Il Ritorno del Pubblivoro – Comunicazione al bivio

Oggi analizziamo due pubblicità che offrono servizi di compravendita online. L’obiettivo è promuovere l’utilizzo della propria App. La scelta di stile è molto diversa.

Subito decide di spiegare il servizio in maniera lineare e descrittiva utilizzando lo stile infografico. Il tutto è ben realizzato e comprensibile. Lo stile fifties dei colori e dei segni grafici funziona. Quello che mi chiedo è perché investire così tanto nello spiegare una tipologia di servizio che non è innovativa e trascurare volutamente il messaggio volto a spiegare perché utilizzare quella specifica App rispetto alle altre concorrenti che offrono lo stesso servizio.

In un mondo dove le persone comprano sempre meno quello che fai (perché possono scegliere tra molte alternative) e comprano sempre di più quello che sei e quello in cui credi, la comunicazione deve necessariamente andare verso i valori e rispondere al why: perché devo comprare da te? Perché devo usare il tuo servizio? Perché devo scaricare la tua App? Penso che in questa pubblicità la risposta al why sia troppo debole e poco incisiva.

La descrizione del servizio e delle funzioni è appropriata per prodotti e servizi nuovi, un ottimo esempio è la pubblicità delle Dash Pods, dove Totti lancia il prodotto nel cestello della lavatrice per mostrare il nuovo modo di utilizzo delle pastiglie per la lavatrice.

Chi invece intraprende eccellentemente la strada del perché è Idealista che propone una comunicazione particolarmente riuscita. Il linguaggio è modernissimo, in pieno stile TikTok, per fare leva su un pubblico giovane. E la scelta di ingaggiare per lo spot dei Tiktokers ne manifesta la coerenza. L’idea nella sua semplicità funziona molto bene: ribadire di essere i numeri uno in un’atmosfera divertente e leggera.

La promozione della leggerezza, in modo particolare, regala valore al brand. Ottimo il ritmo sia musicale che di montaggio. Bella l’esperienza d’insieme che vede la continuità della narrazione attraverso il tormentone alternata a cambiamenti visivi che mantengono vivo l’interesse per tutta la durata del video. In particolare, acuto il gioco di pettorali e gli split screen.

Certo, per un pubblivoro che ha passato da un po’ i cinquanta e che nella memoria ha ancora i caroselli con Pippo e la Brillantina Linetti può risultare tutto un po’ “troppo”. Ma tutto sommato deve fare i conti con il fatto di essere fuori target e che alla fine, per quanto si è predisposti al cambiamento, una piccola dose di nostalgia ha sempre il suo perché.

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