Economico ed ecologico: riCompro dà nuova vita ai device usati

Fabian Thobe, tra i fondatori della piattaforma che acquista smartphone, tablet e computer usati, ricondizionandoli e rivendendoli a prezzi competitivi, racconta come in poco più di un anno la start up abbia raggiunto il break even

Ogni anno più di 20 milioni di smartphone vengono abbandonati nei cassetti degli italiani e sostituiti da nuovi dispositivi, pur essendo spesso pienamente funzionanti. Questo comporta lo spreco di risorse preziose come oro, alluminio e cobalto, che vengono estratti in miniere in Asia, Africa e Sud America da lavoratori precari, spesso anche minorenni, in condizioni disumane. Il servizio di riCompro incentiva la preservazione di materie prime ed evita emissioni CO2 causate dalla produzione di nuovi smartphone.

Fabian Thobe

Nato nel 2017, riCompro, permette ai consumatori di valutare i loro vecchi smartphone, tablet e portatili gratuitamente. Dopo la valutazione, riCompro si fa carico di ritirare il dispositivo. Gli smartphone e i tablet vengono successivamente ricondizionati per essere rivenduti online a nuovi clienti a prezzi scontati fino al 50%.

RiCompro fa parte del gruppo Milky Way Ventures, incubatore focalizzato sulla creazione di aziende e-commerce fondato in Italia da Fabian Thobe, Gaetano Romeo, Roberto Marani, Salvatore Iuzzolini e Alessandro Faccin. I soci vantano esperienze internazionali di successo come Groupon e Delivery Hero e in aziende di consulenza come McKinsey e BCG.

La società può già considerarsi a break-even, come spiega uno dei fondatori, Fabian Thobe: «Vendiamo cellulari a metà prezzo con una garanzia di due anni, siamo gli unici sul mercato con un’offerta di questo valore. Il nostro problema principale è reperire i cellulari: infatti la maggior parte delle persone preferisce tenerli chiusi in un cassetto. Bisogna rendere coscienti i consumatori che quello che per loro non ha ormai più nessun valore potrebbe invece averlo per altri».

Una difficoltà dovuta al mercato stesso, con i produttori che spingono all’acquisito di device nuovi. «E con alcuni produttori in particolare le difficoltà raddoppiano – sottolinea Thobe – perché non rendono disponibili i pezzi di ricambio».

Per promuoversi sul mercato, riCompro sta iniziando a spingere sulla comunicazione, ma con alcuni paletti: «Partiamo dal fatto che siamo ben indicizzati sui motori di ricerca: chi vuole vendere un cellulare usato o comprarne uno ricondizionato ci trova senza problemi. Poi abbiamo scelto di lavorare soprattutto attraverso attività di pr e media relation, preferiamo non investire in pubblicità vera e propria in questo momento – sottolinea Thobe -. Stiamo inoltre lavorando nei punti vendita, dove aiutiamo i negozi a vendere meglio attraverso i nostri servizi. Il prossimo passo sarà parlare anche con gli operatori: ci sono delle ottime possibilità di collaborazione».

L’economicità è comunque la leva su cui riCompro punta prevalentemente per attrarre nuovi clienti: «Sebbene per noi sia fondamentale l’aspetto della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente, tuttavia per il consumatore italiano non è un motivo che spinge all’acquisto» conclude Thobe.

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