Dal 4° Rapporto Auditel-Censis il ritratto dell’Italia multiscreen

Il 90,2% delle famiglie sono connesse. Quasi 6 milioni i televisori da rottamare

Sono 120 milioni gli schermi posseduti dagli italiani, una media di 5 per famiglia. Vengono utilizzati tra le mura domestiche (43 milioni di apparecchi televisivi) e in mobilità (48 milioni di smartphone; poi ci sono tablet e personal computer) per vedere contenuti Tv con modalità di fruizione del tutto nuove.

Aumenta, infatti, il numero di coloro che si connettono a internet per guardare i programmi trasmessi in contemporanea sul tradizionale televisore (7,3 milioni di italiani con più di 4 anni, il 12,5% del totale; nel 2019 non raggiungevano i 6 milioni: l’incremento, quindi, è del 24,6%). Aumenta, inoltre, la domanda di film scaricabili gratuitamente da internet. E cresce, infine, tutto il segmento dei contenuti televisivi in streaming, free e a pagamento, che si possono vedere da Smart Tv o da altri schermi connessi. 

È quanto certifica il 4° Rapporto Auditel-Censis, intitolato “L’Italia multiscreen: dalla Smart Tv allo schermo in tasca, così il Paese corre verso il digitale”. 

Il Rapporto si fonda sulla Ricerca di base Auditel (7 wave l’anno, 20 mila abitazioni visitate, 41 mila interviste face-to-face) che ha tre obiettivi: accertare la reale struttura e fisionomia delle famiglie, temperando e neutralizzando tutti gli effetti anagrafici e fiscali con cui esse sono spesso rappresentate; fotografare la società italiana in tutte le sue dimensioni, socio-demografiche, psico-grafiche, socioculturali, comportamentali; individuare le potenziali famiglie-campione del Superpanel Auditel, che deve essere costantemente rinnovato.

Andrea Imperiali, Presidente di Auditel

Dal 4° Rapporto Auditel-Censis emergono, in particolare, come ha spiegato il presidente di Auditel, Andrea Imperiali, «la centralità della Tv nel processo di trasformazione del Paese in chiave digitale; una crescente adesione alla banda larga, che si configura sempre più come bene di prima necessità e non più accessorio; un ulteriore aumento delle dotazioni (in particolare degli smartphone e della Smart Tv) che innalza il numero degli schermi connessi al picco di circa 120 milioni; infine, si confermano nuovi e sempre più radicati comportamenti di visione e nuovi mix nella scelta dei contenuti Tv, generati dall’ampliamento dell’offerta free e pay». 

 

Crescono schermi e connessioni web

La prima evidenza che emerge è che le famiglie connesse sono il 90,2% del totale (+3,6% dal 2019). E quelle che possiedono una connessione sia fissa che mobile sono il 59,4% (+6,2%). Nel 2021 gli apparecchi televisivi superano i 43 milioni (+1,0% dal 2019) soprattutto per effetto dell’ormai prepotente presenza di Smart Tv o dispositivi esterni collegati (15 milioni e 300.000: +46,6% negli ultimi due anni). Crescono anche gli smartphone: sono oltre 48 milioni (+8,9% dal 2019). Così come crescono i pc collegati (quasi 20 milioni) e i tablet (7 milioni e 700.000). Quasi 4 milioni di individui utilizzano la Smart Tv per navigare in internet e oltre 22 milioni per attivare le applicazioni on demand. 

Cambiano le modalità di visione

Oltre 4 milioni di italiani seguono la programmazione televisiva lineare sullo smartphone (+ 6,3%), mentre 2,7 milioni la seguono dal pc, con una crescita del 41,1% nell’ultimo anno; e 1,2 mio di italiani vedono i contenuti tv sul tablet. Ben 3,5 milioni di italiani, poi, scaricano film da internet (+33,3% nell’ultimo anno) e oltre 13 milioni guardano sulle piattaforme televisive on demandcontenuti non lineari (+38,2%). Infine, 24 milioni di italiani guardano contenuti Tv utilizzando le diverse piattaforme disponibili su internet, per lo più a pagamento (+48,4%), con una forte crescita di coloro che li guardano di frequente: sono 16,6 milioni e sono aumentati dell’86% in un anno.

 

Una folla di esclusi e precari digitali

Sono 2,3 milioni, il 9,8% del totale, le famiglie italiane non connesse. Altre 7,2 milioni di famiglie, il 29,9% del totale, hanno unicamente la linea mobile. Fra loro, circa 5 milioni si collegano solo da smartphone. Si tratta soprattutto di famiglie composte da soli anziani e famiglie che si trovano in una condizione di forte precarietà socioeconomica. 

Milioni di televisori da rottamare

I televisori nelle case degli italiani sono 43,1 milioni. Il 96,9% delle famiglie ha in casa almeno un televisore; 9,2 milioni di famiglie (il 38,6% del totale) possiedono solo un televisore; 9,4 milioni di famiglie (il 39,2%) hanno due televisori; 3,5 milioni (il 14,6%) ne hanno tre; 1,1 milioni, il 4,6% del totale, ha 4 o più televisori; infine, 575.000 famiglie, pari al 2,4% del totale, in cui vivono 1,26 milioni di individui, non possiedono né guardano la Tv. Quasi sei milioni di apparecchi (il 13,2% del totale) si possono quasi considerare oggetti di antiquariato perché acquistati più di 10 anni fa; ci sono, poi, 12 milioni di televisori per cui non è risultato possibile risalire alla data d’acquisto. 

«Il 4° Rapporto Auditel Censis si rivela, una volta di più, strumento prezioso per chi ha il compito di guidare il Paese e per il mercato, specie in questa fase di grande sviluppo e cambiamento con tutte le opportunità di crescita derivanti dal PNRR e dalla straordinaria ripartenza dell’Italia dopo i mesi difficili della pandemia» ha dichiarato Imperiali, a margine della presentazione al Senato.

«Se qualcuno pensava che con i nuovi stili di vita e con le nuove modalità di ascolto la televisione avrebbe perso la sua capacità di fare audience si sbagliava – ha detto Giuseppe De Rita, Presidente del Censis -. La pandemia ha fatto decollare dotazioni e connessioni e ha ridato forza ai contenuti televisivi, tradizionali e su Internet, gratuiti e a pagamento, che ciascuno vuole essere libero di seguire a casa sulla smart tv e fuori casa, in ogni momento della giornata, sullo smartphone».

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