Goodadd.it a tutto podcast nel nome del cliente

Intervista al CEO e Founder Marcello Pozza

Popolarità crescente, approccio emozionale, reattività di risposta, semplicità di fruizione e integrazione con le strategie social: sembrano essere queste le principali “risorse” che stanno catalizzando l’attenzione degli spender adv nei confronti del podcast. Target di riferimento privilegiato, la fascia 18-44 anni, con alto livello di istruzione e reddito elevato, per il 54% uomini e il 46% donne (fonte: The Podcast Consumer 2019, Edison Research).

Marcello Pozza

Marcello Pozza è un “pioniere” del settore e, dopo un lungo background all’interno della radiofonia, ha fondato, negli metà degli anni ’90 la società GOODmood per la produzione di audiolibri, nel 2018 goodadd.it che crea podcast e nel 2020 4tracce.fm, etichetta dalla quale prende il nome anche la piattaforma proprietaria di hosting podcast, sulla quale sono disponibili tutti i contenuti prodotti distribuiti poi sulle principali piattaforme tra cui Spotify, Apple podcast, Google podcast e Spreaker. 

 

Goodadd.it come si inserisce in questo mercato?

La parte più interessante e importante per le strutture che operano nel comparto è quella che ci mette in relazione con il cliente per riuscire a produrre progetti interessanti. Noi mettiamo sul tavolo un’expertise di decenni sui programmi radio e sulla produzione di spot radiofonici con la società PushPull, venduta nel 2015. Abbiamo affinato la capacità di dialogare con i clienti anche grazie al background maturato negli ultimi 15 anni con gli audiobook. Il percorso, partito dall’adv e passato attraverso gli audiolibri, è poi sfociato nel podcast: c’è una logica, un filo che unisce il tutto. Relativamente al podcast, l’idea è centrale e vince su tutto, ma anche l’aspetto del “confezionamento” ha la sua importanza. Grazie a un team altamente qualificato, composto da storyteller, speaker, interpreti, scrittori e giornalisti e le sue quattro sale di registrazione, goodadd.it gestisce tutti gli aspetti della creazione di un podcast  – dall’editing del testo alla registrazione delle voci e alla regia, passando per l’audio editing, il sound design, mix e mastering – e fornisce, proprio attraverso questo media contenuti di intrattenimento, formazione e informazione chiari, veloci e pratici.

 

Ci può segnalare una case history che avete realizzato?

Goodadd.it è stata tra le prime realtà in Italia a ideare e produrre contenuti podcast a supporto di strategie di branding e storytelling aziendale ed è pioniera nella comunicazione medico-scientifica. In primis citerei “Due mani in più”, il branded podcast realizzato nel 2020 in collaborazione con Coop Lombardia e dedicato all’omonimo progetto per il delivery ai clienti non autosufficienti, attivo dal 2001 e già vincitore di un Ambrogino d’Oro nel 2016, che nel solo periodo di lockdown ha effettuato oltre 40 mila consegne a domicilio a Milano, Novate Milanese e Sesto San Giovanni. Nelle tre puntate da 15 minuti circa ciascuna, disponibili sulle piattaforme Spotify, Apple podcast, Google podcast, Spreaker, 4tracce.fm, non ci sono solo le interviste ai personaggi istituzionali ma anche le testimonianze dei volontari e degli anziani che hanno usufruito del servizio. Sono convinto che la voce e il podcast siano uno strumento meraviglioso per informare e formare, valorizzare le storie, entrare nell’anima delle persone e delle aziende, raggiungere un pubblico nuovo e diverso. Crediamo che questo medium nuovo possa permettere di fare la differenza, trasformando belle idee in gesti concreti attraverso la semplice formula del racconto, perché la bellezza raccontata diventa contagiosa. Siamo attualmente in contatto con alcune aziende, perché i brand hanno bisogno di storytelling e il podcast è lo strumento ideale per raccontare.

 

Come spiega questa crescita, possiamo già chiamarlo boom?

Anche in questo caso, la tecnologia ha favorito l’affermazione di nuovi strumenti. Il podcast è a tutti gli effetti un nuovo mezzo che non solo è facilmente fruibile ma consente di poter semplificare la parte produttiva, perché con poche centinaia di euro, tramite un minimo di dotazione domestica, si possono rilasciare materiali di ottima qualità. Ovviamente, ciò che conta e fa la differenza è il contenuto. Molti bravi professionisti a un certo punto non hanno trovato più spazio nei palinsesti radiofonici e hanno trovato nel podcast una nuova possibilità. Questo aspetto ne ha alimentato la crescita, con il vantaggio che si tratta di un canale che può essere gestito in prima persona. Così come in Italia ci sono migliaia di radio locali, prevedo in futuro migliaia di podcast.

 

E le aziende stanno rispondendo bene?

Sì, perché è un mezzo particolarmente adatto a raccontare il passato il presente e il futuro delle aziende. Il tempo medio di ascolto è pari a 23 minuti, il livello di gradimento dei branded podcast è alto: secondo una ricerca di BVA Doxa e O-One del giugno 2020, l’80% ricorda i contenuti pubblicitari e l’81% li apprezza se sono contestualizzati in maniera intelligente all’interno. Quindi, da un punto di vista di comunicazione istituzionale o di prodotto, le aziende possono raggiungere risultati in questo nuovo mercato. Senza dimenticare che se il podcaster è un personaggio pubblico, con una propria pagina Instagram e un ruolo affermato nei social, il podcast diventa una naturale conseguenza per il suo pubblico che rappresenta una solida base per poterlo poi espandere. 

 

Tra le piattaforme di distribuzione, Spotify detiene una quota del 67% mentre gli altri non superano il 30%… 

Spotify porta con sé gli utenti della parte musicale, una sorta di concomitanza di target, e sta investendo molto nel campo della produzione di contenuti per i podcast, a seguito dell’acquisizione della società Gimlet, per aumentare il suo potenziale. Vedo ben posizionato anche Audible, con cui noi collaboriamo, che è stato uno dei grandi motori, insieme a Storytel, della diffusione degli audiobook prima ancora che dei podcast. E poi ci sono iTunes, Spreaker, Apple podcast, Google podcast: ognuno di questi player mira a un pubblico diverso. La differenza non la fanno tanto i contenuti in questo caso, ma per esempio l’approccio di vendita, che per alcuni segue le orme di Netflix e Amazon, per fare un paragone televisivo. 

 

Quali sono i contenuti più ingaggianti per i podcast?

Sono gli aspetti legati alla cronaca nera, la storia, l’entertainment. Goodadd.it è partita con due rubriche di economia: la prima è “3Fattori”, un’analisi quotidiana dei fatti più rilevanti del mercato a cura di Mariangela Pira, giornalista di Sky, mentre la seconda è “Economia a polpette” curata da Jacopo Scarabello, consulente finanziario, che spiega termini legati ai principi base dell’economia che leggiamo ma che non comprendiamo. Voice Technology su come interagire con gli home assistant – Google, Alexa, Siri e altri – è invece l’argomento trattato da Alessio Pomaro, uno dei massimi esperti sul tema. E poi proponiamo pillole di psicologia con Alessio Rocco Ranieri e altri contenuti che verranno pubblicati nelle prossime settimane con Valerio Airò, aka il Giargiana del Milanese imbruttito e la conduttrice televisiva Marta Perego anche lei conduttrice televisiva, con cui daremo il via ad un podcast dedicato ai libri alle serie tv e al cinema. Siamo in una fase pionieristica nella quale si fanno esperimenti cercando di capire quali siano le tematiche più interessanti per il pubblico. 

Un mese fa GOODmood ha lanciato una call to action alla ricerca di podcaster, perché?

Perché per migliaia di persone con belle idee il problema è trovare uno sbocco sul mercato. Vogliamo portare nella nostra squadra autori e podcaster che abbiano proposte interessanti e vogliamo diventare il trait d’union tra idee e clienti. Verranno esaminate tutte le proposte e le migliori potranno essere trasformate in produzioni. Siamo agli inizi di una storia tutta da scrivere: credo che tra sei mesi ascolteremo cose straordinarie.

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