Touchpoint Days Identity 2023: verso una “Revoluzione”

Solo le idee ci possono salvare da un destino di omologazione, come esseri umani e come espressioni creative. La tecnologia non va comunque scambiata per un “nemico” ma va approcciata, capita e trasformata in uno strumento “alleato” per affrontare il cambiamento in atto. È questo il messaggio che arriva dall’edizione 2023 dei Touchpoint Days Identity che si è chiusa ieri con la terza giornata di incontri.

Andrea Crocioni, Valeria Zonca e Giampaolo Rossi

A guidare il pomeriggio di approfondimento sono stati Andrea Crocioni e Valeria Zonca, Direttore e Giornalista di Touchpoint, insieme all’Editore di Oltre La Media Giampaolo Rossi che con la sua pillola pop ha cercato la sintesi perfetta tra Evoluzione e Rivoluzione, andando verso una “Revoluzione”.

Nell’ultima giornata dei Days Identity sono stati con noi: Daniele Cima, Art Director, Graphic Designer, Visual Artist, Francesco Buschi, Head of Strategy di FutureBrand, Massimiliano Bosio, CEO and Executive Creative Director di Nascent Design, Alda Rebosio, Media & Advertising Director di MBE Worldwide, e Paolo Crepet, Psichiatra, Sociologo, Educatore, Saggista. Il punto di… è stato a cura di Alessandro Ubertis, Presidente di Giuria dei Touchpoint Awards Identity.

A seguire la terza puntata dei Days, si è tenuta la cerimonia di premiazione di Touchpoint Awards Identity, il premio di Oltre La Media Group che rappresenta un punto di riferimento per la promozione della cultura della Brand Identity in Italia. Il prossimo appuntamento con il format è fissato per il 5-6-7 luglio, con i Touchpoint Days Engagement sul tema “Punti di Contatto: Locale vs Globale”.

 

Daniele Cima, Art Director, Graphic Designer e Visual Artist

PAREGGIO

La mia formazione risale alla fine degli anni ’60 quando c’era la voglia di rivoluzionare tutto, nella vita e nell’arte che rifletteva quello stato d’animo. I grandi mutamenti di quest’epoca sono determinati dalla tecnologia che è nelle mani di persone non molto famose per la fantasia, quindi non ho molta affinità con tutto ciò. Non ci dovrebbe essere conflitto tra evoluzione e rivoluzione nel momento in cui c’è “l’idea”, perché questa riassume entrambe le condizioni. L’idea nasce da qualcosa, è una trasformazione, può eventualmente essere una rivoluzione, ma si forma su qualcosa di preesistente quindi è un’evoluzione. Però per essere chiamata idea deve avere quell’originalità, quello spunto, quel passaggio ulteriore che le consente di non essere banale e di creare stupore e di far spalancare gli occhi. Io sono un entusiastico sostenitore delle idee in qualunque ambito: quell’idea vera che è come una fucilata, chiara nella sua essenzialità.

 

Francesco Buschi, Head of Strategy di FutureBrand

RIVOLUZIONE

Oggi come oggi, per il contesto italiano, dobbiamo essere capaci di fare delle rivoluzioni. Perché noi abbiamo avuto una grande storia, una grande evoluzione e adesso rischiamo di seguire quelli che sono i trend globali, senza esserne protagonisti. Per tornare a mettere a sistema quella che è la nostra capacità creativa, capacità estetica, sensibilità, da vari punti di vista secondo me fare un colpo di reni che rompa determinate convenzioni potrebbe essere assolutamente utile, consci che poi bisogna anche saper sbagliare per poi potersi rialzare. 

 

Massimiliano Bosio, CEO ed ECD di Nascent Design

PAREGGIO

Il cambiamento – per non dire rivoluzione – riguarda sia le grandi agenzie sia le piccole come la nostra che hanno ancora più la necessità di essere update su quello che sta succedendo. L’evoluzione esplosa 2 anni fa con la pandemia è in progress ed è un aspetto caratterizzante del nostro lavoro di agenzia di branding e di design sempre più contaminato da nuovi strumenti, media, canali e dalle nuove modalità di interazione tra persone, brand e stili di vita. È un mondo multiforme e multidimensionale: o ci stai dentro o lo subisci e noi cerchiamo di non subirlo completamente ma di andargli incontro. Per esempio: l’AI suscita paura da una parte ma dall’altra si vede in questa una opportunità di evoluzione, noi stiamo cercando di capire come possa essere un alleato e non un nemico: stiamo facendo delle sperimentazioni per integrare nei processi creativi degli strumenti utili anche per un aspetto di tempo che oggi è la grande risorsa manca. 

 

Alda Rebosio, Media & Advertising Director di MBE Worldwide

EVOLUZIONE

Se un’azienda ha sempre guardato all’esterno in maniera attenta tenendo conto dei contesti di mercato, delle necessità emergenti da parte dei clienti esistenti e potenziali ed ha sempre attualizzato in maniera dinamica la propria offerta, l’evoluzione continua è già parte intrinseca della propria filosofia e della propria strategia. Questo è il caso di MBE, che si è sempre preoccupata di innovare e creare nuove soluzioni sempre più verticali e ad alto valore aggiunto. Se invece un’azienda non ha fatto del costante cambiamento evolutivo il proprio fil rouge strategico, prima o poi si trova costretta, se vuole restare sul mercato, ad effettuare rivoluzioni di assetto, di posizionamento di marketing e di offerta che, come tali, possono bruscamente modificarne anche l’immagine e il percepito da parte dei clienti finali. La ricetta, quindi, non è uguale per tutte le aziende. 

 

Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e scrittore

RIVOLUZIONE

Se una mia conferenza di 5 anni fa viene ripresa sui social mi fa piacere in un’ottica di divulgazione, ma gli influencer mi stanno molto antipatici e non voglio essere collegato a questa professione illiberale: io ho sempre combattuto per la libertà di pensiero e credo sia più giusto essere degli “stylist del pensiero”. Mai come adesso ci sono stati tanti investimenti per farci rimbecillire, è una guerra che dobbiamo fare tutti i giorni per essere noi stessi. Bill Gates ha detto che l’AI porterà tante cose ma che ha intimamente delle incongruenze e dei lati potenzialmente pericolosi. E allora perché la scegliamo? Perché ci avventuriamo per quella strada se può decretare il declino delle nostre capacità intellettive? Non è che tutto quello che viene proposto vada bene. La rivoluzione è qualcosa di spiazzante ma deve essere un avanzamento, avere un indirizzo di miglioramento: alla fine della rivoluzione ci dobbiamo chiedere se siamo più felici ma se non è così, perché l’abbiamo fatta?

 

IL PUNTO DI… Alessandro Ubertis, Presidente di Giuria dei Touchpoint Awards Identity

Se le cose cambiano troppo o cambiano troppo in fretta possono portare alla distruzione della marca stessa. Alla distruzione dei rapporti che la marca ha con il suo pubblico, con la sua promessa, con le sue radici. Per avere una giusta rivoluzione occorre lavorare per innovare i valori, innovare il rapporto con il proprio consumatore, innovare il rapporto con i propri dipendenti. Con quelli che insieme a te, marca, costituiscono il valore aggiunto percepito che ti porta nel tempo. 

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