Arriva GestAI, il primo gestionale con assistente AI al fianco di psicologi e psicoterapeuti
«Quando si parla di salute mentale si pensa quasi sempre solo al paziente… ma chi si prende cura di chi si prende cura?». Nasce così GestAI, il primo gestionale con agente AI integrato, progettato per semplificare il lavoro dei professionisti della salute mentale. Ne abbiamo parlato con il CEO Marcello Gambuzzi.

Marcello Gambuzzi
Come nasce GestAI e come avete mosso i vostri primi passi?
GestAI nasce con un’idea molto semplice: restituire tempo e attenzione ai professionisti della salute mentale. Tutto è partito da un’idea mia e di Yassin Elouardi, il mio socio e CTO dell’azienda, ma nulla sarebbe stato possibile senza il nostro team. È cominciato da un progetto più grande chiamato 4MEE, il cui obiettivo era costruire un intero ecosistema per pazienti e terapeuti, basato sulla telemedicina e sulla realtà virtuale e mista. Poi ci siamo dovuti scontrare con la realtà delle cose, come i costi alti e la complessità. Abbiamo deciso così di pivotare e concentrarci su un prodotto parallelo che già stavamo sviluppando per 4MEE: GestAI. Un gestionale SaaS con un agente di AI integrato, pensato per semplificare, velocizzare e rendere più sostenibile il lavoro dei professionisti della salute mentale. A differenza di prima questa volta il prodotto potevamo svilupparlo al 100% in-house, senza dipendere da fornitori esterni. Quando si parla di salute mentale si pensa quasi sempre solo al paziente, e quasi mai al terapeuta. Invece noi crediamo che il benessere del paziente parta dal benessere del terapeuta. Ci siamo fatti una domanda semplice: chi si prende cura di chi si prende cura? Da qui è partito tutto.
Qual è la vostra mission e a chi vi rivolgete?
La mission di GestAI è restituire ai professionisti della salute mentale più tempo per la cura con un’AI assistiva che lo potenzia e non lo sostituisce. La nostra start up si rivolge a tutti i professionisti della salute mentale, vorremmo contribuire a una società più sana e consapevole, progettando tecnologie che rispettano la dignità, il tempo e la fiducia di chi cura e di chi è curato.

Come pensate che GestAI possa cambiare la pratica clinica del terapeuta? E come misurerete questo impatto?
Meno tempo sprecato a rincorrere la burocrazia, più tempo ed energie per i terapeuti, con un impatto diretto sulla qualità della terapia. In media, molti professionisti dopo ogni seduta passano dai 10 ai 20 minuti a ricostruire appunti, aggiornare la cartella, emettere fatture. Con GestAI tutto questo si semplifica. Il paziente può prenotare in autonomia dall’agenda del proprio terapeuta, gestendo gli slot disponibili. Prima o dopo la seduta, il professionista può richiedere il pagamento e generare automaticamente la fattura, inviata sia al paziente che al sistema TS. La piattaforma può trascrivere e sintetizzare l’incontro, compilando bozze di note cliniche e aggiornando cartella e statistiche. Al terapeuta resta solo la revisione e la conferma. Il paziente non accede ai dati se non con autorizzazione esplicita, da parte del terapeuta stesso. L’obiettivo non è sostituire il giudizio clinico ma potenziarlo. Per misurare l’impatto lanceremo a cavallo tra fine 2025 e inizio 2026 un Programma Beta con 25 terapeuti early adopter. Avranno accesso gratuito per 12 mesi, in cambio di feedback sull’usabilità della piattaforma. Misureremo tempo risparmiato, continuità nei piani di cura, aderenza al percorso. Raccoglieremo impressioni sulla qualità delle note, sulla fatica a fine giornata, sullo spazio mentale liberato. Per noi è fondamentale la gestione dei dati. La nostra AI non è addestrata sui dati dei nostri pazienti. Tutto è conforme al GDPR, con hosting e residenza dei dati in UE e controllo completo da parte del terapeuta.

Qual è il vostro modello di Business?
Il nostro modello di business si basa su un SaaS in abbonamento, con possibilità di up-sell e cross-sell, e una prova gratuita di 15 giorni per permettere ai professionisti di testare la piattaforma. Abbiamo strutturato tre pacchetti principali: Essential, che copre le necessità di base di un gestionale per chi ha bisogno di uno strumento semplice ed essenziale; Pro, dedicato a chi vuole sfruttare appieno le funzionalità avanzate di GestAI per organizzare e gestire meglio il lavoro clinico e amministrativo; Team, per studi associati e realtà più complesse, che consente di lavorare in modo coordinato con più account collegati.
Ogni pacchetto potrà essere personalizzato con upsell specifici, come maggiore spazio di archiviazione, più token per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale o altre estensioni che andranno a potenziare la piattaforma. Il lancio, previsto per la primavera del 2026, sarà accompagnato da video tutorial e webinar gratuiti. Per il futuro pensiamo anche a percorsi di formazione più approfonditi, esclusivi e a pagamento. Ma preferiamo non svelare troppo.
Come sviluppate la comunicazione di GestAI?
Con lo stesso approccio con cui costruiamo il prodotto: ascoltando prima di tutto i professionisti a cui ci rivolgiamo. Vogliamo che i nostri contenuti siano chiari, concreti e utili, evitando promesse irrealistiche e cercando di creare fiducia mostrando anche il dietro le quinte del nostro percorso. Oggi siamo ancora una start up in costruzione, non abbiamo ancora la forza comunicativa che vorremmo, ci stiamo gestendo molto internamente. Ma stiamo ampliando l’organico e vogliamo dedicare figure specifiche alla comunicazione per renderla più costante e incisiva in vista del lancio. L’obiettivo è arrivare al mercato con una presenza coerente e davvero vicina ai bisogni dei professionisti del settore.
Quali saranno i prossimi step del vostro percorso?
Prima di tutto il lancio del programma beta con la versione che faremo provare ai nostri early adopters con l’obiettivo di migliorare e raffinare il prodotto al massimo sulla base dei feedback che raccoglieremo.
Se saremo fedeli alla nostra roadmap prevediamo per la primavera del 2026 il lancio ufficiale e commerciale di GestAI. Dopo questa fase continueremo a lavorare sul prodotto e a quel punto entreremo anche più seriamente in una fase di fundraising. I fondi ci serviranno per accelerare e scalare. Per il futuro ci aspetta molto lavoro. Investiremo tanto sul perfezionamento della nostra AI, che resta il cuore del progetto.
È già in programma una collaborazione con un supercomputer che ci permetterà di lavorare meglio sul fine tuning e quindi sulla qualità e l’affidabilità delle risposte che il modello sarà in grado di dare ai terapeuti.
Un altro step sarà esplorare la partecipazione ad appalti pubblici e collaborazioni con cliniche private per portare la nostra tecnologia anche in contesti più ampi e strutturati. Una volta consolidati in Italia il nostro obiettivo sarà l’espansione in Europa.