Un software “Pigro” di nome ma non di fatto

Con la missione di semplificare il knowledge management, Pigro sfrutta l’Intelligenza Artificiale per dare risposte puntuali e precise. Ne abbiamo parlato con il COO Nicola Abbasciano. 

Nicola Abbasciano

Quando è nata la start up e come? 

La tecnologia di Pigro nasce nel 2016, grazie a un appassionato studente di informatica, Nicolò Magnanini. Inizialmente Pigro voleva essere un aggregatore di notizie; l’obiettivo era di ottenere un riassunto delle news in relazione a un determinato topic partendo da fonti predeterminate. Ma monetizzare questo tipo di servizio si rivela fin da subito una chimera e nel 2018 Pigro vira verso una nuova value proposition e diventa prima un’assistente virtuale e nella sua versione finale una soluzione di knowledge management. Oggi Pigro permette di interrogare in linguaggio naturale la documentazione aziendale esistente fornendo risposte puntuali e precise. Il sistema importa in automatico, da qualsiasi repository, documenti aziendali di qualsiasi formato quali manuali utenti, schede prodotto, contenuti web, contenuti digitali in genere. La sua Intelligenza Artificiale proprietaria è in grado di estrarre in automatico dalla knowledge base esistente aziendale porzioni di testo, per rispondere alle domande poste dagli utenti in linguaggio naturale tramite l’interfaccia di Pigro, massimizzando così il ROI nella creazione di contenuti.  

 

Qual è il modello di business?

Ci rivolgiamo a grandi aziende con un fatturato superiore ai 500 milioni di euro e in particolare dialoghiamo con le divisioni del customer service. L’installazione è disponibile sia in cloud che on-premise e il nostro modello di prezzo prevede un costo di attivazione della soluzione e un canone annuale in funzione del numero di utilizzatori della piattaforma.

 

Ad oggi come si è sviluppato il progetto?

Come dicevo, Pigro ha subito 2 passaggi fondamentali, passando da aggregatore di notizie ad assistente virtuale, per giungere all’attuale value proposition. Pigro è oggi una soluzione di knowledge management che si inserisce all’interno dei processi di help desk ma non solo.

Queste le sue principali funzioni:

1. Divisione HR o IT: integrazione con cartelle condivise sul server aziendale o altra repository esterna per condivisione delle policy,  delle  procedure e di qualsiasi altra informazione potenzialmente utile ai dipendenti. Pigro è in grado di ottimizzare la condivisione e il recupero delle informazioni all’interno della knowledge aziendale attraverso la propria interfaccia in linguaggio naturale.

2. Supporto agli operatori di help desk per un veloce accesso e recupero dell’informazione utile e conseguente aumento della produttività. Unico punto di accesso a tutta la knowledge aziendale con possibilità di log-in tramite autenticazione e permettere l’accesso ad una sola porzione dell’informazione in base ai privilegi predefiniti.

3. Motore di ricerca interno al website, in grado di facilitare la navigazione dell’utente. In seguito alla domanda posta in linguaggio naturale, il sistema recupera porzioni di testo rilevanti dalle pagine url con reindirizzamento alla pagina da cui l’informazione è stata estratta.

 

Quali saranno i prossimi step?

L’obiettivo è di rendere l’azienda scalabile e di incominciare a rivolgersi ai mercati esteri. Attualmente siamo focalizzati sugli Emirati Arabi e già oggi il nostro prodotto funziona in lingua araba. Per quanto riguarda la scalabilità stiamo realizzando una piattaforma SaaS rivolta al mercato consumer in lingua inglese. Il prodotto si chiamerà “Paragraphs” e attualmente siamo in test con l’ultima release.

 

Che tipo di clientela avete?

Grandi aziende con oltre 500 dipendenti. Questo perché il knowledge management è un tema molto sentito nelle aziende di grandi dimensioni, dove la condivisione delle informazioni impatta fortemente sulla produttività e la redditività. 

 

Come comunicate per attirare nuovi clienti?

Anche noi abbiamo la nostra strategia di inbound marketing per attrarre lead qualificati, ma il canale migliore per una realtà B2B come la nostra sono i contest di open innovation delle corporate. Quasi tutti ormai hanno capito che è molto più conveniente fare scouting di tecnologie già validate nel mondo startup. 

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