Mondo insurtech: iArena con Gruppo DigiTouch rilancia la sfida

Intervista a Carlo Francesco Dettori e a Simone Ranucci Brandimarte

Realtà pioniera del settore dell’insurtech fondata nel 2013 dall’imprenditore Carlo Francesco Dettori, iArena è una pmi innovativa specializzata nella trasformazione digitale nel settore assicurativo.

Carlo Francesco Dettori

La scorsa primavera la società ha lanciato con successo una campagna di equity crowdfunding con l’obiettivo di strutturarsi per cogliere le opportunità di un comparto in piena evoluzione. Un settore che si sta via via plasmando sulle nuove abitudini di consumatori sempre più digitali. Un processo già avviato da qualche anno, ma che ha sicuramente subito un’accelerazione durante l’emergenza pandemica.

Da start up, iArena aveva fatto il suo esordio sul mercato con insurance-arena.com, il primo marketplace B2B per intermediari assicurativi, una community che ha superato i 3.100 iscritti, imponendosi come un punto di riferimento.

Oggi, l’azienda ha trovato sul suo cammino un prezioso alleato, il Gruppo DigiTouch, autentico campione italiano della digital transformation entrato nella compagine societaria circa sei mesi fa. Per raccontarci la genesi e le prospettive di questa partnership abbiamo intervistato Carlo Francesco Dettori e il Presidente del Gruppo DigiTouch Simone Ranucci Brandimarte.

 

La scorsa primavera il Gruppo DigiTouch è entrato in iArena. Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a investire in questo progetto? 

Simone Ranucci Brandimarte: DigiTouch da sempre cavalca quei trend di innovazione che ci possono garantire tecnologia, marketing e competenze nuove e in linea con le esigenze di mercato così da essere sempre più efficaci per i nostri clienti. Abbiamo identificato il settore dell’insurtech come strategico per le realtà del settore bancario e assicurativo che si avvalgono dei nostri servizi. In iArena abbiamo individuato il giusto anello di congiunzione fra la value proposition di Digitouch – tecnologia, marketing ed e-commerce – e il mondo dell’insurtech. In particolare, abbiamo deciso di sposare da subito il nuovo progetto Quellochevoglio.io, marketplace che va in una direzione più B2C. Riteniamo questa iniziativa estremamente sinergica con la nostra offerta e siamo certi di poter dare il nostro contributo per veicolarla sul mercato. 

Simone Ranucci Brandimarte

Come è nata e qual è il valore aggiunto di questa partnership?

Carlo Francesco Dettori: Nel momento in cui siamo nati, con le nostre sole forze abbiamo sfidato un mercato arrugginito, caratterizzato da abitudini operative, distributive e di comunicazione molto vecchie, intuendo, prima di altri, che c’era un cambiamento in atto e che a un certo punto ci sarebbe stata una potente accelerazione. Con insurance-arena.com abbiamo dato vita a un primo marketplace che ha consentito la collaborazione fra intermediari assicurativi allo scopo di migliorare l’offerta sui loro clienti. In concreto, abbiamo creato una piattaforma digitale dove poter mettere a fattor comune le capacità e le esigenze delle diverse tipologie di intermediari. Questo ha consentito agli operatori del settore di sviluppare i prodotti e di essere più competitivi. Negli ultimi due anni, di fronte all’accelerazione del processo di digitalizzazione in ambito assicurativo, abbiamo iniziato a guardaci intorno, cercando di capire quali potessero essere i compagni di viaggio migliori per portare la società ad affrontare la sfida a un livello più alto. Così abbiamo cominciato a condividere queste idee con Simone Ranucci Brandimarte, una figura di primissimo piano del settore insurtech, e con il suo Gruppo, e abbiamo riscontrato un’identità di vedute. In questo confronto abbiamo raggiunto un ottimo punto di sintesi su come riposizionare l’offerta di iArena e ricollocarla sul mercato B2B2C. 

 

Quali sono stati gli aspetti più significativi della collaborazione fra iArena e Gruppo DigiTouch in questi primi sei mesi? 

S.R.B.: In questi mesi abbiamo lavorato sulla piattaforma tecnologica, sullo sviluppo del deployment dell’idea di marketing e sulla localizzazione. Abbiamo inoltre intrapreso l’aumento di capitale ulteriore che stiamo finalizzando.

C.F.D.: Abbiamo avviato lo sviluppo del nuovo marketplace, strutturando il motore della piattaforma e la value proposition. Un percorso che oggi ci consente di essere a un punto di svolta. 

 

In quale scenario si muove iArena?

C.F.D.: Ci muoviamo in un mercato che è contraddistinto da due tipi di minacce. Quelle che vengono dall’interno e che riguardano essenzialmente la forma mentis dei clienti, degli assicuratori e degli incumbent. Non tutte le figure della nostra industry sono allineate nel desiderio di innovare. Ci sono molte resistenze, ma non mancano le “squadre” che portano avanti l’innovazione spinta. Penso a chi mette a punto marketplace, chatbot, prodotti on/off, on demand o push. È vero che i consumatori italiani sono un po’ differenti per mentalità rispetto a quelli di altri Paesi, ma sta avanzando la Gen Z, andiamo in una direzione nuova. Le proiezioni ci dicono che nel 2050 in Italia l’85% dei consumatori sarà digitale. Il secondo tipo di minaccia viene dall’esterno, da mercati più maturi, dove operatori straordinariamente dotati da un punto di vista finanziario hanno già sviluppato modelli innovativi. Chiaramente dove trovano un terreno di conquista provano a entrare. Personalmente penso che queste minacce siano opportunità per chi ha una visione lunga del mercato. Noi in particolare ci proponiamo come una insurtech advertising-based, un operatore innovativo e inclusivo, che conosce, per l’esperienza maturata in tanti anni sul campo, la mentalità degli intermediari, dei consumatori e le esigenze delle pmi. 

S.R.B.: È vero che gli investimenti nell’insurtech nel nostro Paese sono sotto le aspettative e che molti player internazionali stanno entrando in Italia. Ma per noi questo non rappresenta un rischio, ma un valore. Siamo la porta di accesso per tutti coloro che vogliono “vendere” i loro servizi assicurativi in Italia. Per cui, più saranno gli operatori attivi sul mercato, maggiori saranno le opportunità per noi. 

 

Come avete strutturato il piano di sviluppo?

C.F.D: Completato il nuovo aumento di capitale, dobbiamo iniziare a incrementare lo staff operativo della società. Sulla piattaforma Quellochevoglio.io stiamo lavorando per integrare alcuni operatori già totalmente digitalizzati, ma l’impegno è quello di coinvolgere anche alcuni degli intermediari già presenti all’interno della community di insurance-arena.com, che naturalmente dovranno rispondere a determinati requisiti. Lato consumer, il nostro obiettivo è quello di costruire un’esperienza totalmente nuova rispetto ai comparatori. Vogliamo essere un brand che si rivolge ai consumatori dicendogli: qui trovi le compagnie assicurative digitali, i broker digitali e i migliori assicuratori tradizionali che possono ulteriormente migliorare la tua polizza assicurativa. Lato fornitori ci proponiamo come la struttura di lead generation verticalizzata che opera con i tre operatori principali del mercato (compagnie assicurative, distributori digitali, intermediari tradizionali). Uno spazio per intercettare i nuovi consumatori digitali a un costo molto competitivo. Saremo pronti con la versione go-to-market di Quellochevoglio.io per la fine di gennaio. Un lancio che dovrà essere sostenuto da un importante campagna omnichannel, realizzata con il supporto di Gruppo DigiTouch.

S.R.B.: La catena del valore del mondo assicurativo si sta modificando. È diventata sostanzialmente più fluida. Quellochevoglio.io risponde proprio a questo cambiamento. La piattaforma sarà in grado di fornire preventivi qualificati sia a consumatori che hanno esigenze particolari, ma anche alle pmi e ai professionisti. Uno spazio nuovo che semplifica la vita. 

Ad esempio aiuterà tutte quelle aziende che hanno la necessità di costruirsi un pacchetto assicurativo su misura. La differenza la facciamo su quei prodotti che non sono standardizzati. 

 

Avete un piano di espansione sui mercati internazionali?

C.F.D: Quello che abbiamo messo a punto è un modello tecnologico e di business scalabile in tutti i Paesi. L’Italia è la base di partenza, ma abbiamo un piano di sviluppo con una roadmap che prevede di aprire alcune country da qui ai prossimi tre anni. 

S.R.B.: Sicuramente si tratta di un modello scalabile ed esportabile. Ma penso che la grande opportunità sia rappresentata dall’Italia, un mercato enorme e sottoassicurato. Da un lato siamo un Paese con più di quattro milioni di piccole e medie imprese che ad oggi per sottoscrivere una polizza assicurativa devono ricorrere ancora ai metodi tradizionali, spesso poco vantaggiosi, dall’altro in Italia contiamo decine di migliaia di operatori… In questo scenario possiamo davvero fare la differenza.

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