Torna l’appuntamento con FeST. Il futuro? Un brand vivo tutto l’anno

Da oggi a domenica torna il Festival delle Serie Tv per la sua seconda edizione. L’evento si svolgerà alla Triennale di Milano. L'intervista a Domenico Loperfido, CEO della società organizzatrice

 

Da oggi torna l’appuntamento con FeST – Il Festival delle Serie Tv. Quali sono le principali novità di questa seconda edizione?

Siamo molto contenti di questa “seconda stagione” di FeST la cui novità principale è sicuramente la location. Da oggi al 22 settembre saremo infatti in Triennale Milano con cui abbiamo stretto una collaborazione di cui siamo molto orgogliosi. Si tratta di uno scale-up notevole rispetto alla prima edizione, una location posizionante per il festival, ma soprattutto con obiettivi molto più sfidanti. 

Il tema di questa edizione è Breaking Stereotypes, un fil rouge che sarà ripercorso in tutti i talk della kermesse e che racconterà l’evoluzione del linguaggio seriale rispetto alla rottura degli stereotipi.

Quest’anno FeST avrà tre palchi: nel Teatro dell’arte si alterneranno anteprime esclusive, talk con i protagonisti delle serie tv e panel di esponenti del mondo entertainment e musicale: per citarne alcuni, Massimo Pericolo e Carlo Pastore, Paola Maugeri e Costantino Della Gherardesca, Nino Frassica, Motta e Coma Cose, Alice Pagani, Camihawke, Lino Guanciale, Vittoria Puccini, Margherita Buy. 

In sala Agorà avremo un palco interamente dedicato alla industry, con il patrocinio di APA, dove ospiteremo tutti i principali produttori della serialità televisiva e inaugureremo la prima edizione delle masterclass FeST in collaborazione con Almed Cattolica (sold out in una settimana!) che dà l’opportunità a sceneggiatori e showrunner in erba di presentare la propria idea di serie tv ai principali produttori sul mercato.

Infine, il terzo palco sarà dedicato ai più piccoli: nella giornata di domenica daremo vita al primo festival della serialità dedicato ai bambini (Nickelodeon, Cartoon Network e DeaKids i broadcaster). 

 

Domenico Loperfido

FeST è oggi anche una società, spin off di DUDE, dedicata all’organizzazione dell’evento. Da dove è nata l’esigenza di creare una realtà indipendente? Ci sono altri progetti all’orizzonte? 

Dopo l’esperimento vincente dell’edizione 0 di FeST vi era l’esigenza di portare il festival a un livello superiore. Per fare ciò c’è bisogno del committment del team, ma soprattutto di struttura e organizzazione. Motivo per cui i soci di DUDE con Mauro Del Rio (che con BDC è partner di FeST), hanno pensato di creare una società che si occuperà dell’organizzazione e della produzione di questa e delle prossime edizioni di FeST.

Rispetto ai prossimi progetti posso dire che FeST sarà presente durante tutto l’anno con i nostri Road to FeST, microeventi che fanno da vetrina alle serie di nicchia o più sperimentali dei broadcaster e tramite collaborazioni con i principali festival nazionali come il Milano Film Festival, Book city, Music week e Videocittà a Roma.

Per il futuro abbiamo in cantiere una serie di potenziali evoluzioni mirate a un coinvolgimento sempre maggiore di brand che non fanno parte della filiera entertainment, ma che coesistono nel momento di fruizione delle serie tv.

Parlo di stunt, installazioni e attivazioni su cui stiamo già lavorando con i nostri event supporter in Triennale quest’anno (Samsung su tutti) ma su cui punteremo molto già dalla prossima edizione.

 

Tornando al Festival delle Serie Tv, quali sono le aspettative di quest’anno? 

Abbiamo ambizioni molto sfidanti e vorremmo raggiungere una pedonalitá di 10-15mila persone in tre giorni.

Per questo abbiamo stretto media partnership importanti per ampliare e al tempo stesso intercettare target giusti: Tv Sorrisi e Canzoni, Vice, Grazia, Forbes, Tv Serial, Zero Milano e Radio 105 che è la nostra radio ufficiale.

Siamo molto contenti della fiducia del Comune di Milano che non solo patrocina il FeST, ma ci ha permesso di essere nel calendario della Movie Week e ha ospitato la conferenza stampa a palazzo Marino. FeST infine può vantare nove brand event supporter che saranno protagonisti in Triennale: Business School Sole24 ore, Chocomel, Esselunga, Noberasco, Pendragon, Samsung The Frame, Sheraton, Storytel e UNIQLO.

 

Uno dei punti di forza dell’evento è la capacità di coinvolgere i principali broadcaster?

Il festival è nato grazie alla fiducia che i broadcaster hanno riposto in noi lo scorso anno, grazie al lavoro della direzione artistica di Marina Pierri e Giorgio Viaro. Credo inoltre che i broadcaster abbiano soprattutto visto insieme a noi l’opportunità del vuoto d’offerta nel panorama festivaliero. Siamo stati molto contenti lo scorso anno e continuiamo a lavorare ogni giorno per premiare la fiducia di Dplay, Fox, Mtv, Mediaset, Netflix, Prime Video, Rai Fiction, Sky.

 

Che tipo di evoluzione immaginate per la manifestazione?

Il modello a cui ci ispiriamo è il South by Southwest di Austin, talk festival musicale e cinematografo che attira visitatori da tutto il mondo che volano in Texas per scoprire le tendenze degli anni a venire. Miriamo a essere vicini al SXSW sia come tono di voce e contenuti, che per il ruolo che ricopre per i broadcaster. La strada è ancora lunga, tuttavia siamo orgogliosi già quest’anno di aver posto solide basi per costruire la nostra identità futura. L’obiettivo finale di questo entusiasmante percorso è diventare “The Next Binge Thing” ovvero il punto di riferimento italiano sull’evoluzione della serialità televisiva.

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