Social impact e sostenibilità a portata delle imprese

Si è tenuto il 15 novembre l’ottavo Forum Wpp Italia/The European House-Ambrosetti

Si è tinta di rosa l’ottava edizione del WPP Forum 2019, che si è tenuto al Magna Pars di Milano lo scorso 15 novembre: la tappa finale dell’Advisory Board WPP Italia/The European House-Ambrosetti,

«Il ruolo della comunicazione per la società di domani – Idee, esperienze e storie per un mondo più inclusivo e sostenibile», ha lasciato spazio a dibattiti, confronti e case history al femminile. A cominciare dal Country Manager di WPP Massimo Costa “sostituito” nei saluti di benvenuto da Simona Maggini, CEO di VMLRY&R, che ha posto l’accento sul «ruolo sociale della comunicazione che ha un impatto sulla vita e sui comportamenti delle persone. Il nostro business è fatto di persone e in ottica “Next Gen” aiutiamo i giovani a ritrovare quel valore umano al di là dei profitti, attraverso attività di coaching e training per la loro crescita professionale. WPP è un’eccellenza italiana che abbraccia 50 società, per le quali sono fondamentali il rispetto delle persone e dell’ambiente. Social impact e sviluppo sostenibile, però, non significano solo protezione dell’ambiente, ma anche inclusion: ecco che la scelta fatta quest’anno di avere un palcoscenico di sole donne diventa simbolica».

A moderare l’intera giornata Sarah Varetto, EVP News Projects Development Continental Europe di Sky Italia, che ha raccontato l’impegno del broadcaster in favore della protezione dello stato di salute degli oceani e della graduale eliminazione della plastica dagli uffici attraverso soluzioni alternative.

Cetti Lauteta, Project Leader di The European House-Ambrosetti ha esposto numeri poco incoraggianti. «7 milioni di persone muoiono prematuramente ogni anno per esposizione ad aria inquinata e il 91% della popolazione mondiale vive in luoghi dove la qualità dell’aria eccede i livelli consentiti – ha spiegato Lauteta -. Ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, ci sono 795 milioni di persone denutrite, 2 miliardi in sovrappeso e 264 milioni di bambini che non hanno accesso all’istruzione. Attorno a questo tema c’è una crescente attenzione internazionale, iniziata con il primo sciopero internazionale per il clima, seguito da quello di maggio: per i giovani questo è il tema del futuro, hanno bisogno di modelli sostenibili. Ed è questa la sfida su cui possono essere posti i pilastri per una nuova coesione europea». Molto può essere fatto da parte delle imprese: secondo l’analisi dell’Advisory Board la sostenibilità è un fattore competitivo: le aziende altamente sostenibili sono il 10,2% più produttive di quelle non sostenibili. «Sono cinque i valori chiave per considerare lo sviluppo di un’impresa o di un Paese realmente inclusivo e sostenibile: equità, apertura, intelligenza, stabilità e resilienza – ha proseguito Lauteta -. Nel 2050 in Italia ci saranno più pensionati che lavoratori, ma già nel 2018 era il secondo Paese più vecchio al mondo, con una stima di 168,7 anziani ogni 100 giovani. A livello europeo è agli ultimi posti per fecondità: 1,3 figli per donna con una media europea di 1,6. Anche per quanto riguarda la ricerca, l’Italia non fa abbastanza e si colloca al 24° posto tra gli Stati UE per la digitalizzazione. Il tasso di occupazione femminile si attesta al 53,1% (con il 19,5% di lavoro part time involontario) contro la media europea di 67,4%. Le cose non vanno meglio in termini di occupazione giovanile, con un valore – il 15,9% – che è il doppio della media UE (al 7,6%). In fatto di resilienza, il sistema imprenditoriale italiano spende quasi 57,2 miliardi di euro per la gestione dei rapporti con la P.A., l’1,2% del PIL, e il divario Nord-Sud impatta su tanti settori e incide su attrattività e competitività. Il debito pubblico alto e la crescita del PIL bassa sono un altro fattore negativo». Di fronte a questo quadro, la ricetta dell’Advisory Board ha evidenziato cinque priorità per il Sistema Paese: più meritocrazia e meno familismo; più investimenti in capitale umano a partire dalla scuola, digitale e ricerca; più donne e giovani nel mercato del lavoro; più attenzione alla tutela dei nostri territori e delle nostre comunità; capacità di visione e programmazione di lungo periodo. “Sappiamo cosa debba essere fatto, quello che manca è la volontà di farlo”, diceva Nelson Mandela «invece è necessario il contributo di tutti», ha concluso Lauteta.

Patricia Navarra, Responsabile Relazioni Istituzionali di ASviS, un insieme di organizzazioni della società civile unite da una stessa visione, ha parlato della necessità di un impegno maggiore a partire dall’educazione, per arrivare a un sistema di monitoraggio che possa aiutare le istituzioni a sviluppare sostenibilità e inclusione. «Basta parole vuote, bisogna passare dall’ambizione all’azione», è la posizione di Federica Gasbarro, unica portavoce italiana giovani all’ONU e attivista di FridaysForFuture, il movimento fondato da Greta Thunberg. «Questa non è una battaglia dei giovani, appartiene a tutti e tutti devono lavorare insieme per un futuro migliore, perché non abbiamo un’alternativa. È importante però che ogni scelta del singolo, come quella di non utilizzare una macchina, debba essere supportata da azioni pratiche come l’implementazione del trasporto pubblico: ci viole un deciso cambio nelle strategie di sviluppo delle imprese e dei Paesi», ha chiosato Gasbarro.

La seconda parte della giornata è stata dedicata al “fattore umano” nell’era della digitalizzazione: ne hanno parlato Silvia Candiani, AD di Microsoft Italia, Barbara Labate, Fondatrice e CEO di ReStore e Risparmio Super, Camilla Lunelli, Responsabile della Comunicazione e dei rapporti esterni di Cantine Ferrari, e Riccarda Zezza, CEO di Life based Value. Poi, spazio alle case history con Enass Abo-Hamed, Fondatrice e CEO di H2GO Power, che ha presentato il lavoro svolto per portare l’idrogeno ad assumere un ruolo sempre più importante nelle scelte energetiche di imprese e nazioni, e con Irini Komodikis, Marketing Director BU South di AB InBev che ha illustrato l’impegno della multinazionale della birra nel sostenere i 17 obiettivi di sostenibilità che l’ONU ha definito nel 2015: questo impegno, che riguarda rispetto del territorio, agricoltura e packaging sostenibili, è diventato protagonista dello spot dell’azienda presentato in uno dei break dell’ultimo Super Bowl. «Ognuno, a casa o al lavoro ha un ruolo che può essere positivo o negativo: bisogna scegliere da che parte stare», è convinta Komodikis.

Francesca Santoro, ingegnere elettronico, è un esempio di cervello italiano che dopo anni all’estero ha deciso di ritornare in patria e di come le donne non siano destinate alla sconfitta parlando di tecnologia. Insignita dal MIT come una delle 35 donne che portano avanti l’innovazione nel mondo, ora è Principal Investigator – Tissue Electronics Lab dell’Istituto Italiano di Tecnologia. «Oggi abbiamo parlato di sostenibilità come una scienza, facciamola diventare una pratica comune», auspica Santoro, mentre Camilla Crotti, Consultant di TEH-Ambrosetti ha parlato di «cultura come arma di riscatto e di innovazione come via di uscita». La strada da percorrere è ancora lunga e la società, spesso, corre più veloce delle istituzioni e della politica, ma è giunto il momento di accelerare vista l’urgenza perché, come ha concluso Maggini con i saluti finali, «There is no Planet B».

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