Per Rai Radio focus su switch off Fm, rilevazione ascolti e podcast

Il Direttore Roberto Sergio: «Non usciamo da Ter per poter cambiare dall’interno. L’AD di Rai Carlo Fuortes: «Investiremo in risorse e in trasformazione digitale». Per i vertici di Rai Pubblicità «un mezzo tattico e strategico» e «un andamento in linea con il 2020, nonostante uno stop a luglio»

Sono stati presentati ieri i palinsesti Rai Radio della prossima stagione autunnale. Per la prima volta dall’insediamento al vertice, l’Amministratore Delegato di Rai Carlo Fuortes nei suoi saluti inaugurali ha ribadito l’importanza di un mezzo «inclusivo che grazie alla sua modernità, freschezza e immediatezza ha superato tutte le rivoluzioni tecnologiche e oggi parla a un pubblico molto giovane e importante. Con la presidente (Marinella Soldi, presente in sala, ndr) e con il Consiglio crediamo nella radio e investiremo nelle risorse e nella futura trasformazione digitale».

Roberto Sergio

Il Direttore di Rai Radio, Roberto Sergio, ha sottolineato il balzo in avanti fatto negli ultimi tre anni che ha reso la radio da analogica a digitale: «questo ci permette di essere multipiattaforma e di competere non solo con le altre radio, ma con tutti i player del cosiddetto “total audio”, compresi gli OTT. Abbiamo oggi 12 canali che ci consentono di riempire tutta quella potenzialità generalista e tematica e aumentato del +71% i contenuti prodotti rispetto a tre anni fa con un budget in contrazione. Abbiamo migliorato gli studi in tutta Italia e lanciato la visual radio. I numeri ottenuti sono straordinari rispetto al 2020 e a due anni fa: le rilevazioni fatta da TER ci porta quest’anno a una crescita del +5,5% dello share complessivo rispetto al 2020, dato che passa al +12,7% raffrontato alla situazione ante Covid. Merito del lavoro dei direttori ma anche della maggiore diffusione che abbiamo messo in campo». Tutto questo rappresenta un nuovo punto di partenza verso un nuovo triennio di lavoro, all’insegna di 5 parole chiave: switch off Fm, rilevamento ascolti, podcast, comunicazione, estero.

«C’è dibattito in corso sul tema dell’Fm: penso che si debba andare definitivamente verso il digitale e lo switch off libererebbe risorse da poter investire – è convinto Sergio -. Per Rai, si potrebbe risolvere il complesso tema della regionalizzazione del segnale, oggi difficile a causa della percentuale di banda che l’editore di servizio pubblico l’obbligo di cedere a terzi, il cosiddetto “must carry”. Chiedo di avere una data per il passaggio: questo consentirebbe a tutti gli editori di impostare al meglio le proprie strategie».

Il tema della rilevazione degli ascolti resta nevralgico. «Il sistema Ter con la misurazione attraverso le interviste telefoniche è obsoleto. Nonostante ci tornino dei numeri ottimi, bisogna aprire una nuova esperienza in Ter basata sul monitoraggio passivo, sui dati degli ascolti digitali e dei social. Distruggere non è nel DNA della Rai e quindi continuiamo a restare in Ter, ma confidiamo di trovare consenso fra i nostri colleghi delle radio commerciali per un cambiamento».

La principale novità sarà il lancio, il 15 novembre, della piattaforma RaiPlay Sound, che verrà presentata in una conferenza stampa dedicata. Sergio ha però anticipato che «Rai Radio sta lavorando a un’offerta di 50 prodotti originali, oltre 400 puntate da pubblicare da ottobre fino a dicembre e una library infinita della nostra produzione».

Anche a livello commerciale, «la radio torna a essere un mezzo tattico e strategico dopo il blocco della mobilità – ha commentato Maurizio Fattaccio, Presidente di Rai Pubblicità -. Il contesto di Rai Radio è unico: non è una semplice radio di flusso musicale ma è di parola, con una vocazione forte all’approfondimento che rispecchia i valori e gli obiettivi del Servizio Pubblico. Molti programmi sono diventati punti di riferimento per gli ascoltatori che li ricercano anche online usufruendo dell’ascolto on demand. La qualità del contenuto unitamente all’ascolto on demand determina un alto tasso di endorsement, di gradimento e di ricordo delle campagne dei nostri inserzionisti. Il punto di forza della nostra offerta al mercato è nell’alta qualità dei contenuti inseriti in un contesto di grande valore che garantisce una attenzione particolare per i messaggi commerciali. Inoltre, le possibilità di brand integration che si stanno alimentando nella nostra offerta comportano una visione della Rai protagonista sul territorio, con RaiPlay Sound ci consentirà di intercettare ancora di più i nuovi target». 

«Il trend di raccolta è in linea con il 2020 ma il mercato è un po’ schizofrenico – ha aggiunto Francesco Barbarani, Direttore area Radio, Digital e Cinema di Rai Pubblicità -. Il primo semestre è stato in crescita ma poi c’è stato un rallentamento a luglio, mentre lo stesso mese 2020, pur in anno condizionato fortemente dal Covid, aveva registrato +16%: sono numeri difficili da interpretare. Ci sono due Kpi fondamentali a livello commerciale: il numero di clienti attivi che sta crescendo in maniera considerevole e il miglioramento della redditività. L’obiettivo della chiusura 2021 è difficile da stimare ma abbiamo un obbligo particolare per due cose: l’innovazione di RaiPlay Sound e la rilevazione Ter che, nonostante sia da migliorare, a oggi è la governance e il fatto di presentarci al mercato con i risultati ottenuti è un notevole plus a livello di sales proposition».

Tra conferme e novità

I quattro direttori dei canali generalisti – Simona Sala di Radio 1, Paola Marchesini di Radio 2, Andrea Montanari di Radio 3 e Angela Mariella di Isoradio – sono poi entrati nel dettaglio dei palinsesti.

Informazione, attualità e sport restano i pilastri di Radio 1, con il rafforzamento di programmi storici come Radio anch’io, Zapping e i programmi sportivi e l’arrivo dei nuovi Moka, Sabato anch’io, la finestra Effetto Recovery in Sportello Italia e Confronto Italia-Mondo, con l’implementazione delle breaking news su tutti i canali. Radio 2, che nel primo semestre è cresciuta in share del 22%, è la versione visual dell’offerta e prosegue sull’intrattenimento brillante e sulla musica: resta la rete dei grandi eventi da Sanremo agli Eurovision e la casa degli storici Il ruggito del coniglio e Caterpillar.

Tra le new entry Gli Autogol, Paola Perego ed Elena Di Cioccio la domenica, Pierluigi Diacono e un concerto-intervista con Carmen Consoli. Rai 3 non tradisce il suo DNA di rete culturale che celebra la bellezza delle arti a 360°: sarà presente ai principali festival letterari e ad altri eventi culturali, puntando sul podcast per raggiungere i giovani (20-25 anni). La rete della infomobilità Isoradio, dopo l’anno di direzione di Mariella, ha amplificato l’attenzione al territorio per interpretare ancora di più l’esigenza di prossimità degli utenti e alla musica con format come Il mio canto libero e Sulle strade della musica. 

Sebbene l’offerta di Rai radio abbia un volto definito, secondo Sergio è necessario comunicarlo di più. «La brand awareness di alcuni nostri canali è ancora bassa, penso ai canali specializzati: dobbiamo lavorare per far sì che tutti sappiano dell’esistenza dei 12 canali. Per far questo, contiamo molto sul poter portare le nostre radio tra la gente, nelle piazze e per le strade. Sperando che la situazione Covid a breve ce ne darà la possibilità, dovremo essere costantemente sul territorio e aumentare gli eventi live in via Asiago». Anche l’estero può diventare potenzialmente strategico secondo il direttore di Rai Radio. 

«Molti dei nostri canali hanno un potenziale presso gli italiani all’estero o gli amanti della cultura italiana di ogni Paese. Penso a Radio Tutta Italiana o a Radio Classica, solo per fare due esempi. La digitalizzazione ci consente di andare fuori dai confini italiani. Riuscire quindi a far conoscere questi canali all’estero può essere un importante nuovo settore, anche di business».

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