Giovedì 13 ottobre  allo Zelig va in scena Bar Spot feat. ADCI

Nel 1985, alcuni tra i migliori pubblicitari italiani dell’epoca fondarono l’Art Directors Club Italiano, l’associazione che da allora riunisce i professionisti della comunicazione e della creatività.

In quasi 40 anni di storia, l’ADCI e i suoi soci hanno modernizzato, promosso e celebrato la comunicazione pubblicitaria nelle sue espressioni di massima qualità e innovazione, diventando un vero e proprio punto di riferimento per la categoria e trasformando gli ADCI Awards nel più importante e ambito riconoscimento creativo italiano.

La prossima serata di Bar Spot, in programma giovedì 13 ottobre, renderà omaggio a tutta questa straordinaria storia: lo spettacolo, ideato e condotto da Francesco Bozza e in scena dal palco del mitico Zelig di Viale Monza, sarà interamente dedicato alla migliore pubblicità italiana premiata dal Club: un’occasione unica per rivedere ed applaudire il meglio degli ultimi 30 anni di spot Made in Italy, un viaggio alla scoperta e alla riscoperta delle campagne pubblicitarie che non solo sono entrate nel mitico Annual dell’Art Directors Club, ma anche nell’immaginario e nel cuore di tutti e che sono diventate il riferimento estetico e culturale di un’intera generazione di creativi.

Insieme a Francesco, come sempre, la collaudata coppia Federico Basso e Davide Paniate e la musica dal vivo di Stefano Signoroni.

«Si è scritto tanto sull’epoca di Carosello, e in tanti si ricordano i tormentoni e i jingle degli spot anni 80 – commenta Francesco Bozza – ma la verità è che solo dalla metà degli anni 90, grazie a campagne straordinarie e spot memorabili, la pubblicità italiana ha cominciato a cambiare: si è evoluta, è cresciuta, allineandosi agli standard internazionali. 30 anni di storia, in due ore di spettacolo».

«La nostra associazione è magnifica – aggiunge Stefania Siani, Presidente dell’ADCI -. Il Club nasce per ispirare e celebrare la migliore creatività italiana. E Francesco con la sua selezione ci aiuterà a storicizzare, a ripercorrere e a sottolineare di cosa siamo stati capaci come comparto nei decenni che abbiamo attraversato: creare cultura popolare e immaginario. Sarà uno spettacolo nello spettacolo».

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