Il ritorno del Pubblivoro – L’emozione ha una sua voce

Il voice over spesso è il punto di partenza per il concept creativo. Il testo rimane di frequente schiacciato dalla musica e dall’esperienza visiva, potenti generatori di pathos. Oggi analizziamo due spot dove la narrazione della voce rimane protagonista e contribuisce in maniera rilevante alla riuscita della comunicazione.

Partiamo da Timberland che con “La lettera alla natura” presenta la sua nuova campagna. L’idea nella sua semplicità è molto creativa: costruire un dialogo tra l’umanità e la natura, dialogo che questa fase di crisi ci ha ricordato essere assente da troppo tempo. Tutto questo attraverso una lettera letta da una bambina. 

La scelta è per la forma della scrittura, per sottolineare lo “Scripta manent”, insieme alla figura della bambina che rappresenta l’innocenza e l’essere diretti senza tutte le infrastrutture linguistiche e il cinismo disincantato del mondo degli adulti. Il testo è toccante, le immagini scelte sono molto belle e l’idea degli scatti della macchina fotografica funziona molto bene. Io avrei terminato lo spot sulle parole della promessa al “Before” lasciando l’atmosfera di intimità, molto ben creata, che rende la consapevolezza e l’impegno concreti. Il cambio musicale per sottolineare la prospettiva, il futuro che vede protagoniste le persone immerse nella natura l’ho trovato un “di più” non necessario che, addirittura, impoverisce la bellezza e le emozioni della prima parte. 

Le parole sono protagoniste anche nello spot di Yes Milano “Un nuovo inizio. Un passo alla volta”. Parole ben interpretate dal musicista Ghali. La scelta del parlato e non cantato, rinunciando anche alla correzione elettronica della voce è una scelta vincente che esalta l’interpretazione di Ghali, decisamente credibile. Il testo ha la poesia del cantautorato della “vecchia generazione” e la contemporaneità della lettura del momento che stiamo vivendo. L’esperienza visiva è ben fatta e diventa un accompagnamento, senza sovrastare il testo. Il rischio di cadere in immagini di strade deserte e monumenti, già viste in altre pubblicità, è scampato grazie alle persone con la mascherina che si muovono, con mezzi diversi, nella città. Le persone sono le vere protagoniste che tornano, con le giuste precauzioni, a colonizzare le strade rimaste deserte per ormai troppo tempo. Un bel dettaglio l’insegna “pigiama” che sottolinea la parola recitata dall’artista di origine tunisina.

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