Hej! chiude il 2019 con fatturato raddoppiato

La conversazione è lo strumento principe per creare relazioni di qualità con i propri utenti sfruttando comunicazioni one-on-one e personalizzate: Stefano Argiolas, CEO di Hej!, in questa intervista traccia un bilancio dell’anno appena concluso e indica alcune prospettive per il 2020

Come si è chiuso il 2019?

Il 2019 è stato un anno molto positivo per Hej! con un fatturato raddoppiato rispetto al 2018 e campagne realizzate con molte delle aziende più rilevanti del mercato. Questa crescita importante è stata supportata da diversi fattori, tra cui i risultati delle campagne, sempre molto positivi e con un focus particolare alla qualità dei KPI raggiunti; un mercato più maturo per il conversational marketing; e il lancio di nuovi prodotti, come i Banner Bot: banner conversazionali capaci di rendere la user experience più coinvolgente e personalizzata.

Nel corso del 2019 abbiamo inoltre lanciato Hej! Studio 2.0, la nuova versione della nostra piattaforma tecnologica proprietaria che permette alle aziende di creare, gestire e distribuire autonomamente le esperienze conversazionali su Messenger, Web, Ads Display, WhatsApp e smart speaker (come Google Home e Amazon Echo), grazie a feature integrate disponibili in un’unica soluzione centralizzata. La nuova release fornisce la possibilità ai brand di comunicare tramite WhatsApp, utilizzando l’API per le funzionalità previste dalla soluzione Business e automatizzando processi come la gestione degli utenti, la generazione di ticket, l’integrazione diretta ai sistemi CRM, nonché protezione dei dati e prevenzione dello spam.

Altra novità della piattaforma è la funzione in grado di assecondare il trend del Voice Marketing, un tema in costante crescita con un forte impatto sulle strategie di marketing future. Le potenzialità della piattaforma in questo contesto risiedono nella capacità di creare e gestire esperienze conversazionali per dispositivi vocali attraverso lo sviluppo di skill e action brandizzate. Un occhio di riguardo è stato dato alla misurazione delle performance per l’analisi e l’ottimizzazione: il sistema infatti tiene traccia di tutte le conversazioni ed è in grado di restituire una mole di dati e insight utili all’attività di reportistica e alla raccolta di informazioni essenziali per i brand. Infine, la possibilità di inviare direttamente ai CRM tutti i dati raccolti a servizio di attività strategiche. 

 

Quali sono le prospettive per il 2020?

La crescita registrata negli ultimi due quarter unita ai risultati ottenuti ci fanno ben sperare per il 2020. Anche per il prossimo anno, vogliamo mantenere tassi di crescita e ritmi sostenuti come negli ultimi due trascorsi! Il mercato d’altra parte vede i brand sempre più predisposti a sfruttare la conversazione per creare relazioni e comunicazioni personalizzate, oltre che sfruttare nuovi canali dove poter trovare la giusta innovazione e nuove opportunità di contatto. 

 

Quali sono i progetti in fase di sviluppo?

Abbiamo in cantiere diversi progetti su diverse piattaforme, come WhatsApp, Google Assistant e Alexa, oltre che nuovi prodotti sul mondo del media, come i Banner Bot, sui quali abbiamo ricevuto un riscontro molto positivo da clienti di diverse industry (automotive, fashion, finance, retail, GDO) nell’ultimo trimestre del 2019. Il 2020 vedrà il consolidamento di questi canali e di questi strumenti nelle strategie di marketing delle aziende. Abbiamo notato un’attenzione sempre più alta verso la qualità delle relazioni e la conversazione è sicuramente lo strumento principe per creare relazioni di qualità con i propri utenti sfruttando comunicazioni one-on-one e personalizzate. 

 

Quali saranno le opportunità per il conversational marketing nel 2020?

Lo sviluppo del conversational marketing ha ricevuto una grande spinta dall’uso delle app di messaggistica, nonché dall’ingresso nelle nostre case di smart speaker e tecnologie di chatbot e voice assistant. Se quindi da una parte gli utenti hanno acquisito una maggiore consapevolezza nell’utilizzo di questi nuovi strumenti, dall’altra i brand hanno capito la necessità di inserire la conversazione nelle proprie strategie di marketing. In questo scenario, il valore del conversational marketing per creare relazione non è un fenomeno passeggero, basti infatti pensare al numero crescente di brand che sta investendo in questa tipologia di marketing. Se il 2019 è stato l’anno dell’affermazione dei dispositivi vocali – secondo eMarketer 111,8 milioni di persone negli Stati Uniti (circa il 40% degli utenti aventi una connessione internet) hanno utilizzato un assistente vocale almeno una volta al mese, ed entro il 2021 questo numero salirà a 122,7 milioni – il 2020 sarà quindi l’anno in cui il conversational marketing, trainato dall’AI, troverà la sua chiave di svolta. 

Man mano infatti che la tecnologia basata su intelligenza artificiale migliora, la base utenti aumenterà di conseguenza e le persone useranno sempre di più la ricerca vocale per trovare informazioni. I marchi dovranno essere quindi pronti a rispondere a questa esigenza che le previsioni vedono in crescita.

Infine, le interfacce conversazionali, che permettono ai brand di aprire il dialogo esclusivo con la propria audience, saranno sempre più integrate con i CRM e nei processi aziendali. 

Questa integrazione consentirà di costruire dialoghi sempre più personalizzati e renderà unica ogni esperienza, aumentando così la qualità della conversazione e della relazione tra brand e persone.

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