Ricehouse, bioarchitettura ed economia circolare per la casa di domani

Trasformare gli scarti della lavorazione del riso per ricavarne materiali naturali per l’edilizia. È questa l’idea alla base di Ricehouse, recente vincitrice della quarta edizione di WPP Innovators 2021 che, precedentemente, si è già aggiudicata diversi premi, fra cui B-Heroes 2020 per la categoria GreenTech, Premio Speciale Repower 2019, selezione al Premio Gaetano Marzotto 2019 tra le start up vincitrici di un percorso di accelerazione Impact Hub, CasaClima Startup Awards 2018, oltre al Premio Sviluppo Sostenibile 2018 per la categoria Edilizia Sostenibile.

©ph. Barbara Corsico

Ricehouse è nata intorno a Biella (VC) dalla ventennale esperienza nell’ambito dell’architettura naturale dell’architetta Tiziana Monterisi, Co-Fondatrice e CEO, che risponde alle domande, accompagnata dalla passione per l’innovazione del Co-Founder Alessio Colombo, geologo e COO.

Alessio Colombo e Tiziana Monterisi

 

Qual è la vostra mission?

Avere un impatto positivo sulla società, promuovendo un cambiamento responsabile. 

 

Qual è il modello di business?

Il business model di Ricehouse è basato sulla creazione di un impatto sociale e ambientale in un paradigma di business più evoluto. Nell’ottica di un orientamento più responsabile e virtuoso, dal 2020 è infatti Società Benefit. La logica che affianca la realizzazione dei prodotti Ricehouse segue un modello di produzione in cui la sostenibilità è applicabile attraverso l’utilizzo di sottoprodotti risicoli. Progettazione e produzione sono fasi seguite da personale competente interno ed esterno alla start up. Alessio Colombo si occupa di R&S in prima persona. Nell’organizzazione di un’attività, che si basa sull’economia circolare dei sottoprodotti del riso destinati alla bioarchitettura, la fase di comunicazione e di sensibilizzazione dell’utente è molto importante. Il business model e l’etica di lavoro devono essere condivisi e divulgati attraverso momenti culturali, convegni, esposizioni e presentazioni; esiste una clientela consapevole sempre più ampia, grazie anche alle direttive ONU quali gli SDGs, che supporta la veicolazione armoniosamente delle caratteristiche qualitative dei prodotti Ricehouse nel mercato. I progetti realizzati con i nostri prodotti, sono testimonianza concreta del valore della bioarchitettura realizzabile. Inoltre, la vendita non si realizza solo attraverso l’impiego stesso nei progetti di edifici, ma anche con il supporto di distributori.

 

A oggi come si è sviluppato il progetto?

Ricehouse propone materiali per l’edilizia creati con lolla, pula e paglia. Tanto gli intonaci di fondo e di finitura, quanto i pannelli isolanti e altri prodotti fanno parte di un progetto che include tre unità produttive: Prodotto, Progetto e Open Innovation. L’unità Prodotto è dedicata a sviluppo e commercializzazione di materiali edili 100% naturali, dando particolare attenzione all’utilizzo dei prodotti secondari derivanti della produzione del riso. Questi, possedendo caratteristiche di elevata efficienza energetica ed acustica, propongono un elevato comfort abitativo grazie alla salubrità degli ambienti. L’intento finale è quello di raggiungere, attraverso la selezione di questi materiali e il marchio “RISORSA”, la realizzazione di “Case di Riso”. La business unit Progetto offre servizi di consulenza alla progettazione, e alla realizzazione di edifici secondo i principi della bioarchitettura. Composta da un team di architetti specializzati nell’edilizia naturale, accompagna i clienti dalla fase preliminare di progettazione, fino alla realizzazione in opera di edifici autosufficienti, in completo equilibrio con i sistemi presenti in natura. Ricehouse interviene su edifici pubblici e privati, sia in risposta a domande di ristrutturazione, sia in nuove costruzioni. L’utilizzo di tecnologie d’avanguardia e il forte senso di responsabilità nel rapporto con l’ambiente, sono i concetti base di un lavoro finalizzato alla realizzazione e alla ristrutturazione di strutture abitative e ricettive sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale, in grado di auto-supportarsi con un minimo dispendio di energia. Arriviamo alla business unit Open Innovation al fine di offrire consulenza alle aziende di diversi settori, dal design alla moda, per sviluppare insieme soluzioni sostenibili utilizzando la materia prima seconda derivante dalla lavorazione del riso, per realizzare nuovi prodotti. Un obiettivo evidente: collaborare attraverso la conversione dei precedenti sistemi produttivi in nuovi paradigmi di sviluppo sostenibile.

 

Quali saranno i prossimi step?

Essendo lo scarto risicolo un materiale pienamente a disposizione e largamente diffuso in tutto il mondo, vogliamo rafforzare la nostra etica di lavoro consolidando una rete commerciale diretta anche all’industrializzazione del prodotto in maniera da poter aprire questa opportunità a un mercato più ampio. Avendo anche uno spazio dedicato alla open innovation, possiamo vedere la realizzazione di nuovi progetti in cui la lolla del riso trova nuove applicazioni sostituendo le materie di derivazione petrolchimica. 

Che tipo di ritorno vi può dare la vittoria dei WPP Innovators 2021?

La vittoria dei WPP Innovators 2021 è stato un grandissimo riconoscimento per tutti gli sforzi fatti fino a oggi. Una start up ha bisogno di grinta e anche di vedere che partendo da un’idea, si sbarca sulla terra della concretezza. Questo premio ha portato una maggiore visibilità e sicuramente un grande interesse da parte di molti.

 

Come comunicate per attirare clienti? Cosa chiederete a WPP che vi accompagnerà nel percorso di comunicazione?

Partendo dai presupposti per cui è nata Ricehouse, illustriamo il metodo di lavoro all’interno di sistema basato sull’economia circolare. Comunichiamo la nostra etica e la nostra realtà. Non c’è nulla di meglio che essere cantastorie della propria storia. A WPP vorremmo chiedere un improving, un miglioramento e un perfezionamento della struttura comunicativa, magari incentrato sullo storytelling e sulla scelta e valutazione dei contenuti divulgabili. 

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