Over 60 italiani, altro che Quota 100!

Lo studio realizzato da BVA Doxa

Sono oltre 2 milioni gli over 60 italiani nel mondo del lavoro e più della metà lo fa per scelta. È quanto emerge da una ricerca realizzata da BVA Doxa in occasione dell’evento Seniors Impact Initiative nell’ambito del SingularityU Italy Summit 2019, manifestazione dedicata all’innovazione che si è tenuta l’8 e il 9 di ottobre al MiCo di Milano, di cui l’istituto di ricerca è partner.

La fotografia scattata dallo studio ci mostra una generazione di ultrasessantenni sempre più attiva e in salute e con lo sguardo proiettato verso il futuro. Secondo la ricerca solo il 15% dei senior indica i motivi economici come la principale causa che li spinge a restare nel mondo del lavoro. Uno su tre lavora ancora perché non può smettere, ma se potesse, opterebbe per la pensione. Un mondo del lavoro in rapida evoluzione richiede impegno continuo e dedizione.

Per il 50% degli intervistati è necessario mantenere viva “la voglia di imparare e restare aggiornati”. Il 45% è convinto della necessità do “guadagnare dimestichezza con la tecnologia”, mentre il 41% pensa che sia importante “creare un legame tra i giovani e le diverse generazioni”.

Lavorare diventa quindi un modo per sentirsi giovani e parte attiva nella società. Il 12% degli over 60 è convinto di avere ancora tanto da dare. Un approccio che si rispecchia nei trend evidenziati da BVA Doxa in una recente indagine secondo cui in Italia si inizia a sentirsi vecchi dopo i 70 anni. Solo in Finlandia c’è la stessa percezione.

Nel resto del mondo, infatti, si inizia a percepirsi come anziani mediamente intorno al cinquantaseiesimo compleanno. Un ruolo fondamentale è assegnato alla tecnologia, vissuta come strumento in grado di migliorare la qualità della vita. Oltre il 50% degli over 60 italiani trova che possa avere impieghi utili e concreti in ambiti quali la sicurezza in casa, fuori casa, la salute e, non ultimo, il mondo del lavoro.

Per gli attuali lavoratori senior la tecnologia migliora la qualità del lavoro (77%), ottimizza i tempi necessari per svolgere le attività lavorative (60%) e permette di fare cose che altrimenti non si riuscirebbe a fare (58%). Un tema delicato riguarda l’aggiornamento. Il 60% dei lavoratori ed ex lavoratori ha vissuto sulla propria pelle difficoltà legate al cambiamento organizzativo. Questo per diversi motivi: in primis per la scarsa dimestichezza con le nuove tecnologie (38%), direttamente correlata alla mancanza di una formazione adeguata in rapporto all’uso dei nuovi strumenti (31%).

A seguire il crescente utilizzo dell’inglese o di altre lingue non conosciute (35%) e il doversi rimettere a imparare (36%) legato all’inadeguatezza delle competenze acquisite negli anni. In questo processo di trasformazione, però, solo un lavoratore senior su 3 crede che la propria esperienza sia stata valorizzata in azienda.

Secondo quanto evidenziato da BVA Doxa, il 74% vorrebbe partecipare a corsi sulle nuove tecnologie, mentre il 49% auspica un maggiore coinvolgimento nei momenti di incontro e confronto aziendale. In questo processo è chiara la volontà degli over 60 di confrontarsi con i giovani lavoratori per affrontare questi cambiamenti, in un’ottica di collaborazione a due vie che arrechi un beneficio a entrambe le parti. I più senior vorrebbero trasmettere ai ragazzi le proprie competenze (41% dei casi) e apprendere a loro volta le skill che non hanno (34%). 

Nel 2020, i primi Gen Z, la generazione nata fra il 1997 e il 2010, inizieranno a fare capolino nel mondo del lavoro. Questo porterà a convivere, all’interno delle aziende, fino a quattro generazioni diverse. È la prima volta che accade nella storia. Siamo di fronte a un’autentica sfida. 

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