La Tv vince su tutti gli schermi la competizione del Total Video

Nella competizione con Streamers, Social e Video Sharing Platform, i broadcaster vincono la partita del tempo speso totale (82%) con una total audience in crescita (+1,4%), risultato del gioco a somma positiva di un ascolto lineare stabile e un ascolto digitale che cresce a 2 cifre

Una mattinata ricca di contenuti e di buone notizie sullo stato di salute della Tv in Italia quella che sì è tenuta ieri all’Enterprise Hotel di Milano, in occasione dell’evento “The New TV AdAge – Ad-vanced/Ad-vantage/Ad-tention. Italians do it better: perché in Italia facciamo la miglior TV del mondo”, organizzato da FCP-AssoTV in occasione del World TV day.

«Il 2023 può essere considerato indubbiamente un anno di svolta nell’evoluzione della Tv e del Total Video. Siamo entrati in una fase di nuovo equilibrio dinamico tra Broadcaster e Streamers – ha commentato Roberta Lucca, Presidente FCP-AssoTV e Direttore Marketing Rai -. Quella del Total Video è una partita aperta, dagli sviluppi ancora da scrivere, ma che i broadcaster stanno giocando a tutto campo, sviluppando oltre l’80% del totale del tempo speso, con investimenti in contenuti, tecnologia e dati che producono un ritorno misurabile: total audience in crescita dell’1,4%, un ascolto lineare stabile e uno digitale che cresce a 2 cifre».

L’evento è stato aperto dal Presidente di FCP Massimo Martellini che ha introdotto l’approfondita presentazione di Fabrizio Angelini (CEO and founder di Sensemakers) e Massimo Scaglioni (Full professor at UniCatt-CeRTA). I due esperti hanno identificato i key drivers del nuovo scenario del mercato Total Video. 

The New TV Ad Age

La Tv è resiliente non perché “resiste” ma perché re-agisce, cambia e innova. Gli editori Tv sono player “nativi” del Total Video la cui offerta di contenuti e modalità di fruizione si è evoluta, adattandosi a uno stile di consumo sempre più ibrido e integrato tra palinsesto, portali e piattaforme.

Secondo Angelini e Scaglioni sono 4 le parole chiave della Total Tv: quantità e qualità, ritualità e innovazione. La combinazione di queste 4 leve permette ai broadcaster di crescere in Total Audience (+1,4%), raggiungendo giornalmente oltre il 90% degli italiani e sviluppando oltre l’80 % del tempo speso sulla Tv.

Le Tv connesse sono ormai la maggioranza e su di esse la fruizione lineare resta centrale perché la quantità dei contenuti, la varietà dei generi offerti e la dimensione delle audience premiano i broadcaster. La combinazione di questi fattori ha permesso agli editori Tv italiani di consolidare il business lineare e sviluppare l’offerta digitale (secondo Auditel le legitimate streams adv sono cresciute di oltre il 100% dal 2022 al 2023.

Per Angelini e Scaglioni «La vera sfida dei broadcaster consiste nell’entrare nella “modernità delle piattaforme” in termini di profilazione, raccomandazione, produzione di clip e contenuti only digital e digital first, in uno scenario dove la ritualità del consumo si trasforma e amplifica, anche grazie ai social network». 

Ad-vanced

Le sfide del nuovo scenario competitivo del Total Video e della Advanced Tv in particolare sono state oggetto della discussione del primo panel dell’evento, nel quale Andrea Lamperti (Direttore di Ricerca Osservatori Digital Innovation Polimi), Michele Strazzera (EMEA Measurement Leader, Advertisers and Agencies at Nielsen), Federica Setti (Una Media Hub), Raffaele Pastore (Direttore Generale di UPA) e Giorgio Carafa Cohen (Chief Brand and Revenue Officer), nel dibattito moderato da Roberta Lucca, si sono confrontati sulla definizione di Advanced Tv.

Misurabilità, trasparenza, ruolo decisivo dei JIC, standard di qualità della data driven advertising sono i 4 requisiti fondamentali – condivisi da tutti i relatori del panel – perché questo nuovo gioco a tre schermi (Tv, Tv connesse e digital screen) sia un “fair play” tra tutti gli operatori che vi partecipano: nativi televisivi, streamers e social video sharing platforms.

Ad-tention

Il secondo panel è stato dedicato al trending topic della media industry degli ultimi mesi, ovvero l’attenzione o, come declinata nel titolo dell’evento, l’ad-tention, vale a dire l’attenzione alla pubblicità nel nuovo gioco “a tre schermi”. Alberto Vivaldelli (Responsabile Digital e Direttore di UPA Academy), Guido Surci (Managing Director di Havas Play), Marco Robbiati (Chief Research Officer di Omnicom Media Group), Matteo Cardani (Direttore Generale Marketing & Ad Operations di Publitalia 80 e Rappresentante FCP-AssoTV) e Julian Prat (Chief Strategy Officer di Wavemaker), nel dibattito moderato da Allegra Gallinari (Advanced Advertising Senior Manager di Warner Bros Discovery e rappresentante FCP-AssoTV), si sono confrontati sui drivers dell’attenzione e come quest’ultima può contribuire a migliorare la fruizione della pubblicità. Ne è emersa una convergenza di intenti nel voler migliorare gli standard di qualità della fruizione e le modalità di pianificazione dell’advertising sui 3 schermi.

Ad-vantage 

Un contributo al mercato arriverà nel 2024 anche dalla stessa FCP-AssoTV con una propria ricerca sull’attenzione, commissionata a primari istituti di ricerche di mercato. Si tratta di una vera novità essendo il primo prodotto di ricerca condiviso da tutte le concessionarie TV, sull’esempio di quanto accade nei mercati europei (vedi ThinkboxTV in UK o Screenforce in Germania).

«Vogliamo portare un contributo aggiuntivo e non in competizione con gli ottimi lavori sviluppati dalle agenzie media – ha spiegato Lucca -. Il focus della nostra ricerca sarà quello di andare alla «sorgente» della generazione dell’attenzione, in quel mix unico di contesto e contenuto, dentro e fuori il palinsesto, che genera una fruizione intercettabile da noi con una attenta impaginazione della pubblicità. La Tv è un circolo virtuoso, nel quale gli advertiser investono ogni anno 3,5 mld. In parallelo, gli editori Tv reinvestono un valore almeno equivalente in contenuti, tecnologia e distribuzione. È un gioco a somma positiva che si misura con il tempo speso dei consumatori: se l’ascolto lineare è stabile, se quello digitale cresce oltre il 20% e se sulle smart Tv l’ascolto dei broadcasters cresce del doppio rispetto agli altri player è perché nella Tv in Italia si trova tanto valore, per tutti – aziende e consumatori».

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