VoipVoice punta su innovazione e cultura dello smart working

Intervista a Gabriele Nannotti, Fondatore e Socio dell’azienda che nel 2021 ha festeggiato i 15 anni

Una location d’eccellenza, il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, ha celebrato lo scorso 4 settembre 2021 con oltre 200 ospiti i primi 15 anni di VoipVoice, società toscana che opera dal 2006 nel settore delle telecomunicazioni.

«Lavoriamo in due ambiti: connettività e fornitura di fibra, tramite connessioni Fttc e Ftth e tutte quelle su cui viaggia internet, settore che è esploso negli ultimi 4 anni e che rappresenta un’evoluzione del nostro business, e la vendita di traffico voce VoIP come provider telefonico, che rimane il nostro core business», spiega Gabriele Nannotti, Fondatore e Socio di VoipVoice, insieme a Simone Terreni, Managing Director.

Gabriele Nannotti

«Nel 2006 abbiamo iniziato a vendere traffico telefonico VoIP ma era un’impresa anacronistica – prosegue -. Se nei successivi 5 anni abbiamo raggiunto il primo milione di euro di fatturato, negli ultimi 5 c’è stata la svolta che ci ha portato ai quasi 6 milioni nel 2020 e ai quasi 8 nel 2021. Nel 2022 puntiamo ai 10 milioni».

Il piano di sviluppo strategico di VoipVoice è chiaro: lavorare nella tradizione di qualità strizzando l’occhio all’innovazione. «L’Italia è ancora molto indietro a livello di Digital Divide, ci sono aree del Paese in cui la connessione è scarsa – prosegue il manager -. Nei prossimi 5 anni ci aspettiamo, inoltre, da parte del governo investimenti sull’infrastruttura tecnologica».

VoipVoice opera nel settore delle TLC, approcciandosi al mercato business. «Dall’albergo al ristorante o al bar, dall’azienda con 5 dipendenti a quella che vuole fare smart working, dalla pubblica amministrazione agli studi professionali offriamo la nostra expertise a chiunque abbia bisogno di VoIP e connettività professionale – precisa Nannotti -. A oggi contiamo 10 mila clienti attivi in tutto il Paese. La differenza rispetto ad altri gestori è proprio la capillarità sul territorio, attraverso 400 partner specializzati e certificati, almeno uno in ogni provincia, che gestiscono la commercializzazione e l’installazione delle nostre linee e che garantiscono un servizio qualitativo compresa l’assistenza». 

Sul fronte della comunicazione, VoipVoice punta sulla presenza alle principali fiere di settore, tra cui Smau e Sicurezza, ma lavora principalmente sulla comunicazione digitale, grazie ad una forte presenza social. «VoipVoice è un’azienda ultra smart con molti under 30 tra i 40 dipendenti: siamo molto attenti alle nuove tecnologie e agli sbocchi futuri – prosegue il Fondatore -. Nel 2022 vogliamo ampliare la gamma di servizi di business continuity sulla parte delle unified communications con un servizio full optional. Il concetto di base è spostare la parte delle comunicazioni aziendali da prodotto a servizio».

Il periodo di convivenza con il Covid ha creato nuovi bisogni, trainando una maggiore consapevolezza rispetto all’importanza di una connessione garantita e dettando un nuovo modo di lavorare. È questo lo spirito dal quale è nata Radio Smart Working, un progetto di VoipVoice mirato sul lavoro agile.

«Siamo stati dei precursori e ben prima della pandemia la nostra azienda era già organizzata a lavorare da remoto. Per diffondere questa nuova cultura, ci siamo resi conto che un evento una tantum non bastava e quindi abbiamo lanciato la radio per dare voce allo smart working come argomento quotidiano e continuativo creando contenuti ad hoc. La radio, fruibile gratuitamente, è on demand, viene sviluppata tramite podcast accessibili sia sul sito che nei nostri canali di Spreaker e di Spotify. Sono inoltre presenti 2 sezioni, gli Approfondimenti e gli Eventi live, sotto forma di webinar o di ebook con guide gratuite scaricabili che vertono su impostazione del metodo, sicurezza, benessere. Non dimentichiamo che quello che si è sviluppato negli ultimi 2 anni è un home working emergenziale mentre lo smart working presuppone l’adozione di un metodo, che a breve sarà uno dei nuovi criteri di valutazione da parte di HR e recruitment», conclude Nannotti.

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