GEDI, nel 1° trimestre ricavi a € 129,8 milioni (-10,8%). La raccolta adv cala del 16,7%

Si è riunito oggi, presieduto da John Elkann, il Consiglio di Amministrazione di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. che ha approvato i risultati consolidati al 31 marzo 2020 presentati dall’Amministratore Delegato Maurizio Scanavino.

I ricavi consolidati, pari a € 129,8 milioni, hanno registrato una flessione del 10,8% rispetto al primo trimestre del 2019. I ricavi derivanti dalle attività digitali rappresentano complessivamente il 13,5% del fatturato consolidato (17,4% sul brand Repubblica).

I ricavi diffusionali, pari a € 63,8 mn, sono diminuiti del 4,9% rispetto a quelli del corrispondente periodo dell’esercizio precedente, in un mercato che ha registrato una riduzione del 6,8% delle vendite dei quotidiani in edicola e abbonamento.

Gli effetti del Covid-19 e delle misure restrittive introdotte a livello regionale e nazionale hanno impattato anche sull’andamento delle vendite in edicola che nel mese di marzo hanno subito un calo decisamente più significativo rispetto a quello registrato nei primi due mesi dell’anno.

Per contro, l’attività di vendita degli abbonamenti digitali ha confermato il trend positivo, sostenuta sia dal proseguimento delle azioni di massimizzazione della redditività della customer base sia dalle maggiori attivazioni conseguenti alla crescente attenzione dei lettori per le notizie riguardanti la diffusione del Covid-19. All’interno di questo contesto è stata avviata una politica promozionale sia sui prodotti solo digitali (Rep:, Topnews, Stai con Noi) sia sugli abbonamenti annuali alla copia replica. Tutte queste azioni hanno incrementato la customer base che a fine marzo ha superato i 216 mila abbonati su tutte le testate del gruppo.

I ricavi pubblicitari hanno subito un calo del 16,7% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Nel bimestre gennaio-febbraio la raccolta sui mezzi del gruppo è risultata in linea con il corrispondente periodo dell’esercizio precedente (-0,3%), riflettendo l’andamento dei rispettivi mercati di riferimento. La successiva emergenza sanitaria e le misure di lockdown avviate nel corso del mese di marzo hanno determinato una drastica riduzione della raccolta pubblicitaria che ha registrato un calo del 37,4%.

Con riferimento ai diversi mezzi del gruppo, nel trimestre la pubblicità su stampa è risultata in calo del 21,6% e quella sulle radio del 10,3%; più contenuta è stata la flessione della raccolta su internet, -6,2%.

Il margine operativo lordo consolidato è stato negativo per -€ 0, 3 mn rispetto a € 8,4 mn nel primo trimestre del 2019. Il risultato operativo consolidato è stato negativo per € 67,0 mn e include € 58,9 mn di svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di impairment test. Tali svalutazioni si riferiscono per € 34,6 mn alla Cash Generating Unit (CGU) “La Repubblica”, per € 10,2 mn alla CGU “GEDI News Network Nord Est (Messaggero Veneto, Il Piccolo, Quotidiani Veneti, Corriere delle Alpi)”, per € 12,6 mn alla CGU “GEDI News Network Nord Ovest (La Stampa, Il Secolo XIX)” e per € 1,5 mn alla CGU “GEDI News Network Livorno (Il Tirreno)” e sono state effettuate per allineare i valori contabili di ciascuna CGU al valore recuperabile di riferimento determinato sulla base dei flussi di cassa dell’ultimo Business Plan approvato, adattati per riflettere alcuni scenari di possibile evoluzione della pandemia e dei suoi effetti sull’evoluzione del PIL italiano, e conseguentemente sugli investimenti pubblicitari, “pesati” in base al grado di probabilità.

Senza considerare tali svalutazioni, il risultato operativo rettificato ammonta a -€ 8,1 mn rispetto a € 1,5 mn nel primo trimestre del 2019.

Il risultato netto consolidato registra una perdita di € 52,9 mn recependo, come precedentemente illustrato, svalutazioni di avviamenti di testate effettuate a seguito delle verifiche di impairment test per €42,9mn al netto dell’effetto sulle imposte.

 

Al netto degli effetti di cui sopra, il risultato netto rettificato del primo trimestre 2020 è negativo per € 9,9 mn rispetto ai € 2,8 mn del corrispondente periodo dell’esercizio precedente.

In un contesto di visibilità estremamente ridotta, alcuni dei principali operatori del settore prevedono che nel 2020 il mercato della raccolta pubblicitaria possa subire un calo tra il 15% e il 19%, in funzione di diversi scenari sugli effetti del Covid-19.

Allo stato attuale tutti gli elementi che concorrono alla formulazione di previsioni per l’esercizio restano totalmente incerti: l’evoluzione della pandemia, le risoluzioni delle autorità in materia di ripresa delle attività produttive oggi in lockdown e di aiuti economici alle imprese e infine, in seguito all’eventuale ripresa dell’attività, la reazione degli investitori pubblicitari in un contesto di grave recessione quale quello che potrebbe delinearsi. Le circostanze evocate rendono allo stato altamente incerta qualunque previsione che la società formulasse.

Il gruppo è focalizzato nel fare tutto quanto in proprio potere per gestire la crisi: ha implementato ulteriori misure per ridurre i costi e contenere gli esborsi per investimenti non strettamente necessari, procede regolarmente ad assessment sulle posizioni di liquidità rapportandosi con i propri partner finanziari, con i quali ha concordato anche la sospensione temporanea dei covenant, e continua ad attuare tutte le misure di sicurezza sanitarie a tutela dei propri lavoratori definite e richieste dalle diverse autorità locali.

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