Dove e Ogilvy lanciano la campagna globale “Reverse Selfie”

L’80% delle ragazze ha affermato di aver applicato un filtro o utilizzato un’app di ritocco per modificare l’aspetto delle foto prima dei 13 anni. Sempre l’80% ha affermato di aver confrontato il modo in cui appariva con quello degli altri sui social media. Il 77% delle ragazze ha provato a cambiare o nascondere almeno una parte del corpo prima di pubblicare una sua foto: le ragazze che distorcono le loro foto hanno maggiori probabilità di avere una bassa stima del corpo (48%) rispetto a quelle che non distorcono affatto le loro foto (28%). Sono alcuni dati emersi da una ricerca condotta da Dove, il brand di Unilever.

«Ora che i social media sono diventati parte della nostra vita quotidiana, la distorsione digitale sta avvenendo più che mai e le ragazze possono accedere a strumenti una volta disponibili solo per i professionisti con il semplice tocco di un pulsante senza regolamentazione», afferma Alessandro Manfredi, Vicepresidente esecutivo di Dove, reagendo a questi risultati.

Per rispondere a queste evidenze, Dove lancia la campagna “Reverse Selfie” che mira ad affrontare questi problemi fornendo a genitori, tutori e giovani un kit di strumenti che può aiutarli a navigare sui social media in modo più positivo. La campagna è stata ideata da Ogilvy con Copy Alison Steven e Art Liam Bushby. La regia è di Benito Montorio per la cdp Independent. Punto centrale della campagna è uno spot da 60 secondi che mostra l’immagine che una giovane donna ha postato sui social: l’immagine torna indietro fino a rivelare la sua naturale bellezza: come un simbolico sequel della campagna 2006 “Evolution”.

La protagonista della campagna, Grace, è stata scelta per la sua esperienza personale nel distorcere la sua immagine online con delle app di ritocco.

 

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