Imparare, riflettere e immaginare: futuri alternativi nell’era dell’AI generativa
La ricerca è stata realizzata con il supporto di: Angelini Industries, Cereal Docks, DOS Design, Ericsson Telecomunicazioni, Lavazza Group, Novartis Farma; Alidays, Bvlgari, E.ON, Lactalis, Mediaset, Sofidel, Sorgenia

Già oggi, l’intelligenza artificiale è capace di sollevarci da molte attività ripetitive, standardizzate e routinarie e di aumentare le capacità umane in attività più complesse, creative e cognitivamente impegnative, in cui sono fondamentali intuizione e comprensione del contesto. Nel 2035, però, il passo sarà molto più radicale. Nell’era delle tecnologie generative, cambierà profondamente il modo di imparare, riflettere e immaginare delle persone.
A dirlo è la nuova ricerca dell’Osservatorio FUTURES | Sense Making by System Thinking del Politecnico di Milano, presentata nel convegno “Making Distant Futures | Learning, Reflecting, and Imagining in the Generative Technologies Era (2035)”.
L’edizione 2024-25 è stata realizzata con il supporto di: Angelini Industries, Cereal Docks, DOS Design, Ericsson Telecomunicazioni, Lavazza Group, Novartis Farma, Alidays, Bvlgari, E.ON, Lactalis, Mediaset, Sofidel e Sorgenia.
Otto futuri alternativi per riscrivere il presente
Emergono otto scenari alternativi di futuri “distanti”, che ridisegnano il rapporto tra conoscenza, innovazione e sviluppo umano. E con essi, nuove figure professionali ibride, visionarie e profondamente umane. Gli “antroscienziati” uniscono intuizione e metodo scientifico per studiare come individui e società interagiscono con le tecnologie e per trasformare questi dati in innovazione concreta. I “symfoodist” progettano sistemi nutrizionali intelligenti, combinando IA, scienza alimentare e psicologia per stimolare creatività, benessere e armonia con i ritmi biologici e mentali. Gli “empathitect” disegnano spazi emozionali e relazionali che facilitano connessioni profonde tra le persone e l’ambiente, mettendo al centro il benessere collettivo.
Immaginare, per agire oggi
La ricerca esplora quattro ambiti chiave nel futuro delle organizzazioni: ricerca, innovazione, crescita del capitale umano e people management. È qui che si giocheranno le principali sfide nel rapporto tra esseri umani e tecnologie generative. Attraverso una metodologia basata sul pensiero sistemico, l’Osservatorio ha saputo trasformare l’analisi dei trend in uno strumento di riflessione strategica. Gli scenari non sono previsioni, ma narrazioni alternative che ci aiutano a ripensare il presente con uno sguardo lungo e responsabile.
«In contesti fortemente volatili, incerti, complessi e ambigui come quelli della società moderna è richiesto a leader, innovatori e organizzazioni di progettare con responsabilità e proattività futuri desiderabili, piuttosto che limitarsi ad adattarsi o reagire adattarsi a futuri emergenti una volta che si sono espressi – afferma Claudio Dell’Era, Direttore dell’Osservatorio FUTURES | Sense Making by System Thinking -. Con la società che evolve rapidamente, con dinamiche di mercato volatili e incertezze geopolitiche, le previsioni diventano sempre più difficili e le organizzazioni oggi si trovano in difficoltà nel decidere quali iniziative perseguire e come allocare le risorse in modo efficace. Padroneggiare la creazione del futuro diventa una capacità sempre più critica».
Emilio Bellini, Direttore dell’Osservatorio FUTURES | Sense Making by System Thinking, aggiunge: «È essenziale che le organizzazioni coltivino un pensiero orientato al futuro per essere competitive. Per questo, devono definire in modo proattivo le strategie per il cambiamento, guardando oltre le opzioni esistenti e considerando anche le possibilità emergenti. La creazione del futuro è quel processo attraverso cui le organizzazioni possono costruirlo attivamente, per realizzarlo. Richiede nuove capacità, pratiche e routine per interpretare e dare significato ai futuri immaginati, esplorando non solo quelli plausibili e probabili, ma anche i futuri di significato e desiderabili».
Tecnologie generative come motore di decostruzione cognitiva
Nel futuro prossimo, le tecnologie generative si confermano motori di decostruzione cognitiva: strumenti potenti nelle mani dei ricercatori per disfare schemi mentali consolidati e immaginare sistemi alternativi, più fluidi e meno lineari. Ma è nel futuro distante che avviene il vero cambio di paradigma. Si abbandona l’idea che queste tecnologie possano agire come partner autonomi, in grado di prendere decisioni indipendenti o generare automaticamente soluzioni accessibili, inclusive, o etiche. Senza una guida intenzionale, l’intelligenza artificiale resta cieca ai valori umani. Allo stesso modo, si rifiuta una visione semplicistica dell’AI come puro amplificatore della mente umana. Il suo potenziale più profondo è altrove: nel suo essere specchio cognitivo, in grado di migliorare la consapevolezza dei nostri segnali corporei interni, rendere visibili i nostri bias, rafforzare il pensiero intuitivo e nutrire una comprensione più empatica e profonda del mondo.
Un futuro lontano nell’HR: “Reflective Human Growth”
In ambito HR, il manifesto del futuro distante “Reflective Human Growth” che emerge dall’indagine identifica un futuro in cui l’IA è in collaborazione con l’uomo nelle attività lavorative, valorizza il tempo per la riflessione, la creatività e le interazioni maggiormente significative. Nel 2035 migliorerà le carriere, consentendo agli individui di prosperare preservando l’autonomia, promuovendo l’adattabilità. Nell’apprendimento continuo, integrerà il potenziale umano, aiutando gli individui ad allinearsi alle tendenze del settore e guidando lo sviluppo proattivo delle competenze. I leader ispireranno la crescita, con un mentoring collaborativo.
I risultati della ricerca sono fruibili a questo link.