Negli italiani cresce la voglia di sport in vista della ripresa

Gli italiani vogliono riprendere a fare sport. La pandemia, più che mai, ha risvegliato la consapevolezza che fare sport fa bene e fa star bene. Da un sondaggio recentemente condotto da Orangogo – la piattaforma che consente di trovare e prenotare le attività sportive più vicine all’utente – su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, emerge che, alla ripresa, 2 “pigri” su 3 intendono iscriversi a un’attività sportiva. E, con tutta probabilità, si iscriveranno utilizzando i canali online, come testimoniano i dati McKinsey di fine anno 2020 sulla drastica accelerazione del digitale in epoca Covid: un passo avanti di diversi anni da parte di consumatori e imprese, tre volte più propense, rispetto a prima della crisi, ad affermare che oltre l’80% delle interazioni dei clienti sono di natura digitale. Ma che cosa è successo nell’ultimo anno? Ce lo dicono i risultati emersi dal sondaggio di Orangogo. Durante il periodo Covid il 66% degli italiani ha fatto attività fisica: di questi, il 34% ha praticato attività all’aperto quando possibile, il 19% ha alternato attività all’aperto e a casa, un altro 18% ha praticato a casa con video-lezioni, il 17% a casa da soli, il 7% a casa sia da soli sia con video-lezioni.

Dati importanti che raccontano quanto emerga il bisogno di movimento e benessere psico-fisico legato all’attività sportiva, qualunque essa sia. E si evince un altro dato: agli italiani le lezioni online piacciono, ma non soddisfano del tutto. Nonostante la pandemia abbia portato un incremento significativo dell’offerta di sport “online”, il 78% dichiara di volersi dedicare a uno sport in presenza (il 48% riprenderà il proprio sport preferito, il 30% avvierà una nuova attività). Il 7%, inoltre, affiancherà lo sport in presenza con lezioni online, il 3% utilizzerà l’online, mentre il 12% non intende praticare sport o non si è espresso. Solo il 26% delle persone rimaste attive durante il Covid ha sfruttato le lezioni online, e la quasi totalità degli intervistati ha dichiarato di preferire lo sport in presenza. Nonostante le restrizioni, la maggioranza ha comunque continuato a svolgere attività fisica perché ha saputo adattarsi.

Capacità di adattamento che è stata confermata dai trend di acquisto: secondo Eurostat, già a marzo 2020, mese in cui è scattato il lockdown, gli italiani hanno speso circa 3,8 milioni di euro per attrezzature sportive per casa, valore che è aumentato di oltre 2/3 nel mese di giugno, arrivando a quota 6,6 milioni di euro, e assestandosi a luglio con quasi 6 milioni di euro di acquisti (+50,8% rispetto ai valori di marzo 2020). Per quanto riguarda coloro che hanno ridotto o interrotto l’attività fisica – sempre secondo la ricerca Orangogo – le motivazioni sono da ricondurre al fatto che al 34% degli intervistati “non piace allenarsi in casa”, mentre il 27% reputa di “non avere lo spazio giusto”, il 22% non ha trovato nulla di entusiasmante da fare, un altro 22% ha dovuto dedicare alla famiglia il tempo che prima dedicava allo sport, e un 21% al lavoro.

Ma la verità è che al 47% degli intervistati “allenarsi con le video-lezioni proprio non piace”. «I dati della nostra ricerca hanno confermato la voglia di riprendere passioni sopite o di cercarne di nuove – ha spiegato Giulia Pettinau, fondatrice di Orangogo -. È ora assolutamente necessario dare ad associazioni e società sportive di tutta Italia strumenti digitali semplici e immediati per rispondere a questa ondata in arrivo di nuovi sportivi che cercano innanzitutto online attività intorno a sé da praticare dal vivo. La piattaforma Orangogo è nata per questo: già con i nostri servizi gratuiti le strutture sportive possono assicurarsi una solida presenza online, ricevere contatti, iscrizioni, prenotazioni e pagamenti, con funzionalità premium legate al software gestionale. Siamo nati con l’obiettivo di lasciare sempre più tempo a chi insegna sport di fare ciò che sa fare bene: far scoprire alle persone la propria passione sportiva».

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