Con il podcast è tutta un’altra Storia

Storia d’Italia è il podcast che ripercorre la lunga e complessa storia italiana, dall’imperatore Costantino fino ai nostri giorni. L’idea è di Marco Cappelli, professionista del marketing e grande appassionato di tematiche storiche, che ci ha raccontato la genesi del progetto.

Come e quando nasce Storia d’Italia?

Storia d’Italia nasce come concetto nella primavera del 2018: dopo aver ascoltato in serie i più grandi podcaster di storia americani volli vedere cosa era disponibile in italiano. Mi accorsi ben presto che non c’era poi molto e in generale non il tipo di podcast che piaceva a me, narrativo, fluido, cronologico e storiografico, non basato su singoli personaggi. All’inizio fu lo stupore per aver trovato un angolo di etere non ancora riempito, poi venne la realizzazione. Perché non io?

 

Ci vuoi parlare di te? Chi sei? Come si incrocia il tuo lavoro nel settore del marketing con la passione per la storia?

Sarebbe facile dire che non si incrociano! Sono abruzzese e ho studiato al liceo classico, ma dopo la vita mi ha portato altrove: ho studiato Economia aziendale a Milano. Ho conosciuto mia moglie in un viaggio studio in America e poi ho costruito una famiglia, prima in Italia e poi da sette anni oramai in Belgio. Lavoro nel marketing di una multinazionale. Credo che la mia professione mi abbia dato molti spunti su come coinvolgere gli ascoltatori ma anche su come far conoscere il podcast che è oramai diventato uno dei più ascoltati in Italia.

 

Come si articola la proposta di contenuti di Storia d’Italia? Dove e come ti si può seguire?

Il podcast è ovviamente disponibile su ogni piattaforma di ascolto: Spotify, Google e Apple Podcast sono le più conosciute, ma ce ne sono molte altre. La prima puntata parla dell’ascesa di Costantino e poi proseguo in ordine più o meno cronologico; sono ora arrivato all’inizio del Medioevo e ho prodotto più di cinquanta episodi. Ma i miei contenuti non si fermano al podcast. Quasi ogni giorno pubblico contenuti integrativi sui social: mappe, personaggi, storie, luoghi che accompagnano la narrazione del podcast. Questi contenuti sono fruibili, e sono fruiti, anche da chi non ascolta il podcast. Sono presente su Instagram, Twitter e Facebook sempre con un /italiastoria. Infine il mio “headquarter” è ovviamente il sito web www.italiastoria.com dove ho inserito non solo gli episodi ma anche per buona parte di essi il testo integrale del podcast, assieme ad altre risorse per la loro comprensione come mappe, genealogie e le fonti che utilizzo per il podcast. C’è anche una sezione per i molti che hanno deciso di sostenermi con una donazione su Paypal o Patreon. 

 

Come ti sei avvicinato all’universo del podcast? Quali sono le potenzialità di questo strumento?

Ho detto del mio “avvicinamento” ma sulle potenzialità penso che in Italia siano ancora in larghissima parte inespresse, visto che l’offerta è molto ampia su alcuni settori specifici ma molto carente su altri, come appunto la divulgazione, non solo storica. A differenza di altri medium che soffrono il sovraffollamento c’è ancora spazio. Negli Stati Uniti, dove il podcast è nato, ad esempio oramai sono le stesse strutture museali e i professori dell’accademia a realizzare podcast molto seguiti.

Marco Cappelli

Qual è l’utente tipo di Storia d’Italia?

L’80% degli ascoltatori proviene dall’Italia, ma la cosa interessante è che il 20% ascolta dall’estero. Si tratta sia italiani della diaspora sia di tanti stranieri che assieme alla storia studiano l’italiano grazie al mio podcast. Quando mi scrivono di solito è la soddisfazione più grande! Ho ascoltatori di ogni età, a differenza di prodotti più di intrattenimento che hanno invece un taglio più giovane. Tendenzialmente di cultura alta, con studi universitari, ma non solo. 

 

Quanto tempo ti serve mediamente per preparare una puntata del tuo podcast?

Ho fatto una stima che si tratta di circa 5 ore di ricerca per ogni podcast, 3 ore per scriverlo, 4 ore per registrarlo e produrlo. Quindi circa 12 ore in totale: è un lavoro molto impegnativo, che prende ogni spazio libero della giornata! 

 

Spesso quando si parla di digitale e social viene spontaneo pensare al mondo degli influencer e a tematiche come il fashion e il beauty. Eppure il web può essere, come tu dimostri, una straordinaria opportunità per la divulgazione culturale. Qual è il tuo “segreto” per raccontare tematiche anche complesse a un pubblico come quello della rete?

Io credo che sia l’offerta in questo caso a fare la domanda: in Italia l’offerta divulgativa, almeno in formato podcast, è davvero agli albori. Se debbo guardare invece agli Usa, dove i podcast sono nati, posso dire che i podcast di storia e in generale educativi sono in cima alle classifiche e sono certamente quelli più fidelizzati. Inoltre, sono tra la tipologia di podcast preferiti dagli inserzionisti pubblicitari. 

 

Che tipo di evoluzione immagini per Storia d’Italia?

Ho imparato a non guardare troppo oltre e a cercare di mettere un piede dietro l’altro, un episodio dopo l’altro. Ho prodotto cinquanta episodi, 36 ore di contenuti di storia ricercati nel minimo dettaglio su due secoli di storia – il quarto e il quinto secolo – spesso ignorati anche dagli appassionati. Conto di fare lo stesso negli anni a venire, ora che mi sono avventurato nel periodo sconosciuto che ancora molti definiscono “i secoli bui”.

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