A IF! “Sul Letto del Fachiro” con Maurizio Nichetti e Giampaolo Rossi

Il talk promosso da Touchpoint in occasione della tre giorni dedicata alla creatività

«Oggi siamo in un’epoca in cui non esiste più un unico immaginario collettivo, viviamo in alcune bolle che hanno cluster molto diversificati. Queste sono le nostre zone di comfort. Il nostro è un mondo iperconnesso, ma che ci conforta con le cose che amiamo. Per questo per essere creativi è fondamentale cambiare il punto di vista mettendosi in una posizione scomoda». Con queste parole Giampaolo Rossi, formatore, imprenditore nonché editore di Touchpoint, ha introdotto il Talk “Sul letto del Fachiro” che venerdì 8 novembre ha visto la nostra testata fare il suo “esordio” davanti alla platea di IF! Italians Festival, manifestazione dedicata alla creatività che si è tenuta al BASE Milano.

Maurizio Nichetti e Giampaolo Rossi

Ospite dell’appuntamento Maurizio Nichetti, regista, attore e sceneggiatore, intervistato da Rossi in occasione del 40° anniversario di Ratataplan, un autentico film cult; un’opera prima diventata nel 1979 un successo internazionale. «Abbiamo coinvolto un artista che ha compiuto scelte scomode per tutta la sua carriera», ha detto l’editore introducendolo al pubblico.

«La fortuna di Ratataplan nasce dal fatto che è una pellicola che ha enfatizzato i miei difetti. Sono partito dai miei limiti. Non sarei stato capace di fare un film “parlato” come Nanni Moretti. Così ho messo insieme la mia esperienza di mimo e le gag che da anni scrivevo per lo studio di Bruno Bozzetto. Da qui è nato un film muto con un richiamo al mondo dei cartoni animati. Ho messo insieme queste due cose facendone nascere una terza completamente nuova».

Il regista ha sottolineato quanto oggi sia difficile uscire dai binari del già visto: «In generale vedo una grande difficoltà a fare cose nuove. Non puoi essere creativo con una cosa con cui già altri hanno fatto successo. Il problema dei produttori è che non vogliono rischiare. Hanno bisogno di sicurezze, c’è sempre bisogno di qualche riferimento che li rassicuri. Un discorso che vale per il cinema, ma che possiamo estendere anche al mondo della pubblicità. Ma se fai il creativo devi avere il coraggio di realizzare qualcosa che nessuno ha mai fatto, devi arrivare prima degli altri. Sempre più spesso ci si limita a navigare in rete e a valorizzare idee altrui che vengono replicate all’infinito».

«Noi umani – ha replicato Giampaolo Rossi – siamo macchine biologiche che cercano stabilità, non è un caso che la tv generalista, guardata soprattutto da un pubblico di over 60, proponga cose già viste, perché è diventata la loro zona di comfort».

Produrre quello che la gente si aspetta: questa sembra essere la tendenza dominante. «Ma in un mondo multicanale e multipiattaforma dove si trova la chiave per dar vita a contenuti originali?», ha chiesto Rossi a Nichetti.

Maurizio Nichetti

«Oggi è difficile smarcarsi dal mondo delle reference – ha risposto l’autore -. Abbiamo a disposizione library immense e allo stesso tempo ci sono talmente tanti paletti che essere originali diventa difficile. Tutto questo può generare frustrazione. Steve Jobs vedeva la creatività come la capacità di fare delle connessioni. Così come è vero che la creatività nasce anche dalle nostre debolezze. Valgono entrambe le cose e credo che le dovremmo mettere insieme. Non è possibile tornare indietro, o disconnettersi. Dobbiamo sforzarci di fare qualcosa che non sia stato visto. Del resto copiare un film di Zalone non garantisce il medesimo successo al botteghino. Certo quando si è all’inizio è difficile farsi ascoltare, ma non bisogna demordere. È probabile che troverete solo gente che vi dirà che avete sbagliato mestiere. Non dovete ascoltare e se questo vi scoraggia vuol dire che non siete adatti a questo mestiere».

Un grosso ostacolo è rappresentato dalla paura di sbagliare. «Viviamo in una società che tende a rifiutare l’errore. Non a caso a scuola i voti vengono dati partendo dagli errori che fai e non dalle cose giuste», ha osservato Rossi. «Il terrore dell’errore blocca ogni proposta – ha aggiunto Nichetti -. Ma quella di non sbagliare mai è un’illusione. Anzi l’errore è connaturato con la creatività. Tutte le idee hanno comunque controindicazioni, non solo quelle nuove».

Essere creativo significa anche non avere paura di cimentarsi in campi che non si sono mai frequentati. «Un processo che richiede consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti, ma anche il mettere in conto di poter sbagliare – ha detto Giampaolo Rossi, tirando le fila -. È essenziale cercare la scomodità e non arrendersi alle prime soluzioni, fare lo sforzo necessario per diventare un vero fachiro», ha concluso il formatore.

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