Dalle agenzie digitali 27,6 mld di euro di valore aggiunto per l’economia italiana

Ieri a Roma presentato lo studio di UNA e Prometeia

Il digitale può fare davvero la differenza per l’economia italiana, trainando la ripresa in una fase particolarmente complessa per l’Italia. È infatti pari a 27,6 miliardi di euro, una cifra che corrisponde a circa l’1,7 del Pil, il “valore aggiunto” che le agenzie digitali apportano al Sistema Paese. È quanto emerge da uno studio, presentato ieri a Roma, promossa da UNA – Aziende della Comunicazione Unite in collaborazione la società di consulenza Prometeia.

La ricerca, che non fa che confermare il ruolo chiave del digitale come driver di innovazione in grado di incidere positivamente su competitività e occupazione, si inserisce all’interno di UNA+, l’innovativo progetto di digital transformation organizzato in partnership con Google e supportato da Confindustria Intellect.

Alessandra Lanza

«La fase di ripresa post Covid rappresenta un’occasione unica per compiere quel “salto digitale” che possa portare l’Italia insieme all’Europa sulla frontiera hi tech, il terreno sul quale, nel futuro prossimo, si giocherà la sfida mondiale sulla competitività. È quindi fondamentale mantenere la massima attenzione su tutte le realtà digital perché da queste dipenderà una buona parte della crescita nel futuro», ha commentato Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia, illustrando i dati.

Lo studio stima in Italia 28.000 agenzie digitali, pari a un fatturato di oltre 21 miliardi di euro e 156 mila lavoratori. Sono in prevalenza piccole aziende – oltre il 60% ha meno di 2 addetti e oltre il 90% ha meno di 10 addetti – e si concentrano in particolare nel Nord anche se si registra una presenza rilevante in Lazio e Campania.

La ricerca ha preso in considerazione come agenzie digitali tutte quelle imprese che offrono almeno un servizio nell’area web e tecnologie digitali con lo scopo di soddisfare le mutevoli esigenze delle imprese clienti nello sviluppo e implementazione di strategie di marketing/comunicazione/vendita. Nel settore l’occupazione è caratterizzata da una presenza superiore alla media di giovani con gli occupati fino a 35 anni che raggiungono il 30% (+50% rispetto alla media italiana) e donne, impiegate in questo settore per il 42% (+7,6% rispetto alla media italiana).

Si tratta di un segmento di mercato in costante ascesa e il fatturato dal 2010 ha registrato in media una crescita di quasi il 5% l’anno, oltre 3 punti percentuali in più rispetto al settore dei servizi per la comunicazione; anche la redditività (EBITDA) si attesta su livelli superiori (6.5) rispetto al benchmark (4.7). Per quanto riguarda le aree di offerta maggiormente presidiate, tra le prime tre si annoverano il web (86%), il marketing/comunicazione (64%) e i social media (56%), con una varietà di servizi che affianca allo sviluppo di siti web (71%), alla gestione dei social (51%), allo sviluppo dell’e-commerce (46%), una offerta molto articolata di servizi di marketing e comunicazione (branding, e-mail marketing, …). I 27,6 miliardi di euro di valore aggiunto che queste agenzie contribuiscono a creare per l’economia italiana (il 38% dei quali legati ad attività strettamente digitali) mettono in evidenza anche impatto indiretto che il settore può avere attraverso la propria filiera e l’effetto indotto con l’attivazione di spesa in consumi dei propri dipendenti e di quelli dei fornitori.

Ogni euro di valore aggiunto creato dalle agenzie digitali genera in media 2.1 € addizionali nell’economia per un moltiplicatore totale di 3.1. mentre l’occupazione sostenuta dalle attività di questo comparto ammonta a oltre 433 mila unità (intese come unità di lavoro standard); 10 occupati nelle agenzie digitali sostengono in media ulteriori 20 occupati addizionali nell’economia per un moltiplicatore dell’occupazione di 3. 

Ma c’è di più: lo studio sottolinea come un incremento della spesa in servizi digital media del 10% potrebbe produrre nel prossimo triennio una crescita cumulata del prodotto potenziale di oltre 9 miliardi di valore aggiunto. 

Diego Ciulli, Emanuele Nenna, Michele Cornetto e Marco Gay

«Un mercato che riesce a tenere il passo ha la possibilità di recuperare il gap – ha commentato Marco Gay, Presidente Anitec-Assinform & VP Confidustria Digitale -. Abbiamo subito uno choc culturale che ha accelerato determinati e processi e abbattuto barriere. Oggi occorre fare sistema per lavorare tutti insieme a un cambio di mindset».

Per intraprendere questo percorso però è necessario promuovere la cultura digitale e tecnologica nelle aziende. 

«Ecco perché UNA ha deciso di puntare sulla formazione di eccellenza: quella destinata alle piccole e medie agenzie italiane con l’obiettivo di accrescere le loro competenze in materia di comunicazione digitale, e renderle così in grado di guidare con consapevolezza le aziende del territorio in questa delicata fase di rilancio dell’economia del Paese», ha affermato Emanuele Nenna, Presidente dell’associazione.

Il progetto UNA+, studiato per accrescere le competenze delle aziende in materia di comunicazione digitale oltre ad accreditare sul mercato le agenzie che vi partecipano, troverà spazio anche all’interno di Italia in Digitale, il nuovo piano di Google per accelerare la ripresa economica del Paese attraverso progetti di formazione, strumenti e partnership per supportare le aziende e le persone in cerca di opportunità lavorative. 

«Il digitale ha dimostrato come la tecnologia possa aiutare persone e imprese nelle proprie sfide lavorative e imprenditoriali, anche in un momento di difficoltà – ha dichiarato Diego Ciulli, Policy Manager di Google -. La ricerca di UNA e Prometeia fa luce su un settore che più di altri crea posti di lavoro, reagisce alla crisi e contribuisce alla nostra economia. Siamo felici di essere tra gli abilitatori di questo ecosistema e di constatarne la crescita, a vantaggio del Paese».

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