Spesa Adv, nel 2019 mercato tra -1 e -2%. Costa: «WPP Italia in linea con il 2018. Nuovi spender all’orizzonte»

Beduschi (GroupM): «Nel 2020 la tv reggerà con gli eventi sportivi: possibile una chiusura con il segno più». Wavemaker si ritira dalla gara GrandVision e difende Zalando

A margine dell’8° Forum WPP-TEH-Ambrosetti, Massimo Costa, Country Manager di WPP Italia e Massimo Beduschi, CEO di GroupM, hanno rilasciato alcune dichiarazioni sull’andamento degli investimenti nel 2019 e sui futuri trend della comunicazione che andranno a impattare anche sull’organizzazione delle agenzie.

Massimo Beduschi

«Non è stato un grande anno – ha spiegato Beduschi -. Le nostre previsioni sono di una chiusura in negativo, tra il -1 e il -2%, ma senza conteggiare i grandi player digitali, sui quali investe la maggior parte della categoria Small Medium Business, la perdita è tra il -5 e il -7%».

«L’adv classica ha preso un duro colpo e non dà segnali di ripresa – ha precisato Costa -, e quindi dobbiamo soffermarci a pensare a quello che succederà nel 2020». «Prevediamo per la stampa ancora un calo in doppia cifra, mentre la tv terrà grazie agli eventi sportivi, soprattutto gli Europei di Calcio, perché per le Olimpiadi di Tokyo ci sarà il problema del fuso orario. La chiusura potrebbe così avere il segno più davanti». «La tv generalista è un mezzo che terrà perché l’anagrafe nazionale italiana è alta rispetto alla media europea – ha proseguito Costa -. A livello di natalità da 10 anni c’è crescita zero. La generazione di domani sarà quella dei figli degli immigrati, è a loro che dobbiamo iniziare a rivolgerci. E porre attenzione anche al social impact per far crescere le donne nel mondo del lavoro e responsabilizzare gli uomini. A livello di investimenti, è interessante segnalare che globalmente i più grandi spender in adv sono diventati proprio gli ott. Si ridurranno notevolmente i budget del Fast Moving Consumer Goods e dell’Automotive, mentre i nuovi protagonisti saranno l’E-commerce, il Fintech, il Wellness, il Media che cambierà pelle con gaming, telecomunicazioni, streaming e nuovi publisher, e l’Hospitality. Il livello digitale è un acceleratore di questa trasformazione, l’Italia ha ancora un sistema tv-centrico». «In Italia Amazon raccoglie 110 milioni di euro, Facebook 1 miliardo e Google 1,5 miliardi, senza considerare il cloud e i servizi alle imprese. Il Governo potrebbe dare incentivi ai mezzi più in difficoltà, a cominciare dal far pagare le tasse agli ott», è convinto Beduschi. WPP «chiuderà in linea con il 2018, con una quota di mercato alta e profittabilità a due cifre: abbiamo perso clienti ma ne abbiamo acquisiti altri. Il mercato sta cambiando strutturalmente e per noi che offriamo comunicazione e servizi di marketing il modello nel futuro sarà quello di non partecipare più a gare costose e non remunerative. Stiamo procedendo a un’operazione di due acquisizioni di società in ambito digitale e l’avvio del Village di WPP, previsto a maggio 2020, ci consentirà di essere ancora più attivi nella nostra visione di social impact: il Campus agirà da volano per il recupero di periferie, sarà un punto di riferimento per chi fa business a Milano, avrà aree ricreative a servizio della comunità, farà formazione di giovani: perché l’impegno sociale è una scelta da abbracciare a da vivere», ha concluso Costa. (V.Z.)

 

Wavemaker si ritira da GrandVision e difende Zalando 

 

Il CEO di Wavemaker Luca Vergani ha commentato alcuni trend che stanno coinvolgendo il mondo delle agenzie media. «Cresce il numero di gare in cui non ci è richiesta la pianificazione media, bensì progettualità con base e-commerce: sono sfide stimolanti che partono dal CRM fino a tutti gli altri servizi di valore aggiunto, prevalentemente in ambito digitale. Questo ci fa uscire anche dalla logica del fee». Per quanto riguarda invece le gare più tradizionali, Vergani ha dichiarato che Wavemaker «si è ritirata da GrandVision, per alcune incompatibilità sulle richieste del cliente, e che è impegnata nel processo di difesa del brand Zalando. Si tratta di una gara su scala europea, dove però ogni mercato fa per sé». (V.Z.)

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