Il Ritorno del Pubblivoro – Idee in viaggio

La metafora del viaggio è una delle più usate nelle comunicazioni corporate, perché permette una narrazione dinamica e con la quale si possono facilmente applicare i principi e le tecniche di storytelling. Il rischio che si corre è di percorre la strada (scusate la metafora sul viaggio) del già visto e di cadere in un eccesso di retorica. Oggi analizziamo due esempi di comunicazione corporate che utilizzano la metafora del viaggio riuscite molto bene.

La prima è Ferrovie dello Stato Italiane che con un’idea creativa vincente crea un parallelo tra il viaggio dei propri mezzi e il viaggio verso un futuro più sostenibile e di qualità. Il testo, recitato in maniera convincente da Luca Ward, accompagna molto bene lo spettatore. La parte più bella è l’incipit “Più investiamo nel presente prima raggiungiamo il futuro” con la soggettiva dalla cabina della locomotiva che passa dal paesaggio naturale al tunnel della tecnologia. Questa prima affermazione forte è utile per spiegare le azioni intraprese, i risultati raggiunti e il collegamento tra questi e i valori della sostenibilità. Le immagini sono molto belle e, a parte un piccolo effetto nostalgia dovuto alla consapevolezza che oggi non possiamo ancora intraprendere i viaggi con la stessa leggerezza di un tempo, danno concretezza alle affermazioni della “voce” di Massimo Decimo Meridio. Unica nota sono le scritte in sovraimpressione. È noto dalle teorie neuroscientifiche che non siamo in grado di leggere e ascoltare contemporaneamente, quindi l’apparire del testo scritto distrae dall’ascolto con il rischio di un overload di informazioni. Probabilmente un’aggiunta eccessiva su un testo per la voce così ben scritto che da solo raggiunge già gli obiettivi di associazione di valori al brand.

Altro esempio riuscito è quello di Estathè che usa il racconto del viaggio della foglia dell’Estathè per mettere al centro le persone che lavorano in tutto il processo di trasformazione. Questa scelta è vincente. Infatti, più che la foglia di tè portata dal vento (che non è, in verità, un’idea originalissima), qui i protagonisti sono i gesti delle persone, dallo staccare la foglia dalla pianta all’assaggio del controllo qualità. Tutti eleganti e delicati che manifestano la cura e l’attenzione in tutte le fasi del processo. Interessante anche l’associazione, se non sbaglio per la prima volta, del brand del prodotto al marchio ombrello Ferrero. Fatto con la stessa eleganza e delicatezza dei gesti. Lavorando un po’ più sul ritmo, lo spot sarebbe stato perfetto. Infatti, la lentezza con cui viene rappresentato era più assonante con il primo lockdown in cui tutti ci eravamo presi il tempo per riflettere e ripensarci. Oggi siamo in un periodo di fremito, di attesa del ritorno alla normalità che richiede una comunicazione più rapida e ritmata.

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