GEDI, nel 1° semestre l’effetto Covid alimenta gli abbonati digitali che sfiorano il raddoppio. In netto calo ricavi e raccolta adv

Si è riunito oggi, presieduto da John Elkann, il Consiglio di Amministrazione di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. che ha approvato i risultati consolidati al 30 giugno 2020 presentati dall’Amministratore Delegato Maurizio Scanavino.

La nota ufficiale sottolinea che l’andamento del primo semestre del 2020 è stato notevolmente impattato dalla diffusione del virus Covid-19 e dalle conseguenti e opportune misure restrittive per il suo contenimento poste in essere da parte delle autorità pubbliche e locali. Da un punto di vista macroeconomico le principali agenzie e istituzioni hanno progressivamente rivisto al ribasso le stime di crescita del PIL in Italia per il 2020, mentre dal punto di vista della società si è assistito a una diretta contrazione del fatturato pubblicitario derivante dal crollo dei consumi e dal conseguente arresto delle pianificazioni oltre che dalla cancellazione di alcune campagne nazionali e locali già precedentemente prenotate e dall’annullamento di eventi pianificati. Di contro, tutti i brand del Gruppo hanno ulteriormente affermato la propria centralità e la propria autorevolezza nel fornire informazioni accurate ai lettori, registrando in particolare sul digitale numeri di traffico in significativa crescita. In questo scenario, la società ha agito prioritariamente per garantire la salute e la sicurezza della propria forza lavoro e ha messo tempestivamente in atto una serie di interventi di ulteriore razionalizzazione e riduzione dei costi volti a contenere gli effetti economici e finanziari derivanti dal drastico calo della raccolta pubblicitaria, continuando nel contempo a investire secondo le linee strategiche individuate.

Nel contesto in cui il Gruppo opera, con diffusioni e ricavi pubblicitari in netta flessione secondo dati Nielsen e ADS, i ricavi consolidati di GEDI si sono attestati a 248,9 milioni di euro, registrando una flessione del 17,8% rispetto al primo semestre del 2019. I ricavi derivanti dalle attività digitali rappresentano complessivamente il 14,2% del fatturato consolidato (18,4% sul brand Repubblica). I ricavi diffusionali, pari a 125,7 milioni, sono diminuiti del 6,6% rispetto a quelli del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Gli effetti del Covid-19 e delle misure restrittive introdotte a livello regionale e nazionale hanno impattato negativamente sull’andamento delle vendite in edicola.

Per contro, l’attività di vendita degli abbonamenti digitali ha confermato il trend positivo, sostenuta sia dal proseguimento delle azioni di massimizzazione della redditività della customer base sia dalle maggiori attivazioni conseguenti alla crescente attenzione dei lettori per le notizie riguardanti la diffusione del Covid-19. All’interno di questo contesto è stata avviata una politica promozionale sia sui prodotti premium (Repubblica, Topnews, Stai con Noi) sia sugli abbonamenti annuali alla copia replica. Tutte queste azioni hanno incrementato la customer base che a fine giugno ha raggiunto i 231 mila abbonati su tutte le testate del Gruppo, quasi il doppio rispetto all’analogo mese del 2019 e superiore di circa 104 mila abbonamenti rispetto a fine dicembre 2019. I ricavi pubblicitari, pari a 102,0 milioni, hanno subito un calo del 30,8% rispetto ai primi sei mesi del 2019. La flessione è sostanzialmente riconducibile agli effetti del Covid-19.

Con riferimento ai diversi mezzi del Gruppo, nel semestre la pubblicità su stampa è risultata in calo del 31,9% e quella sulle radio del 41,6%; più contenuta è stata la flessione della raccolta su internet, -8,1%.

I costi, inclusi gli ammortamenti, sono inferiori del 9,0% rispetto al primo semestre del 2019; sono diminuiti sia i costi del personale (-5,2%) che gli altri costi (-11,3%). Va peraltro evidenziato che tali riduzioni riflettono solo parzialmente gli effetti delle riorganizzazioni realizzate nelle aree tipografiche, amministrative e gestionali di GEDI News Network e della capogruppo nonché nelle strutture commerciali locali della concessionaria di pubblicità A.Manzoni&C.

Il margine operativo lordo consolidato e rettificato è stato negativo per 4,2 milioni rispetto a +23,5 milioni nel primo semestre 2019. Il risultato operativo consolidato è stato negativo per 129 milioni: senza considerare oneri non ordinari e svalutazioni, il risultato operativo rettificato ammonta a -20,0 milioni rispetto a 7,6 milioni nel primo semestre del 2019. Il risultato netto consolidato registra una perdita di 25,7 milioni rispetto ai +0,8 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. In un contesto di visibilità ancora ridotta, alcuni dei principali operatori del settore prevedono che nel 2020 il mercato della raccolta pubblicitaria possa subire un calo tra il 15% e il 20%, in funzione di diversi scenari sugli effetti del Covid-19. Un calo così significativo si era verificato in precedenza solo durante la crisi del 2012 quando il mercato aveva fatto registrare un -14,3%. Allo stato attuale tutti gli elementi che concorrono alla formulazione di previsioni per l’esercizio restano significativamente incerti in quanto dipendono, tra l’altro, dall’evoluzione della pandemia e dagli effetti nei prossimi mesi delle misure pubbliche nel frattempo implementate e da implementare. Le circostanze evocate rendono allo stato altamente incerta qualunque previsione che la società formulasse. Il Gruppo è focalizzato nel fare tutto quanto in proprio potere per gestire la crisi: ha implementato ulteriori misure per ridurre i costi e contenere gli esborsi per investimenti non strettamente necessari, procede regolarmente ad assessment sulle posizioni di liquidità rapportandosi con i propri partner finanziari, e continua ad attuare tutte le misure di sicurezza sanitarie a tutela dei propri lavoratori definite e richieste dalle diverse autorità locali. Il Gruppo ritiene di disporre di leve gestionali adeguate a garantire prospettive di sviluppo positive nel medio-lungo periodo, sia pure in un quadro macroeconomico inevitabilmente compromesso per il 2020.

 

 

 

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