vissuta”… 

Considerazioni amare a parte, la nostra audience è formata da un lato da aziende e operatori di settori che si stanno impegnando – chi già da anni, chi da poco – nell’ambito della sostenibilità e che vogliono raccontare le loro migliori pratiche affinché si diffonda la cultura e si sottolinei l’importanza di questo tema; dall’altro, abbiamo i visitatori, interessati a conoscere di più riguardo alla sostenibilità. Come si sta per esempio agendo sul fronte della mobilità, che è la tematica su cui si incentrano i lavori della seconda giornata. E quali contributi giungono dai settori dell’energia rinnovabile, del turismo, del food? L’innovazione sarà proprio il fulcro del nostro contest, rivolto a giovani e startup che vogliono far conoscere le proprie idee potenzialmente rivoluzionarie.

Ci attendiamo un pubblico attento e partecipativo, che sia stimolato a impegnarsi veramente con i piccoli gesti a mettere in pratica azioni tese a un comportamento più virtuoso che abbia ricadute positive sull’intera collettività. 

 

Le aziende come stanno imparando a “vivere” le opportunità di uno spazio virtuale che consente però interazioni reali?

Ottima domanda! Secondo noi coesistono due correnti: la prima, più orientata all’innovazione, che crede nella tecnologia e decide di supportarci, rinnovandoci la fiducia, come diversi espositori dell’anno scorso, o nuove realtà, l’anno scorso un po’ più scettiche, che quest’anno però hanno deciso di salire a bordo. La seconda corrente invece è rappresentata da aziende che ritengo soffrano ancora di un management vecchio stampo, soprattutto in Italia, ancora restio a un deciso cambio di paradigma. GECO vuole rivoluzionare il modo di fare fiera, ma quando la proposta supera le prime linee commerciali e arriva ai tavoli dei decisori finali, le risposta è che non si crede in queste nuove tecnologie. Qui si potrebbe aprire un dibattito, ma sono certo che il tempo ci darà ragione. 

 

La vostra piattaforma presta grande attenzione all’inclusività. Ci vuole raccontare come avete interpretato concretamente un aspetto così importante?

Inclusivo significa anche accessibile, per cui diventa basilare la scelta di una tecnologia alla portata di tutti: per unirsi a GECO è sufficiente una connessione internet performante e una postazione desktop o un buon smartphone. 

Non è necessario scaricare nessuna app e tutto funziona in cloud. Ovviamente la piattaforma è multilingue, così da consentire a ospiti originari di tutte le parti del mondo di prendervi parte. 

Gli avatar sono ancora più interattivi fra loro, oltre alla dotazione di chat e telefono, con un’implementazione anche in termini di look e abiti: l’inclusività riguarda in quel senso la possibilità di scegliere per esempio outfit di taglio mediorientale, o di dichiararsi non binari, abbracciando quindi l’intero mondo LGBT+. 

 

Quali sono le vostre attese per Smart Talk, il contest dedicato ai migliori progetti di sostenibilità e biodiversità, che quest’anno per la prima volta sarà diviso in due categorie?

La nostra ferma volontà è di offrire a tutti gratuitamente la possibilità di rendere visibili un’idea o un progetto già avviato: il contest è stato un grande successo l’anno scorso e lo sarà anche quest’anno. Il panel di giudici è sicuramente di livello, attento e interessato a trovare nuove iniziative da promuovere. L’anno scorso diversi di loro hanno deciso di offrire post GECO presso le realtà in cui collaborano momenti di visibilità ad aziende che ritenevano innovative e promettenti. La suddivisione in due filoni distinti nasce per dare un equilibrio maggiore alle risorse a disposizione delle realtà partecipanti in base al loro ciclo di vita aziendale.

 

L’organizzazione di questa seconda edizione della manifestazione cosa vi sta insegnando? Che tipo di evoluzione vi immaginate per GECO Expo?

Una volta di più, viene ribadito che i contenuti fanno davvero la differenza e quest’anno abbiamo ulteriormente innalzato il livello degli speaker che parteciperanno alle tavole rotonde: invito tutti a seguirci per rendersene conto. Mantenere alta la proposta culturale comporta grande impegno, con importanti investimenti, sia in termini di tempo, sia da punto di vista strettamente economico, il cui ritorno sarà visibile solo negli anni a venire. 

Altro aspetto importante che abbiamo appreso è come sia fondamentale l’ascolto delle realtà con cui siamo venuti a contatto; le opinioni e i suggerimenti di partecipanti ed espositori ci hanno infatti aiutato a migliorare passo dopo passo, tanto che noi abbiamo una nostra visione per la terza edizione, ma attenderemo a valutarla appieno solo dopo aver considerato i feedback di questa seconda edizione che ci consentiranno di capire quale direzione dovrà prendere la terza edizione di GECO. È superfluo dire che noi crediamo fortemente in questo progetto e non vediamo l’ora di programmare la terza edizione: l’evoluzione potrebbe essere sia nella piattaforma che in parte anche nel format, ma staremo a vedere. In quanto innovatori, non ci precludiamo nulla!

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