Wpp acquisisce AQuest e punta ai brand di alta gamma

Wpp Italia ha annunciato ieri di aver acquisito la maggioranza di AQuest, società che incorpora competenze creative e tecnologiche e che ha firmato progetti innovativi di comunicazione puntando sulla creazione di esperienze di awareness e di acquisto per i consumatori.

Wpp Italia ha annunciato ieri di aver acquisito la maggioranza di AQuest, società che incorpora competenze creative e tecnologiche e che ha firmato progetti innovativi di comunicazione puntando sulla creazione di esperienze di awareness e di acquisto per i consumatori. «Avevamo annunciato la nostra volontà di investire sulle acquisizioni, dopo AQuest annunceremo una accordo con una società di e-commerce», ha spiegato Massimo Costa, country manager di Wpp Italia durante un incontro con la stampa. «Il gruppo sia a livello internazionale sia in Italia ha intrapreso un percorso di “riposizionamento” dei propri reparti, tramite le aggregazioni tra sigle e le acquisizioni, in funzione di una proposta creativa che sarà sempre più digitale. AQuest – ha proseguito il manager – non sarà aggregata a una sigla specifica di Wpp, a meno che dovesse risultare strategico, ma lavorerà con tutte le società a supporto di clienti di alta gamma, come possiamo già contarne nel Food, nell’Automotive, nel Fashion per offrire loro qualcosa in più del classico servizio digitale». L’obiettivo più esteso è però quello di attingere dal bacino di utenza della società fondata da Fabio Merlin, CEO, e da Michele Mormile, Vice President sulla parte Clienti, che vanta nomi come Gucci, Bulgari, Mercedes, Bellavista, Rana, Poliform, Smeg, Mutti e molti brand piccoli che hanno nel Dna l’artigianalità che contraddistingue le piccole imprese del made in Italy. «Vogliamo essere la scelta logica e ideale per le aziende che hanno fatto del crafting italiano la loro parola d’ordine, aiutandole a esportare in nuovi mercati. Con queste nozze Wpp si avvicina ai clienti btb, che non sono tradizionalmente nostri», ha dichiarato Costa. L’offerta di AQuest è articolata su: design UX/UI, sviluppo di progetti web innovativi; produzione creativa (video, spot, 3D), per social e tv; retail 4.0, attivazioni utili a trasformare l’esperienza del consumatore. In ambito digitale ha acquisito prestigiosi premi internazionali tra cui 39 Awwwards.com, primi in Italia e quarti al mondo. Nel 2019 ha ricevuto un Webby Awards (unica agenzia italiana premiata), il CSS Design Award “Agenzia dell’anno” e il Microsoft Partner Awards per la categoria “Engage Your Customers” con un progetto basato su AI con Spotify. La società, che conta 70 professionisti dislocati nelle sedi di Milano e di San Giovanni Lupatoto (VR), dove rimarrà la parte di produzione, entrerà nel Campus Wpp, che dovrebbe aprire i battenti a inizio 2020.

«Entrare in Wpp è il coronamento di un sogno: vogliamo crescere non solo sui numeri ma sulla qualità – ha commentato Merlin -. Crediamo nella forte spinta creativa e trasformazione che Wpp sta portando ai propri clienti e siamo onorati di poter far parte di questo progetto. Vogliamo mettere la nostra capacità al servizio del network Wpp per realizzare progetti per grandi clienti mantenendo una puntuale cura artigianale, che ci hanno permesso di lavorare con alcuni dei migliori brand del mondo». «Nei prossimi 12 mesi il bilanciamento dei mezzi cambierà e il nostro Paese dovrà raggiungere un’aliquota digitale superiore a quella di oggi – ha proseguito Costa -. L’acquisizione di AQuest è la conferma della centralità della tecnologia nella strategia di rafforzamento e crescita di Wpp, in Italia e nel mondo. Vogliamo diventare l’hub di riferimento del network globale per il comparto Lusso. Siamo una creative transformation company che porta professionalità, innovazione e creatività alla comunicazione italiana, una leva importante per il rilancio della nostra economia». Costa si è dichiarato «più pessimista rispetto alle stime 2019 di Upa (+0,5%): con la presenza di Facebook e di Google prevedo -2%, senza gli ott il risultato sarà peggiore. Certamente le associazioni di categoria hanno il compito di “tranquillizzare” il mercato, ma è fondamentale fare delle analisi critiche. Per Wpp le previsioni per il 1° semestre e per fine anno sono di un andamento flat: abbiamo perso dei brand importanti, altri ne perderemo e altri arriveranno, ma abbiamo le “spalle larghe” grazie a 1.200 clienti. La strada ormai è quella di non accettare più progetti one shot, ma solo quelli che comprendano adv, media, digitale, come Lavazza, Campari, Lottomatica, Conad. Vogliamo professionalizzare il business e lavorare per fare margini».

 

 

 

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