IAB Forum, le persone al centro del Metaverse
Secondo la teoria darwiniana della tecnologia, è nei momenti di difficoltà e impedimento che l’uomo sviluppa e inventa nuove soluzioni per migliorare la propria situazione: così Massimo Sideri, Direttore Editoriale IAB Forum, ha introdotto IAB Forum 2020, che ha preso il via ieri con la versione totalmente digitale “Welcome to metaverse”. A condurre l’appuntamento Monica Peruzzi, Giornalista di Sky.
Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, ha fatto gli onori di casa ricordando l’apporto del digitale in questo anno faticoso: «Ha permesso di accelerare il Paese, in questi mesi sono cambiati tanti comportamenti e molti diventeranno abitudini della nuova normalità. Oggi parliamo di Metaverse che è l’ambiente all’interno del quale dobbiamo muoverci e ha bisogno di regole. I temi aperti sono tanti e li stiamo affrontando con il nuovo Consiglio Direttivo di IAB. IAB Forum da sempre parla di futuro, ma è un futuro presente: sono aspetti che possiamo mettere in pratica da domani, e questa in particolare è un’edizione fattuale e molto concreta, per dimostrare come anche nei momenti più difficili siamo in grado di fare cose straordinarie, siamo pronti al cambiamento».
Fuori programma, Noseda si è collegato con Paola Pisano, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, che ha sottolineato come, mentre sul fronte delle “autostrade digitali” l’Italia sia oggi al passo con i tempi, quello che ancora manca sono le competenze digitali dei cittadini.
«Stiamo lavorando con il Ministero dell’Istruzione perché la formazione non sia lasciata alle singole scuole ma sia strutturata, in modo che le aziende abbiano le competenze necessarie. Il Recovery Fund – ha sottolineato Pisano – dedica parte del finanziamento alla trasformazione digitale e ci dà scadenze certe. Le direzioni su cui ci dobbiamo focalizzare sono: infrastruttura, nuove tecnologie, cyber security, connettività e servizi digitali».
Le persone, dunque, sono al centro del cambiamento, ed è alle persone che occorre dedicarsi per rendere il Metaverse un luogo accogliente per tutti: ne ha parlato lo stesso Sideri in un panel con Sergio Amati, General Manager di IAB Italia, Uberto Fornara, Amministratore Delegato Cairo Communication e Amministratore Esecutivo Delegato Pubblicità di RCS e Nicola Lanzetta, Responsabile Mercato Italia di Enel. Un panel particolare e decisamente inusuale, realizzato in collaborazione con Technogym: una pedalata tra fisico e virtuale, dove i 4 manager hanno discusso anche di come lo smart working abbia modificato gli ambienti di lavoro e i risultati, con elementi di grande positività dal punto di vista dell’efficacia e dell’efficienza, ma con qualche difficoltà dal lato della creatività.
La mattinata si è conclusa con la conversazione che è ormai un “classico” di IAB Forum, cioè quella tra Luciano Floridi, Ph.D., Oxford Internet Institute and Digital Ethics Lab, University of Oxford, and The Alan Turing Institute e Ferruccio de Bortoli, Giornalista e Presidente Advisory Board IAB Italia, sul tema “Idee ingenue (ma non tanto) per la politica Italiana”.
«Serve una politica competente, che non sia interessata a se stessa ma alla società, che sia lungimirante, cioè che si eserciti pensando che il futuro non solo paga ma vota – ha affermato Floridi -: oggi invece scarichiamo i costi sulle future generazioni che non votano».
A proposito della gestione della pandemia, Floridi ha sottolineato che, non solo in Italia ma in generale in molti Paesi tra cui UK e USA, è stata gestita con disorganizzazione e con quella che i greci chiamavano “ubris”, arroganza: «Queste due cose messe insieme hanno effetti disastrosi. L’arroganza infatti ti impedisce di capire e di ammettere quanto sia grave la disorganizzazione. Un po’ di competenza avrebbe permesso di vedere in anticipo la seconda ondata».
«Nel 900 si rischiava la vita per la libertà – gli ha fatto eco De Bortoli -, oggi invece sacrifichiamo la libertà per salvarci la vita, ma fino a che punto si può limitare la libertà delle persone per la salute pubblica?» «Funziona solo se viene fatto in modo consensuale, partendo dal basso – ha risposto Floridi -: la società reagisce male alle operazioni coercitive».
Quello che è certo, è che la pandemia ha fatto cambiare pagina alla società come la conosciamo: «Quando sei immerso nel tuo lavoro tendi a pensare che tutti sappiano le cose che sai tu, io ho quindi sempre avuto l’impressione di una consapevolezza diffusa della rivoluzione digitale, con la pandemia ho capito che non era così e che questa consapevolezza è arrivata solo ora – ha concluso Floridi -. Così come il ‘900 è davvero iniziato con la Prima Guerra Mondiale, così la pandemia ci ha fatto entrare davvero nel terzo millennio».