Casta Diva Group si apre al mondo della serialità e pensa a un nuovo AD

Andrea De Micheli, presidente e AD del Gruppo, racconta le motivazioni che hanno portato al nuovo cda senza il socio storico Luca Oddo e rivela progetti e piani di sviluppo, con focus sugli eventi e sulla produzione di contenuti seriali

«Business as usual»: così Andrea De Micheli commenta, con la stampa ma anche con i clienti, lo stato dell’arte di Casta Diva Group a seguito del recente consiglio di amministrazione che ha portato all’uscita di Luca Oddo (che resta comunque ancora socio con circa il 27% delle azioni) e all’ingresso di nuovi consiglieri. «Si è trattato di una divergenza di vedute che ci ha portato a intraprendere percorsi diversi. I nuovi consiglieri indipendenti, Vittorio Meloni, Piero Candela e Francesco Savelli sono esperti di settori diversi  che potranno aiutare l’azienda a crescere velocemente». Savelli , in particolare, per sei anni è stato CFO di Lux Vide, accompagnando la struttura nella trasformazione che l’ha portata da produrre quasi esclusivamente per la Rai (Don Matteo) a grandi produzioni internazionali (I Medici). «Savelli può aiutare il gruppo a entrare nel mondo della serialità. La produzione di contenuti propri è uno degli aspetti su cui intendiamo crescere molto» afferma De Micheli. Attualmente questa attività rappresenta il 15% del fatturato di Casta Diva Group. Il restante 85% è suddiviso tra eventi e spot, con prevalenza deli eventi. Il fatturato totale del 2018 è stato di 34 milioni di euro, circa 10 milioni in più rispetto all’anno procedente: la crescita è dovuta alle acquisizioni messe a segno lo scorso anno, G2 e Mete Travel. «Il nostro obiettivo è portare le tre attività di produzione ad avere lo stesso peso sul fatturato» sottolinea De Micheli. Non si escludono comunque nuove acquisizioni, anzi sono in stato avanzato le trattative con una società francese.

Tornando al cda, De Micheli, che precedentemente ricopriva la carica di Presidente, ha assunto anche quella di AD che era di Oddo: «Provvisoriamente» sottolinea tuttavia, e aggiunge: «vorrei trovare un AD e ho anche in mente la figura giusta, che però in questo momento è impegnata. Si tratta di una persona giovane proveniente da un incrocio tra il mondo dei contenuti e il digital».

Il semestre che si è appena concluso nel frattempo è andato «secondo i piani» e ha portato anche alla vittoria, non ancora ufficializzata, nella gara per gli eventi di Poste Italiane, attraverso G2, insieme a Overseas, MP Group e Alphaomega. Nel frattempo il Gruppo sta partecipando ad altre gare istituzionali, una in particolare per una Regione italiana, e con la sede di Dubai (controllata al 51%) è tra le sei agenzie che si contendono la realizzazione di un grande Festival voluto dall’Emiro. Proprio sulla sede di Dubai si concentrano molte aspettative per il prossimo anno, quando la città ospiterà Expo 2020.

In Italia, invece, il 2018 ha visto quasi il raddoppio del fatturato della casa di produzione. Questo risultato, insieme alle acquisizioni, ha portato il valore del mercato italiano a pesare circa il 70% del fatturato complessivo del gruppo, mentre precedentemente il rapporto tra Italia ed estero era circa 50-50.

 

 

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