Touchpoint Days Identity: sul mercato si vince con stile

Valeria Raffa, Founding Partner, General Manager e Chief Creative Officer di Cabiria BrandUniverse, Roberto Botto, Founder e CEO di Libera Brand Building Group, Valentina Miradoli, Client Partner – Head of Luxury di Kantar Insight Italy, Marco Marozzi, CEO e Strategic Planner di TheGoodOnes, Pietro Vanessi, Art Director, autore televisivo e cartoonist, e Giacomo Bertagnolli, Campione Paralimpico di sci alpino, hanno animato la seconda giornata dei Touchpoint Days Identity 2022. Un pomeriggio denso di confronto che si è sviluppato attorno alla dicotomia “Moda vs Stile”.

A fare gli onori di casa Laura Buraschi e Andrea Crocioni, della redazione di Touchpoint, e l’editore Giampaolo Rossi che ha aperto la puntata con una pillola dedicata proprio al tema dello stile. Ancora una volta, attraverso una pluralità di punti vista, abbiamo intrapreso un viaggio per orientarci in un modo sempre caratterizzato da una crescente complessità.

Giampaolo Rossi, Andrea Crocioni e Laura Buraschi

I Days Identity proseguono oggi, sempre dalle ore 16, con: Francesco Dondina, Visual designer e Curatore di Milano Graphic Festival, Malgosia Pawlik-Leniarska, Vice-President di EPDA e Managing Partner di Dragon Rouge – Varsavia, Lorenzo Ferrari, CEO di smarTalks, Francesco Riganti, Direttore Marketing di Mondadori Retail, e Donatella Rettore.

Al termine, si terrà la cerimonia di premiazione di Touchpoint Awards Identity, il premio di Oltre La Media Group che rappresenta un punto di riferimento per la promozione della cultura della Brand Identity in Italia.

La serata di gala, presentata da Luca Viscardi, prenderà il via dalle 18.30 presso il Teatro di Fabbrica di Lampadine a Milano (via Pescantina 8, solo su invito) e sarà trasmessa in diretta streaming su OltreLaMedia.tv. L’appuntamento è organizzato con la collaborazione di Fabbrica di Lampadine e di Ital Communications per le attività di media relation.

Clicca qui riguardare la puntata

 

Valeria Raffa, Founding Partner, General Manager e Chief Creative Officer di Cabiria BrandUniverse

Valeria Raffa

Credo che tutti i brand, soprattutto quelli che hanno un patrimonio storico, debbano concentrarsi sulla loro identità. Anche perché moda e stile sono abbastanza fluttuanti: cosa fa moda? cosa fa stile? L’identità è una cosa certa, che ha un’origine, può evolvere. Tutti i brand è come se fossero persone, a maggior ragione oggi. Quindi è all’identità che bisogna guardare, anche perché lo stile di un brand riguarda il suo modo di comportarsi, di stare al mondo, perché risponde a un’azienda, a un piano economico, deve essere utile e deve generare un valore, del benessere per tutti i suoi portatori di interesse e del mondo, del pianeta, delle persone.

Voto: Stile 

 

Roberto Botto, Founder e CEO di Libera Brand Building Group 

Roberto Botto

In tutti i periodi in cui ci sono grandi cambiamenti a livello macroeconomico le aziende, che siano toccate o meno dall’evento, reagiscono in maniera differente: c’è chi procede senza fare cambiamenti e chi coglie il momento per ripensare la propria brand identity. Stiamo ricevendo tantissime richieste di aziende che vogliono ripensare il proprio approccio strategico di branding. Noi operiamo prima di tutto a livello strategico attraverso la divisone di brand consultancy che opera in fase iniziale con delle ricerche approfondite. La brand identity è una conseguenza della brand strategy. Ci concentriamo sulla brand strategy con diverse modalità, dopo lo studio procediamo all’analisi della concorrenza e poi lavoriamo attraverso strumenti digitali, tramite i quali possiamo capire il sentiment della rete. Completano il quadro ricerche di mercato ad hoc quali-quantitative per analizzare nel profondo il posizionamento di un’azienda, perché l’obiettivo è rendere unico un brand, quindi trasformare un marchio in marca. Sintetizzando: tanta strategia, tanta tecnologia e tanta bellezza per dare il tocco distintivo. 

Voto: Stile

 

Pietro Vanessi, Art Director, autore televisivo, cartoonist    

Pietro Vanessi

In genere uno che viene dall’art direction come me sa cambiare lo stile a seconda della situazione, questo significa seguire le tendenze. Imporsi con il proprio stile è più difficile, è la strada più impervia, ma credo che sia quella che dà anche maggiori soddisfazioni. Per definire il mio stile mi sono ispirato ad alcuni autori, poi ho trovato un tratto mio. Mi piaceva Mirò, la semplificazione e i tratti veloci di certe tavole di Picasso poi tutto è confluito insieme ed è cambiato anche nel tempo. Se io vedo i disegni di dieci anni fa sono diversi da quelli di oggi, adesso più studiati, meno spontanei, meno di getto, ma un po’ più rifiniti. A un giovane che vuole fare questo lavoro io direi buttati, trovati un tuo stile, ma non forzarlo, perché lo stile arriva da sé. 

Voto: Stile

 

Giacomo Bertagnolli, Campione Paralimpico di sci alpino

Giacomo Bertagnolli

Lo sport paralimpico trasmette un sacco di valori. La responsabilità di essere un modello c’è, per questo si deve cercare di mostrare il meglio di se stessi. Probabilmente se non affrontassi io in questa maniera la mia vita, la mia disabilità, non riuscirei a trasmettere le stesse cose. Però secondo me la cosa importante, al di fuori di tutte le medaglie che sono una cosa eccezionale e di cui vado molto fiero, è proprio la grinta che ci si mette nell’impegnarsi per raggiungere un obiettivo, per avere uno scopo, per fare qualcosa di bello e di divertente in cui ci si sente a proprio agio. Sono tutte queste cose che contano e che poi vengono amplificate dai risultati che poi arrivano alla massa.

Voto: Senza voto

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