CONVERSatION torna a Milano: JAKALA riaccende i riflettori sulla CRO

Si è tenuto ieri a Milano CONVERSatION 2025, l’evento di riferimento in Italia dedicato alla Conversion Rate Optimization (CRO). Organizzato da JAKALA e sponsorizzato da Kleecks e Contentsquare, ha rappresentato un’occasione unica per esplorare approcci, strumenti e strategie nell’ambito della CRO, con particolare attenzione alle applicazioni dell’intelligenza artificiale e all’integrazione con i processi di digital sales e lead generation. Per conoscere meglio i dettagli dell’argomento protagonista dell’evento, abbiamo intervistato Amedeo Guffanti, Managing Director della Business line globale di Activation di JAKALA.

Amedeo Guffanti

CONVERSatION è il primo evento internazionale in Italia interamente dedicato alla Conversion Rate Optimization. Perché oggi è così urgente – e strategico – parlare di CRO?

«È strategico perché il mondo sta cambiando. Per anni abbiamo costruito interfacce visive sui siti web per offrire valore all’utente, dandogli le informazioni giuste per arrivare a ciò che gli interessava; ma l’AI sta rivoluzionando tutto. Non è più una questione di “se”, ma di “quando”, e il quando è ormai prossimo. Navigheremo molto meno e interagiremo molto di più. Questo significa che la CRO non può più limitarsi all’interaction design, perché quell’aspetto resterà solo nella parte finale del funnel, quando l’utente avrà già deciso e magari comprerà direttamente dall’interfaccia conversazionale. Abbiamo investito anni a costruire interfacce semplici, leggibili, ma oggi i touchpoint digitali devono interrogarsi su cosa serve all’AI: quali informazioni vuole trovare subito, come faccio a far sì che suggerisca il mio brand. Non abbiamo mai avuto così tanto bisogno di parlare di CRO come oggi: non più solo design, ma vera interazione».

 

Qual è il valore aggiunto di un appuntamento come CONVERSatION per chi si occupa di digital marketing, UX e sperimentazione? Cosa rende questo evento davvero unico rispetto ad altri incontri di settore?

«Molte aziende oggi non hanno un budget specifico per la CRO. Non vuol dire che non se ne occupino, ma che non la vedono come una voce autonoma. Nei prossimi tre anni ci sarà un bisogno enorme di esperti capaci di aprire la testa dei team marketing, per questo oggi è fondamentale avere una conversazione per capire dove stanno andando i migliori professionisti europei. Il 30% del traffico web è generato da bot, e una grossa parte di questi sono AI. Questo significa che sostituiranno la navigazione tradizionale; noi siamo qui per aiutare le aziende a fronteggiare questo nuovo scenario».

 

In apertura lei ha parlato del ruolo della CRO all’interno del Digital Sales Lab di JAKALA: come si integra questo approccio multidisciplinare nel lavoro quotidiano con i brand?

«In uno scenario complesso, con problemi complessi, non basta un solo specialista, ma serve un’équipe. Negli ultimi vent’anni il marketing è cambiato molto, ma ora siamo a un vero turning point. Il motore di ricerca, che è stato il pilastro del digital marketing, è diventato vecchio. Le persone sono abituate a WhatsApp, alle chat. È naturale che qualcuno abbia pensato che non serva più navigare su un sito, ma basti interagire con una chat, e quindi non parliamo più solo di SEO, ma di GEO: Generative Engine Optimization. Significa capire come ottimizzarsi per i motori generativi, come far sì che le AI decidano che il sito del nostro cliente sia una fonte trusted».

 

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche il mondo della sperimentazione. Come state integrando l’AI per rendere ancora più efficaci e predittivi i processi di ottimizzazione?

«L’AI è una piattaforma, quando provi a usarla per una sola funzione, la limiti. Entra dappertutto: dalla generazione dei contenuti all’analisi del dato, dalla simulazione dei comportamenti all’elaborazione di report intelligenti. L’obiettivo non è dire che usiamo l’AI, il punto è come la usiamo: nelle mani di un esperto, amplifica in modo straordinario le sue competenze. 

Di conseguenza, la vera sfida è come far crescere le nuove generazioni. È uno strumento potentissimo solo se sai cosa chiederle, e per sapere cosa chiederle serve esperienza. Quindi per noi, che abbiamo oltre mille esperti nel team, l’AI è un’accelerazione incredibile, ma per chi deve ancora fare esperienza, sarà tutto più complesso».

 

Guardando al futuro, quali saranno secondo lei le prossime sfide e le opportunità più interessanti per chi si occupa di conversione nei touchpoint digitali?

«La vera sfida sarà rimanere rilevanti con il sito del cliente. Non dobbiamo duplicare l’esperienza che l’utente può già fare su Perplexity, ChatGPT o Gemini. I siti diventeranno minimalisti, integrati con terze parti. Paradossalmente, i touchpoint digitali diventeranno repository di informazioni al servizio delle AI, che devono ottenere risposte rapide e complete. L’interfaccia grafica si semplificherà, ma il contenuto esploderà: sempre più accessibile e in tempo reale. Questo cambierà in modo sistemico l’architettura del web».

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